Capitolo 13

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*Angolo Autrice*
*Scusate l'intrusione, ma sono qua per dirvi che ho cambiato leggermente l'arco temporale della storia (credo si dica così). Semplicemente sono andata avanti di 6 giorni, per questo dal 25/12 siamo passati al 31. Nulla di che insomma. Grazie per l'attenzione, buona lettura.
Ely*

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31/12 22.00 (poche ore prima)

Rogers uscì dalla propria camera, seguito dal moro, e insieme si diressero verso quella di Wade.

Entrambi, avevano deciso di lasciare lui e Peter da soli, così da fare passare una notte tranquilla al più piccolo e a se stessi, ovviamente.

Entrarono nella porta affianco alla loro e Steve si mise sul letto di Wilson, quello sotto.
Tony lo seguì a ruota, ma andò a sdraiarsi sul letto singolo, di fronte all'altro.

Non si dissero niente. Non una parola per tutto il tragitto.
Nessuno dei due aveva deciso di andare veramente a dormire, infatti, se ne stavano entrambi sotto le coperte a controllare le notifiche sui propri telefoni. Per loro sfortuna, niente per nessuno dei due.

“Chissà se si è dimenticato...?”  pensò Steve.

Ricordò che qualche giorno fa, aveva deciso di dire a Tony quello che provava per lui, ma per la brusca interruzione data dalla febbre di Peter, dopo giorni, non era ancora riuscito a rivelargli nulla.

Oltre a questo contrattempo, sapeva di non avere coraggio di dirglielo. E se lo avesse respinto? O peggio... Se non si fossero mai più rivisti?
Certo, ormai era Steve si era abituato, dopo la loro litigata, per due anni, il moro non si era più fatto vedere.

Si ricordava benissimo del vuoto che sentì nel petto quando non lo rivide per giorni, poi mesi, e anni.
Non voleva provarlo ancora.

Mise via il cellulare e si girò verso l'altro, mettendo un braccio sotto il cuscino per sorreggere la testa, posizionandosi su un fianco.
Lo osservò nei minimi dettagli, per quanto la luce lo permettesse.

Era stupendo anche al buio.
Il suo viso era illuminato dalla luce azzurrina che proveniva dal telefono, mentre i capelli, erano sempre più spettinati dai movimenti della testa sul cuscino.

Per un attimo, aggrottò le sopracciglia e si strofinò un occhio, dopodiché tirò su col naso.
Una serie di gesti che faceva spesso quando pensava. Era qualcosa che lo contraddistingueva e, Steve, sarebbe riuscito a riconoscerlo fra mille.

Sorrise, buttando fuori l'aria dal naso, facendosi sentire dal moro.
Quest'ultimo si girò alzando un sopracciglio, contrariato.

«Lo so che sono bellissimo Rogers, ma potresti smetterla di fissarmi?»

Il biondo arrossì, e si risvegliò dalla trans.

«O-oh, si. Scusa» balbettò, girandosi verso il muro, imbarazzato.

Ora rise Tony, ma senza farsi sentire.

Era adorabile. All'apparenza poteva sembrare scontroso e manesco, data la stazza, ma in realtà era un pezzo di pane. Così impacciato quando lo si metteva a disagio, così paziente e sempre gentile con tutti... Persino con lui, che non se lo meritava affatto.
Era la bontà in persona, mentre Tony... Beh, lui era la vigliaccheria. Un puro vigliacco, ecco cos'era.

Voleva davvero rimettere a posto le cose, magari, rivelargli tutto.
Ma non era quello il giorno.

«Ok. Notte Rogers»

Detto questo, spense il telefono e si sdraiò su un fianco, dando le spalle al compagno di stanza.

«Notte» ricambiò.

College/Stony/Where stories live. Discover now