Capitolo 26

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Era circa 00.00. Stavano lì da ormai 2 ore.

La sala comune si era riempita di alunni e Steve non faceva altro che chiedersi dove fosse finito Peter. Il biondo si era avvolto in una coperta blu notte, seduto davanti a uno dei tre camini, tormentando con le mani un lembo della trapunta. Intorno a lui i suoi compagni cercavano di passare tranquillamente l'ultima serata "normale" prima della loro partenza, ma proprio non ce la faceva a unirsi a loro. In quel momento, la compagnia, era l'ultima cosa di cui aveva bisogno.

Dopo qualche minuto la porta si aprì, e istintivamente si voltò per vedere chi fosse arrivato.

"Peter"

Era Bucky, seguito subito dopo da Sam.                                                                             
Sbuffando e deluso tornò a fissare le fiamme danzare davanti a lui, mentre un corpo caldo gli si sedette affianco, accoccolandosi contro il suo braccio.

«Ciao bellissimo» lo salutò James, lasciandogli un bacio sulla tempia.

«Ciao» mormorò lui.

«Che hai? Sembra che tu abbia visto un fantasma. Stai bene?» chiese l'altro, passandogli una mano tra i capelli.

«Sto bene, sono solo preoccupato» spiegò il biondo, spostando la mano del compagno, voltandosi per poterlo guardare negli occhi.

Ma quando lo vide, si soffermò per verificare alcuni dettagli. Lo sguardo gli cadde sulla maglietta sotto la felpa: sembrava sudato, e infatti si potevano notare delle macchie di... Bagnato?

Bucky, notò la sua perplessità, e per nascondersi, strinse a sè i due lembi aperti della felpa.
Cambiò anche discorso per provare a distrarlo.

«È per la partenza? Se vuoi possiamo andare in camera e-»

Mentre parlava, sembrava come arrampicarsi su Steve per baciarlo, ma l'altro lo allontanò, disgustato.
Certo, a volte poteva essere parecchio ingenuo, ma non era uno stupido e sapeva riconoscere le cose quando le vedeva...

«No. Non mi interessa. Vattene, voglio stare da solo»

«Aspetta dai. Voglio solo stare un po' con te. Poi vedrai che-»

Barnes cercò di convincerlo portando la propria mano verso il cavallo dei suoi jeans, così Steve si allontanò bruscamente da lui.

«Buck lasciami stare!»

Gli faceva schifo, e si chiedeva perché stesse ancora con lui.
Tornò a fissare il camino, pensieroso, appoggiato e rannicchiato contro il bracciolo del divano.
Intanto, Bucky aveva era già andato via, senza dire una parola.

E dopo circa 15 minuti dall'ultima volta, la porta si aprì per la seconda volta. Il biondo si voltò nuovamente, ma non trovò la persona in cui aveva sperato  dall'inizio; o almeno, non direttamente.
Peter era entrato nella stanza senza fare rumore, andandosi a nascondere sotto la coperta che avvolgeva anche Wade, sulla poltrona. Come ho già detto, quelle poltrone erano gigantesche, talmente tanto, da fare stare il più grande accovacciato vicino al bracciolo, mentre il più piccolo si riposava quasi del tutto sdraiato, con la testa sulle gambe del maggiore. Era infreddolito e il calore e le coccole del compagno lo fecero stare decisamente meglio.

Steve avrebbe preferito non interromperlo, ma la preoccupazione per Tony lo spinse a farlo anche contro la sua volontà.
In punta di piedi, mentre gli altri discutevano sottovoce, lui si accovacciò difronte a Peter, scuotendolo leggermente. Il piccolo aprì gli occhi con un lamento insonnolito.

«Scusami Peter, ma... Hai scoperto qualcosa?» domandò imbarazzato.

L'altro si mise seduto lentamente, stropicciandosi gli occhi, poi guardò l'amico e rispose.

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