Capitolo 30

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Alle 6.00 del mattino il campo era già stato sgomberato. Come ordinato da Logan, Steve e Wade svegliarono il resto del gruppo e avvisarono i loro superiori mentre l'altro controllava il motore dell'aereo.

Alcuni cavi erano stati tagliati, altri pezzi mancavano ed erano seppelliti chissà dove in mezzo alla neve, ma nulla di irreparabile. Fortunatamente il serbatoio venne ritrovato per metà vuoto poco lontano dall'accampamento, ma non avevano ancora visto la parte peggiore.
Quando James controllò il resto dell'aereo vide che l'ala destra era stata danneggiata, quasi spaccata a metà e nessuno aveva idea di come riattaccare il pezzo. Tutto sommato, il jet poteva essere bene o male riparato, ma ci sarebbero volute diverse ore, e il peso doveva essere dimezzato per permettergli di volare.
Non tutti sarebbero tornati a casa quel giorno...

Mentre Logan rifletteva sul da farsi, il resto del gruppo lavorava per restare al caldo e non peggiorare la situazione. Purtroppo però, il torrido freddo della Russia cominciava a fare effetto sulla salute dei ragazzi.

«Logan, i ragazzi non resisteranno ancora per molto. Dobbiamo portarli via da qua»

Peggy corse dal collega mentre questo cercava di aggiustare il motore con Steve e Storm.

«Lo so, ce la stiamo mettendo tutta, ma abbiamo comunque un grosso problema...» sussurrò alla fine.

Le due reclute finirono la prima parte del lavoro e Logan la trascinò lontano, per parlare in privato.

«Una delle ali è stata quasi del tutto distrutta. Se il peso non fosse bilanciato a dovere il jet potrebbe precipitare»

Il volto di Peggy assunse un'espressione spaventata.

«Cosa vuoi dire?»
Immaginava già la risposta.

«Sembra che il loro obbiettivo fosse quello di non farci tornare a casa, ma fortunatamente li abbiamo bloccati in tempo. Riusciremo a trasportare solo la metà dei ragazzi; i malati più gravi avranno la precedenza e vedremo dove arrivano con il carburante rimanente»

L'altra sgranò gli occhi.

«Rimanente?! Che ne è della scorta per il ritorno?» sbottò.

L'uomo si tirò indietro i capelli con la mano leggermente sporca dall'olio del motore, poi ripose con un sospiro.

«Ce l'hanno fottuto»
«Merda...»

Dopo qualche secondo di silenzio da parte di entrambi, Peggy chiese consiglio all'amico.

«Cosa devo fare nel frattempo?»
«Controlla che quelli sani non si ammalino e che i malati sopravvivano. Io cercherò di fare il prima possibile»

Lei annuì e tornò dai ragazzi.

Alcune ragazze di terza insieme a Wanda e Nat stavano aiutando i più deboli mentre Strange alimentava il fuoco un po' alla volta. Peggy si avvicinò alle due più giovani e le prese da parte, il terzo tese l'orecchio per ascoltare.

«Ragazze appena il jet verrà riparato i malati più gravi torneranno a casa. Mi raccomando copritevi e fatevi forza a vicenda, non manca molto. Logan e i ragazzi ce la stanno mettendo tutta»

Le due annuirono e quando l'agente se ne andò Nat si concesse un leggero colpo di tosse.
Solamente dopo diverse ore il jet venne riparato completamente.
Come previsto, i malati furono riportati a casa da Peggy e il copilota del comandante Rhodes.
Nel frattempo Logan e il comandante marciavano con i ragazzi rimanenti verso il rifugio più vicino.
Quando fece notte, si accamparono una seconda volta accendendo i fuochi e piantando le tende.

Steve continuava ad essere molto silenzioso, perso nei suoi pensieri, e Nat non migliorava affatto.
Gli unici rimasti erano loro; tutti i ragazzi di terza si erano ammalati gravemente insieme a Bucky che era riuscito a guadagnare una posto in più per le sue pessime condizioni.
La mattina dopo, si rimisero in viaggio per raggiungere un posto sicuro dove stare fino all'arrivo del jet.

College/Stony/Where stories live. Discover now