6- Forse non sarei nemmeno dovuta tornare.

1.9K 72 29
                                    

"Il prossimo fine settimana c'è il concerto di Niccolò" io e Gaia avevamo deciso di concederci un caffè dato che io e Marco avevamo appena passato i giorni precedenti in ospedale per organizzarci il lavoro ed Adriano era ancora in studio con Niccolò. Priscilla e Gabriele erano partiti in viaggio di nozze da qualche giorno, ma prima di partire decisi di dire alla mia migliore amica che quando tornava mi avrebbe trovato a Roma. Alla fine avrei iniziato a lavorare il lunedì successivo con dei pazienti, per poi iniziare a valutare le schede dei bambini per il progetto. Avevamo anche trovato un monolocale vicino al Bambin Gesù e alla fine Marco era stato costretto a ripartire a causa del lavoro, tanto che mi disse che mi avrebbe mandato lui le mie cose.

"E quindi?" Seguivo tutto ciò che faceva Niccolò a livello musicale eppure mi ero ripromessa di tenermi a debita distanza, nonostante più volte ero stata tentata ad andare ad un suo concerto.

"Sarai a Roma, potresti venire" io alzai gli occhi al cielo mentre sorseggiavo il mio caffè. Era un concerto speciale allo stadio ed era completamente sold out da mesi.

"No Gaia, non ci pensare nemmeno. E anche se volessi, non ho nemmeno il biglietto" risposi alla mia migliore amica, finendo poi il mio caffè e consapevole che non era davvero il biglietto il problema.

"Sarè, sai benissimo che ci basta mezzo secondo per procurarci un biglietto per quel concerto" Sapevo che Gaia aveva ragione, se lei avesse mandato un messaggio ad Adriano o io avessi chiesto direttamente a Niccolò, avrei avuto quel biglietto in pochissimo tempo.

"Ci sarà Chiara e a lui di certo non cambia nulla della mia presenza" Gaia alzó un sopracciglio in risposta. Era ciò che pensavo, era venuto più volte a Milano per dei concerti e mi sarei aspettata almeno un messaggio o un gesto da parte sua ma invece, avevo sempre ricevuto il silenzio più totale.

"Perché non dovrebbe volerti?" La ragazza davanti a me non riusciva a comprendere il motivo per il quale dicessi determinate cose.

"Non gli interessa, Gà. È venuto più volte a Milano per dei concerti e, sicuramente sono stata una stupida, ma mi aspettavo un messaggio o un gesto" Lei sorrise beccandosi poi un occhiataccia confusa da parte mia, dato che non riuscivo bene a comprendere che cosa c'era da sorridere.

"Ogni volta lui ci chiedeva almeno venti volte se saresti venuta e ogni volta io e Priscilla dovevamo inventarci qualche scusa diversa e lui se ne usciva sempre con la stessa frase" non capivo esattamente il motivo per cui mi stesse dicendo ció.

"Quale?" Chiesi curiosa accendendo poi la mia sigaretta post caffè.

"Speravo che almeno questa volta sarebbe venuta per me" io rimasi quasi sconvolta da ciò che mi stesse dicendo Gaia tanto che non trovai le parole per rispondere, mi limitai soltanto ad inspirare il fumo della sigaretta.

"Quando era incinta lo odiavo, non odiavo Niccolò, non riuscirei mai a farlo nemmeno volendo. Odiavo il suo lavoro e odiavo il fatto che amasse così tanto cantare" Gaia mi guardó confusa non capendo il motivo di ciò che stavo dicendo, io sorrisi nervosamente al ricordo di quel periodo.

"Non l'ho mai detto a nessuno, ma la sentivo muoversi. E ogni volta che Niccolò cantava lei mi dava dei piccoli calcetti sui fianchi, anche se stava dormendo, lei si svegliava e si muoveva tantissimo quando lo sentiva cantare. E io avevo così paura per lei che odiavo il fatto che fosse un cantante e che amasse così tante cantare, anche quando era a pezzi. Ho smesso di seguirlo e quando sono partita per Milano ho smesso di interessarmi a tutto ciò che facesse, poi pian piano ho ripreso  a seguire i suoi successi. E adesso, sono così fiera di lui, nonostante lo invidi perché ha avuto quella forza di affrontare il dolore, ha scritto delle canzoni per Camilla e io sono riuscita soltanto a scappare" dissi il tutto con gli occhi lucidi e la voce tremante. Erano passati quattro anni ma aveva deciso di tenere per me tante cose, adesso aprirmi con le mie migliori amiche mi sembrava il primo passo per affrontare il tutto e riprendere in mano ciò che ero. Gaia non disse nulla, semplicemente si limitò a stringermi in un abbraccio mentre io scoppiai completamente in lacrime tra le braccia della mia migliore amica.

Te dimmi dove sei, mi faccio tutta Roma a piedi. - UltimoWhere stories live. Discover now