19- Per te, mi giocherei anche l'ultimo frammento di cuore.

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NICCOLÒ'S POV

"Oh Nì, ma che c'hai?" Adriano era sempre stato il mio migliore amico, fin dai tempi in cui ancora avevamo i denti da latte. Era la persona che riusciva a capirmi sempre, in qualsiasi situazione e in qualsiasi momento. Era sempre stato il mio appoggio, sapevamo di poter contare sempre uno sull'altro.
Era passata qualche ora dall'incontro con Sara e io non riuscivo a togliermi dalla testa  le parole che mi aveva detto.
Cosa volevo? Ultimamente mi sembrava di non saperlo nemmeno io.
Volevo lei? Si.
Ma ero disposto a prendermela a tutti i costi? Non lo sapevo, la paura di scottarmi di nuovo era tanta.
In fondo io e Sara eravamo sempre stati questo, una bomba ad orologeria pronta ad esplodere, portando dietro di se fin troppe ferite.
Ora mi trovavo lì con Adriano e Gabriele e con le nostre immancabili birre, eppure mentre loro parlavano io ero in un mondo tutto mio.

"Sara..prima mi ha detto delle cose e non riesco a togliermele dalla testa" sapevo di poter contare anche su Gabriele, così come su tutti gli altri miserabili del parchetto, nonostante con nessuno avessi lo stesso rapporto che avevo con Adriano.

"Tipo?" Era stato proprio Cocco a prendere parola. Improvvisamente il discorso si era spostato su di me, lasciando da parte tutto ciò che stavano dicendo fino a qualche minuto prima. Io guardai i due ragazzi, ben attenti alle parole che uscivano dalla mia bocca, per poi mettermi le mani tra i capelli e fare un enorme respiro prima di parlare.

"Che non so cosa voglio e che finché non avrò la risposta non potrò nemmeno capire lei" i due ragazzi mi guardarono confusi. Le parole di Sara erano state taglienti come un'arma a doppio taglio, mi avevano perforato l'anima e non avevano nessuno intenzione di andarsene.

"Ed è cosi? Non lo sai cosa vuoi?" Gabriele, così come Adriano, ascoltavano con attenzione ogni parola che usciva dalla mia bocca con lo sguardo fisso su di me, mentre mi aprivo a cuore aperto con loro, come avevo sempre fatto. Con i due ragazzi, così come con tutti gli altri miserabili, non c'erano mai stati segreti, quando uno di noi aveva dei problemi eravamo tutti pronti per vederci al parchetto e dare i nostri migliori consigli, così come nei momenti di gioia, il luogo di incontro non poteva che essere lo stesso, il parchetto.

"Voglio lei ma non voglio scottarmi di nuovo. Insomma, io e Sara non siamo più dei ragazzini e ci portiamo dietro già fin troppe ferite" ammisi ciò che in realtà i miei amici sapevano già. Io e lei condividevamo un dolore grande, che probabilmente ci saremmo portati dentro tutta la vita e i due ragazzi lo sapevano bene, nonostante non potessero capire, dato che avevano vissuto momento dopo momento con noi.
Ricordo ancora quel giorno che dissi ai ragazzi di Camilla, ci trovavamo al parchetto e forse era la prima volta che, in tanti anni, mi vedevano piangere davanti a loro.
Mi ero mostrato in tutta la mia debolezza senza aver paura di essere giudicato, perché sapevo che il dolore che stavo provando era troppo grande, tanto da distruggermi.
Ricordo ancora i loro sguardi quando finì di raccontare ciò che ci aveva detto il ginecologo.
Nessuno riusciva a dire una parola, Adriano mi abbracció semplicemente con le lacrime agli occhi, nonostante lui non fosse mai stato un amante del contatto fisico, Gabriele anche piangeva senza riuscire a dire una parola.
Gli altri miserabili erano rimasti immobilizzati da quelle parole, non sapendo quali fossero le parole giuste da utilizzare.
Soltanto Gianmarco era riuscito a dire qualcosa, anche se mi aveva detto semplicemente che potevo sempre contare su di loro.
Ma il dolore era lì e non passava, nonostante loro provassero in tutti i modi il modo per alleviarlo un po' o per lo meno creavano le occasioni per non farmici pensare.

"Nì, tutto ciò che avete passato non scomparirà semplicemente stando lontani. Forse adesso è arrivato il momento di affrontarlo invece. Proprio perché non siete più dei ragazzini, non dovreste pensare a ciò che accadrà. Siete ancora qua dopo tanti anni e allora sfidate il destino e vivetevi, senza se e senza ma, giorno per giorno e senza pensare a cosa succederà" Stavolta era stato Adriano a prendere parola sfoggiando anche tutto il suo stato razionale. Io ascoltai le sue parole senza riuscire però a trovare una soluzione al mio problema.
Peró di una cosa ero certo, tutto quel discorso mi aveva soltanto fatto venire voglia di vederla, stringerla tra le mie braccia e baciarla. Sara si mostrava forte ma le sue fragilità la logoravano dentro, aveva soltanto bisogno di due braccia da chiamare casa.
E in quel momento, volevo essere io la sua casa.

Te dimmi dove sei, mi faccio tutta Roma a piedi. - UltimoWhere stories live. Discover now