34- Moriconi, che hai combinato?

1.9K 66 56
                                    

Niccolò's pov

Fortunatamente quella mattina nessuno di noi due doveva andare al lavoro, Sara era rimasta a dormire da me, anche se a breve quella sarebbe diventata casa nostra. Non lo avevo detto alla mia ragazza ma quella casa la comprai sperando che un giorno lei sarebbe tornata tre le mie braccia, era per questo che avevo voluto ricreare all'interno di quella casa tutti quegli spazi che lei amava tanto, come la cucina con la penisola o il bagno con il doppio lavandino. Sapevo di non voler avere figli dopo Camilla, o almeno la pensavo così quando si trattava di Chiara, eppure c'erano dei momenti che l'unica cosa che riusciva a darmi forza era pensare a Sara con una piccola o un piccolo tra le braccia o lei che mi urlava contro perchè era nervosa e stava uscendo pazza. Quella mattina però quando mi svegliai non la trovai accanto a me e la sua parte di letto era fredda, guardai l'orologio e mi accorsi che erano le 11, così pensai che si era alzata per andare a preparare la colazione, sapeva quanto fossi affamato la mattina sopratutto dopo una notte movimentata, come lo era stata quella appena passata. Ma dato il troppo silenzio che regnava in casa, decisi di alzarmi dal letto per andare verso la cucina, notando però che tutte le sue cose, tra cui vestiti e borsa, erano sparite e di lei in quella casa non c'era nemmeno l'ombra. Non feci in tempo a comporre il suo numero per poterla chiamare che la vidi comparire dalla porta, fortunatamente sapeva dove nascondevo le chiavi di riserva.

''Ma dove sei stata?'' Non sapevo a che ora si era svegliata, ma dato che non indossava più i vestiti del giorno precedente e i capelli erano ancora un pò umidi, pensai che avesse anche avuto il tempo di andare a casa a fare una doccia. Era di una bellezza disarmante, anche solo con un vestitino addosso e non c'era niente di meglio che i miei occhi desideravano guardare, o forse c'era, ma era meglio scacciare quei pensieri, almeno per quel momento.

''Sono passata a casa a farmi una doccia, dato che non avevo il cambio. E sono andata a comprare la colazione'' la vidi sventolare in aria il sacchetto con dentro i cornetti, ovviamente presi in quella che reputavo la miglior cornetteria di Roma, dato che faceva i cornetti di tutti i tipi ed erano davvero eccezionali. Anche se, in quel momento, l'odore dei cornetti caldi passò in secondo piano dato che io non riuscivo a non ammirarla come si guarda un opera d'arte, ero ammaliato dalla sua bellezza, da quegli occhi blu, a volte tendente al verde, che nascondeva spesso dietro agli occhiali da sole, da quei capelli che non gestiva e con il quale litigava ogni singola mattina della sua vita, da quel sorriso che gli faceva nascere quelle fossette, con quelle sfumature che dedicava soltanto a me, da quel corpo con il quale avevo fatto l'amore tante volte, era snella e non aveva molte forme, si portava dietro qualche cicatrice della prima gravidanza, eppure ai miei occhi era perfetta, non c'era niente di meglio al mondo di lei. 

"Potevamo preparare i pancakes insieme"Una cosa che amavano fare da sempre la mattina era quella di preparare la colazione insieme, per lo più Sara sapeva quanto io amassi i pancakes, ed era proprio ciò che volevo fare quella mattina, dato che avevamo anche tutto il tempo a disposizione. Era divertente vedere lei che mi sbraitava contro ogni qual volta sporcavo completamente la cucina, anche se dovevo preparare soltanto un semplice impasto, ma quella mattina lei era già  uscita e tornata con la colazione, facendo in modo che i miei piani non si realizzassero. Mi resi conto di star utilizzando un tono dispiaciuto soltanto nel momento in cui lei alzò gli occhi al cielo.

"Si certo, ti sfido a prepararmi dei pancakes con tre tennet's e un etto di prosciutto cotto scaduto"Era da un pò che non andavo a fare spesa, in fondo mangiavo davvero poco a casa ultimamente, dato che passavo il maggior tempo del mio tempo in studio o a casa di Gabri o Adriano e la sera, per lo più la passavo con Sara o quando lei era impegnata in ospedale optavo per il cibo d'asporto dato che non amavo molto cucinare se dovevo farlo solo per me e la stanchezza della giornata si faceva anche sentire, eppure ero certo che non fossi arrivato davvero ad avere soltanto tre birre e una busta di prosciutto nel frigo.

Te dimmi dove sei, mi faccio tutta Roma a piedi. - UltimoWhere stories live. Discover now