24- E' bravissimo anche a consolarti, no?

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Si dice che un respiro duri meno di un secondo, lo stesso tempo per cui sentire pronunciare alcune parole può togliertelo. Era stato così per Gaia e Adriano quando avevo riferito ai due ragazzi che il loro bambino aveva bisogno di un intervento. Perchè questo era Lorenzo, un bambino indifeso che ancora non sapeva come stare al mondo e fortunatamente ancora non si faceva troppe domande, un bambino che aveva bisogno di tutto l'amore dei genitori, quei genitori che in quel momento erano seduti su quelle scomodissime sedie di un ospedale, davanti alla porta che dava verso la sala operatoria e con il respiro fermo in gola.

''A che pensi?'' Sul viso di Niccolò erano dipinte ansia e preoccupazione, sapevo quanto il moro fosse ipocondriaco ma non ci misi molto a capire che tutto ciò era dovuto anche a cosa balenava nella sua testa. Mi avvicinai a lui sedendomi poi accanto al moro, il mio turno era finito da dieci minuti ma, nonostante la stanchezza e la situazione mentale non del tutto stabile a causa della lunga giornata, non avevo nessuna intenzione di uscire da quell'ospedale e lasciare da soli i miei amici. Niccolò si voltò verso di me e soltanto in quel momento tolse gli occhiali di sole.

''Sai cosa si prova, ci siamo passati e non posso accettare che..'' A Niccolò le parole morirono in gola, anche se capì bene cosa volesse dirmi, tanto che feci quasi fatica a deglutire. Io e Niccolò avevamo vissuto ciò che nessuna donna o uomo dovrebbe mai vivere e in quel momento aveva così tanta paura che tuttò cio potesse capitare anche a Gaia e Adriano.

''Nì, è un intervento semplice, anche se piuttosto lungo. Andrà tutto bene e non succederà nulla, e poi Marco è bravissimo nel suo lavoro'' risposi sussurrando quelle parole evitando di farmi sentire da Gaia e Adriano, avevano già la loro preoccupazione ed aggiungere quelle di Niccolò non sarebbe servito a nessuno. I lineamenti di Niccolò si irrigidirono mentre lui rimase qualche secondo a guardarmi senza dire nulla.

''E' bravissimo anche a consolarti, no?'' le sue parole erano taglienti così come il suo sguardo che mi stava rivolgendo in quel momento. Ero ben consapevole che quel discorso non fosse chiuso, ma speravo di non doverlo affrontare in quel momento. Eppure a lui la cosa non è andata per niente giù, tanto che inconsapevolmente alzai gli occhi al cielo.

''Dio Niccolò, abbiamo perso un paziente che stavamo seguendo insieme da anni, prima a Milano e poi qui. Era un bambino di sei anni e ho avuto un momento di cedimento. Hai visto semplicemente un ragazzo che cercava di dare conforto ad una sua collega'' risposi a denti stretti e sussurrando, dato che avrei preferito che i nostri amici non capissero che stavamo litigando proprio in quel momento.

''Sara, tu hai fatto na tragedia per Chiara'' io lo guardai abbastanza sconvolta che il moro avesse tirato fuori quella storia, sapeva benissimo che non era esattamente la stessa cosa. Feci un gnigno nervoso per poi prendere un lungo respiro. La mia calma, insieme alla mia razionalià, ormai avevano deciso di abbandonarmi e io non sapevo quale forza mi facesse rimanere seduta su quella sedia e sopratutto non so come riuscì a non alzare la voce.

''Niccolò a te è bastato che lei te lo chiedesse per portarla a casa con te, farla dormire con te e non so che altro. Stai davvero paragonando le due cose?'' notai la sua mascella irrigidirsi, così come lui strinse le mani in due pugni, ciò significava che anche lui avesse difficoltà a mantenere la calma. E soltanto nel momento in cui vidì la sua reazione, feci davvero caso alle parole che avevo appena pronunciato.

''Pensi davvero che io ci sia andato al letto?'' Entrambi sapevamo quanto io smettessi di essere razionale nel momento in cui mi innervosivo, come in quel momento che non riuscì a controllare ciò che stavo dicendo, o meglio, che avevo appena detto, dato che il danno era già stato fatto. Non avevo mai pensato che quella sera Niccolò fosse andato al letto con la sua ex, perchè avevo preferito non sapere, piuttosto che avere risposte che avrei preferito non sentire.

Te dimmi dove sei, mi faccio tutta Roma a piedi. - UltimoWhere stories live. Discover now