40- E ci avrei scommesso su noi due, una vita intera sempre in due.

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''Amò, su svegliate'' Non sapevo esattamente che ore fossero ma fortunatamente quel giorno ero di riposo in ospedale quindi non mi stavo preoccupando più tanto di svegliarmi tardi, ma quando aprì gli occhi notai che era ancora buio, nonostante la finestra aperta dato che eravamo nel pieno di agosto, tanto che non riuscivo a vedere bene la figura di Niccolò, se non un ombra grazie alla luce della luna che arrivava dalla finestra. Mi voltai verso l'orologio posato sul comodino, notando che erano soltanto le tre di mattino, il che mi fece preoccupare parecchio, sopratutto perchè dopo qualche secondo, quando passai da stesa a seduta, mi resi conto che Niccolò non indossava soltanto i pantaloncini con cui dormiva ma aveva indossato una maglietta e un paio di pantaloncini essendo pronto per uscire, anche se non mi era ancora ben chiara la meta.

''Nì, che è successo?'' In quel momento non riuscivo a pensare a niente di positivo, non era mai successo che Niccolò mi svegliasse nel pieno della notte, sapeva quanto ero irrascibile nel momento in cui dormivo poco e, come in questo caso, venivo svegliata. Non sapevo esattamente ciò che stesse succedendo, ma quando accesi la piccola lucina notai il viso di Niccolò parecchio rilassato, la mascella che teneva serrata ogni volta che fosse preoccupato o arrabbiato era invece rilassata e le sue labbra erano curvate in un sorriso.

''Dobbiamo andà da na parte'' Nemmeno la visione del mio fidanzato in quelle condizioni mi aveva fatto calmare del tutto, Niccolò era parecchio misterioso, cosa che non era da lui dato che il moro era sempre la persona che se aveva qualcosa da dirti, positiva o negativa che fosse, te la diceva senza giri di parole, il più delle volte prendendoti anche alla sprovvista, come era successo quella volta che mi aveva chiesto di fare un figlio o di andare a vivere insieme, o perfino, quando durante una litigata mi aveva detto che mi amava, dopo cinque lunghi anni di silenzio.

''Niccolò, mi stai facendo preoccupare. Mi dici che succede?'' Il moro si alzò dal letto uscendo poi dalla camera e io non riuscì a fare altro che seguirlo mettendomi poi davanti a lui sperando in una valida risposta, dato che il mio cervello continuava a vagare pensando alle cose peggiori che potessero essere successe. Avevo il sonno talmente leggero da sentire anche il minimo spostamento del moro eppure ero certa che nessuno lo avesse chiamato, altrimenti mi sarei di sicuro svegliata, dato che erano rare le volte che Niccolò tenesse il telefono con la vibrazione, non lo faceva nemmeno quando registrava una canzone. Il moro fece scivolare lo sguardo sul mio corpo facendomi anche diventare rossa dall'imbarazzo, essendo agosto indossavo soltanto una sua canottiera, uguale a quella che aveva indossato all'Olimpico ed essendo parecchio larga e corta lasciava intravedere gran parte del mio corpo.

''Niente amò, ma te voglio portà a vedè la migliore alba di Roma'' Niccolò appoggiò la mani sulle mie guance prendendo il mio viso tra le mani e costringendomi a guardarlo, per poi lasciare un dolce bacio sulle sue labbra. In quel momento provavo sensazione contrastanti, avevo voglia di prenderlo a schiaffi dato che mi aveva fatto preoccupare e, allo stesso tempo,  baciarlo per il gesto che stava facendo, tanto che anche il mio viso non lasciava capire molto quale sensazione prevaleva, dato che avevo alzato gli occhi al cielo dalla disperazione, ma allo stesso tempo, avevo sorriso dalla felicità. Era impressionante come il mio uomo riuscisse sempre a sorprendermi e rendermi così felice di stare accanto a lui, perfino alle tre di mattina, quando avevo dormito a malapena due ore dopo un turno di ben dodici ore di lavoro e lui mi aveva svegliata, facendomi spaventare e prendere la tachicardia, ma questo era meglio non dirlo al moro, altrimenti lo avrei ritrovato a correre per casa, con le mani tra i capelli, in cerca della macchinetta della pressione o, peggio ancora, invece di portarmi a vedere l'alba mi avrebbe portato diretta in ospedale, per un check-up di controllo.

''Tu davvero mi hai svegliato alle tre di mattina per portarmi a vedere l'alba?'' domandai sorpresa da quel suo gesto così inaspettato, ma allo stesso tempo così romantico, il che mi fece anche sorridere dato il bipolarismo di Niccolò, riusciva ad essere la persona più fredda e dolce nello stesso momento. Non aveva usato grandi parole per dirmi ciò che aveva in mente ma quelle poche erano bastate per farmi rimanere piacevolemente sorpresa.

Te dimmi dove sei, mi faccio tutta Roma a piedi. - UltimoWhere stories live. Discover now