32- Ho bisogno de te, na carbonara e un bicchiere de vino rosso.

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Avevo girato per ben dieci minuti all'interno di quell'ospedale che conoscevo come casa mia, avevo aperto ogni singola porta che conduceva a qualche possibile uscita alla ricerca del moro, fino a trovarlo su un piccolo terrazzino. Lo osservai per qualche secondo mentre se ne stava litigando con un pacchetto di sigarette, che l'unica colpa che aveva era quello di essere finito senza che il moro se ne rendesse conto, se non in quel momento. Sapevo quanto fosse incazzato in quel momento, eppure, non riuscì a non trovarlo di una bellezza straordinaria anche in quella circostanza, con una mano stretta in un pugno e la mascella serrata. Mi avvicinai cautamente a lui porgendogli il mio pacchetto di sigarette, che a differenza del suo era ancora pieno. Lui alzò soltanto in quel momento lo sguardo, notando la mia presenza, e afferrando poi una sigaretta, accedendola immediatamente, come se non fumasse da ore.

''Sei qua per farmi il cazziatone?'' io alzai lo sguardo verso il moro e inevitabilmente mi uscì un sorriso, al quale lui rispose con un alzata di sopracciglio. Niccolò probabilmente pensava che, in quel momento, fossi incazzata con lui eppure io ero tutto tranne che incazzata. Aveva dimostrato davvero quanto teneva a me e a nostra figlia e io non potevo che essere così felice per aver ritrovato il mio Niccolò.

''Sono qua per fumarmi una sigaretta con te'' Afferrai il mio pacchetto di sigarette che Niccolò teneva gelosamente tra le mani per poi rubargli anche il suo immancabile clipper della roma e accendere la mia camel blu. Lui alzò lo sguardo guardandomi ancora più confuso di prima mentre io mi sedetti sulla panchina che era posizionata a qualche passo da noi. Lui cambiò umore in pochi secondi, facendo subito nascere un sorriso sul suo viso.

''Quindi non sei incazzata con me?'' Si sedette sulla panchina accanto a me sperando in una risposta che potesse confermare la sua teoria. Mi voltai verso il moro che in quel momento aveva di nuovo indossato i suoi occhiali da sole, ma notai comunque quanto in quel momento fosse distrutto, eppure sembrava che a lui importasse di più il fatto che non fossi incazzata lui.

''No, che non lo sono. Ti conosco, mi aspettavo un gesto del genere ed è per questo che non ti ho detto nulla subito, volevo spiegartelo con calma stasera'' Come era già successo in passato, lui non sopportava il fatto che gli venissero nascoste le cose, perchè sapeva che inevitabilmente poi qualcuno gli avrebbe detto sicuramente qualcosa, il che era un po incoerente dato che fino a poche ore prima stavamo litigando perchè lui mi aveva nascosto il fatto che avesse venduto casa. Nonostante tutto, io non avevo nessuna intenzione di nascondergli ciò che era successo, semplicemente stavo aspettando il momento giusto, ovvero quella stessa sera, per parlare con lui, non mi sembrava il caso di farlo quella notte, quando Gabriele e Priscilla erano diventati genitori, lo conoscevo e, con presunzione, potevo essere certa che sarebbe entrato in quella sala e avrebbe di certo tirato un pugno a Marco, cosa che sarebbe successa anche qualche minuto prima se non ci fossero stati Gabriele e Adriano a tenerlo.

''Mi dispiace aver reagito in quel modo, ma lui..'' Non lo feci finire a parlare, che lo fermai sul nascere. Niccolò in quel momento si era tolto gli occhiali da sole, spogliandosi completamente di tutte le sue emozioni, davanti a me e per questo, notai subito dal suo sguardo quanto fosse dispiaciuto, non per il gesto di per sè che probabilmente, se quel minimo di lucidità che aveva quel momento non lo avesse fatto ragionare, sarebbe andato oltre, nonostante i suoi due migliori amici, ma per ciò che avrei potuto pensare io.

''Non dispiacerti, lo avrei fatto io ma probabilmente avrebbe risposto con le mani anche lui'' Niccolò si voltò di scatto verso di me e io chiusi gli occhi rendendomi conto, soltanto in quel momento, di aver detto qualcosa che non avrei dovuto dire, pentendomene amaramente subito dopo. A Niccolò non avevo raccontato tutto di ciò che era successo negli anni in cui non era accanto a me, o almeno della mia storia con Marco, speravo che quella parte non la venisse mai a sapere eppure in quel momento ero stata proprio io a parlare troppo.

Te dimmi dove sei, mi faccio tutta Roma a piedi. - UltimoWhere stories live. Discover now