14- Te dimmi dove sei, mi faccio tutta Roma a piedi.

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Passeggiata del Pincio

Il Pincio era il luogo di Niccolò. Ogni volta che qualcosa andasse male o nel momento in cui era in vena di scrittura, si rifugiava li, tra quegli alberi. Ricordo ancora tutte le volte in cui mi aveva portato lì per farmi sentire le sue canzoni e tutte quelle volte in cui in quel luogo avevamo chiarito le nostre divergenze con un bacio.
Quando perdemmo Camilla era lì che si rifugiava per la maggior parte del tempo e io non riuscì ad avvicinarmi a quel posto per anni, o almeno fino a qualche giorno prima.
Era lì che mi aveva promesso di affrontare insieme tutte le sofferenze e adesso mi aveva riportato lì mantenendo la sua promessa.

"Stai per farmi sentire una nuova canzone?" chiesi scherzosamente mentre ci sedemmo su quella panchina che ci aveva accolti per tanto tempo, ricordando i vecchi momenti passati. Niccolò era sempre stato un buon osservatore e anche se a volte sembrasse disinteressato a qualcosa, sapevo benissimo che lo notava fin troppo bene.

"Stavolta no, ma non escludo che da questa giornata ne possa uscire qualcosa" lui rise stando al mio gioco mentre io lo guardai malinconica.

"Ogni posto che abbiamo visitato ha significato qualcosa per noi e forse questo è uno dei più forti" sussurrai quelle parole osservando quella parte di Roma che si vedeva dalla terrazza del Pincio.

"Lo so Sarè, non so dove ci porterá ma sono contento di essere qua con te" io non dissi nulla, mi voltai verso di lui sorridendogli semplicemente, sorriso che venne poi ricambiato da lui.

Stadio Olimpico

Una delle ultime tappe era proprio lì, dove tutto era iniziato.
Era il luogo dove avevo conosciuto Niccolò e nonostante il primo incontro, così come la prima impressione, non erano state per niente positive, mai mi sarei immaginata di trovarmi qui con lui.
Era il luogo dove lui aveva realizzato tutti i suoi sogni.
Mesi prima del suo primo tour, mi aveva portato in quel posto per farmi ammirare dove avrebbe concluso il suo tour.
Lo stadio olimpico era sempre stato il suo sogno e alla fine era riuscito ad arrivarci.
Ricordo ancora quel giorno, quel quattro luglio, in cui finalmente aveva coronato il suo sogno.
Su quel palco, Niccolò era riuscito ad essere se stesso, si era esposto a cuore aperto davanti a sessantaquattro mila anime che cantavano le sue canzoni, che si emozionavano insieme, così come era successo a lui nel momento in cui cantava "sogni appesi".
Io ero lì tra quella folla di persone a cantare insieme a lui, quelle canzoni che con il tempo aveva scritto per me, senza che però lui lo sapesse realmente.

"Sarebbe stato bello condividere quel giorno anche con te" lui pronunció quella frase con tono malinconico guardandomi negli occhi.

"In un certo senso l'hai fatto" lui capì subito a cosa mi riferissi, quel giorno ero lì ma non mi ero sentita di condividere con lui quella gioia e così l'avevo semplicemente detto a Priscilla facendomi promettere che nessun'altro lo avesse saputo.

"Avrei desiderato averti accanto a me mentre festeggiavo con i miei amici, avrei voluto abbracciarti e stringerti tra le mie braccia e sentirti dire che fossi fiera e orgogliosa di me" lui abbassó lo sguardo per poi alzarlo di nuovo guardandosi intorno e ricordando quel giorno.

"Nicco, lo ero. Lo sono sempre stata, fin da quando cantavi nei locali di San Basilio" presi il suo viso tra le mani costringendolo a guardarmi negli occhi, ricordando quelle serate di quando eravamo adolescenti, che ora sembravano alquanto lontane.

"Anche adesso?" Chiese lui con gli occhi lucidi che fissò nei miei.

"Anche ora, Nì" lasciai dolcemente il suo viso che restó comunque con i suo occhi fissi nei miei. Il silenzio regnó sovrano tra di noi creando uno stato di tensione.

Te dimmi dove sei, mi faccio tutta Roma a piedi. - UltimoWhere stories live. Discover now