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Considerai i pro e i contro, l'istinto di rimanere era più forte di quello di proseguire, nonostante ciò mi feci coraggio ed andai incontro alla mia sorte.
Camminai lungo il corridoio, per poi imbattermi in una scalinata che mi avrebbe portato chissà in quale stanza.
Aprii lentamente la prima porta che vidi, vi era solo buio, così la chiusi e proseguii.

Aprii altre stanze ma erano tutte identiche alla prima, probabilmente dovuto a causa della mancanza di luce.
L'ultima camera, con mia sorpresa, era illuminata da candele, al centro vi era un letto a baldacchino e a coprirlo un copriletto rosso sangue abbastanza disfatto... venni invasa da brividi, consapevole di ciò che stava a  significare:

c'era qualcuno all'interno della stanza.

Mi guardai attorno senza mai oltrepassare la soglia, sui muri vi erano quadri raffiguranti la caduta degli angeli, oppure scene di massacri avvenuti secoli prima.
In fondo alla stanza vi era un'altra porta semiaperta, dalla quale si intravedeva una luce accesa.
Decisi di chiudermi la porta alle spalle, chiunque ci fosse all'interno sarebbe stato meglio non incontrarlo.

Percossi il tragitto precedente, soffermandomi a prendere un respiro un attimo prima di aprire la porta dei monitor, fortunatamente non c'era nessuno.
Notai immediatamente una sedia in legno, la poggiai alla maniglia per evitare che qualcuno di indesiderato aprisse.
Mi misi a controllare le varie telecamere soffermandomi soprattutto nell'immagine con delle bare.
Rimasi a fissarla per almeno due minuti, non vi era alcun movimento, finché una di queste non si aprì rivelando Vladimir...

...se lui era lì...

che ne era stato dei miei compagni!
Di Caleb! E Nat! persino del professore!

L'ansia prese il sopravvento.
Ma l'incubo era solo all'inizio...
Presto si aprirono le altre bare, tranne quella centrale.
Uno di quei così però si avvicinò alla telecamera, sul suo volto un sorriso malevolo... consapevole che qualcuno lo stesse osservando.

In meno di qualche istante tutti loro sparirono dalla stanza ed  un boato si sentì alle mie spalle... l'essere della telecamera era davanti la porta ormai ceduta, con occhi impregnati di sangue, era affamato e lo si notava!

"Marcus!"

Apparì una figura alle spalle dell'uomo minaccioso...

era Vladimir.

Vladimir guardò il ragazzo in segno di rimprovero.
"Padre" disse con aria di sfida
"Va via! Devo portare la ragazza insieme agli altri!"
Parlavano come se non notassero la mia presenza eppure io ero lì, il ragazzo si ricompose e i suoi occhi divennero color nocciola ma la fame vi si percepiva ancora, si allontanò alla velocità della luce.
Sbattei più volte gli occhi, quello di certo non era umano, l'unica cosa a cui potevo ricondurlo erano...
i vampiri!

"Alzati." Guardai il signore che pensavo fosse la guida turistica, lui a differenza del figlio non aveva mai mostrato i suoi occhi rossi.
Feci come disse.
"Hai detto che mi porterai dagli altri, è vero?" annuì silenzioso, guidandomi nello stesso corridoio che avevo già percorso in penombra, solo che adesso era illuminato da macabri candelabri, in prossimità della scala mi accorsi che vi era un'altra via che prima non si notava, imbucammo esattamente quella e in poco arrivammo in una sala enorme.

Era lì, la riconobbi subito, con i suoi capelli rossi e gli occhi marroni pieni di paura, e insieme a lei tremava di paura anche il resto della classe.
Tutti loro erano legati e imbavagliati, come avevo fatto a non accorgermi di loro nel monitor?
Eppure quella stanza la ricordavo tra le varie immagini che scorrevano nei monitor.

"Vai da loro. " L'uomo disse autoritario prima di tentare di legarmi;
Mi allontanai leggermente dall'uomo prima che la sua mano potesse sfiorarmi.
"Cosa volete da noi, perché siamo qui?" Furono quelle le prime cose che mi balenarono in mente.

Red MoonWhere stories live. Discover now