Capitolo 35

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11 marzo;

«Perché non mi hai svegliato? Ti avrei tenuto compagnia.»

«Certo, come no.»

È ora di pranzo, siamo nel suo ufficio e stiamo mangiando insalata vegana e crostini. Stamattina mi sono svegliata tardi e sono scappata a lavoro lasciando Elijah dormire ancora nel mio letto. Ovviamente anche lui è arrivato tardi in ufficio, tant'è che appena sveglio mi ha inviato un Stronza, sono arrivato in ritardo.

«A che ora ti sei riaddormentata?»

«Alle cinque, credo.»

«Si vede.»

«Da cosa?»

«Da quelle bellissime strisce nere che hai sotto agli occhi.» Gli alzo il medio peccandomi una pedata sul polpaccio, poi continuiamo a pranzare restando sempre sullo stesso argomento. «Non è che sono le vitamine a farti male?»

«La loro funzione è il contrario.»

«Allora perché non vai dal medico? Prendere aspirine non serve a nulla se continui a stare così.»

«Ma se sto meglio!» Esclamo schioccando la lingua al palato.

«Certo, come no.» Mi imita prendendomi in giro, prende un sorso d'acqua e continua. «Ad ogni modo, perché non prendi appuntamento per la settimana prossima? Ti accompagno io.» Propone e so che non mi resta che acconsentire.

«Stasera chiamo mamma, mi faccio dare il numero del medico di famiglia e vedo se posso prendere appuntamento entro la settimana prossima.» Lui annuisce guardando il cibo nel suo piatto, io resto ferma ad osservarlo pensando che, forse, non c'è persona più adatta per parlarne. Elijah si accorge del mio sguardo insistente così si ferma anche lui e mi chiede se c'è qualcosa che non va. «In realtà, volevo chiederti una cosa.»

«Dimmi», corruga la fronte e raddrizza la schiena come a darmi la sua attenzione.

«A te piacerebbe se vivessimo insieme, giusto?»

«Ovvio, c'è un motivo se te l'ho proposto più volte.» Annuisce posando il piatto sulla scrivania che è davanti a noi.

«Tu mi ami no?» Quasi esito a chiederlo, nonostante lui mi abbia dato prova più volte che è così.

«Oralee che succede?» Si sta allarmando, ha tirato la sedia in avanti per avvicinarmi a me. «Sì che ti amo, tantissimo.»

«E se..» mi gratto nervosamente la fronte, passandomi la mano in viso sentendolo avvampare. «Mi ameresti lo stesso se fossi incinta?»

Elijah schiude le labbra, l'espressione confusa si trasforma in sorpresa, le sopracciglia si alzano e gli occhi si spalancano increduli.

«Sei incinta?» Mormora, scuoto la testa negando. «Ah..» quasi sospira, sembra sollevato in qualche modo.

«Allora?»

«Credi di esserlo?» Alzo le spalle, forse sì, forse no.

«Se lo fossi, mi lasceresti?» Eccolo che torna a guardarmi turbato.

«No, assolutamente no.» Annuisco, ora sono io ad essere sollevata. «Farai un test o qualsiasi altra cosa per scoprirlo?»

«Pensavo di passare in farmacia stasera, prima di tornare a casa.» Lui annuisce e mi dice che ci andremo insieme, prima di tornare a Dalmwin.

Purtroppo siamo interrotti da Lillian che bussa alla porta dell'ufficio per avvisare Elijah della prossima riunione. Lui la ringrazia, poi si mette in piedi pronto a mettere via il cibo, compreso il mio che è avanzato.

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