Capitolo 15

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24 novembre;

Il tailleur grigio che indosso è probabilmente uno dei migliori acquisti che abbia mai potuto fare, dopo le sneakers bianche che ovviamente ho scelto di indossare. Non volevo sembrare troppo elegante ma neanche troppo sportiva, quindi ho deciso di unire entrambi e credo di aver fatto un ottimo lavoro. Sciolgo la treccia lasciando i capelli mossi cadere lungo la schiena e mi do dei colpetti alle guance pur di farmi sembrare il più viva possibile e meno bianca come un cadavere. Tiro un respiro e quando ho finito esco dal bagno. Ci sono già molte persone e l'evento inizierà solo tra un'ora. È per beneficenza, ed oltre a questo non so altro perché tra mille commissioni di Lillian non ho avuto il tempo di informarmi.

Kenneth è all'entrata mentre controlla gli inviti e lascia entrare le persone un po' per volta. L'allestimento è venuto davvero bene, ogni dipinto rappresenta un tema diverso e ognuno di essi ha accanto il prezzo e l'ente beneficiario a cui andranno i soldi in donazione. Mi do la libertà di farmi un giro tra i quadri per capirci un po' di più di questa mostra. Orfanotrofi, ricerche scientifiche per malattie momentaneamente incurabili, supporto a strutture di beneficenza per i senzatetto e così via. Se devo essere sincera, le mostre di beneficenza non mi sono mai piaciute per il semplice motivo che, la maggior parte delle volte, ho scoperto che i soldi non venivano incassati dagli enti ma dalla struttura organizzativa stessa. Vi chiederete come? Bene, metteteci la quota per affittare una sala, più della metà delle spese sul consumo elettrico, il numero di persone che partecipano e, come la ciliegina sulla torta, la somma da restituire agli artisti che hanno venduto le opere. In pratica, da quando faccio questo lavoro, ho notato che gli enti ricevono solo dieci per cento del cento per cento che dovrebbero ricevere realmente.

Do un'ultima occhiata alla sala prima di decidere di uscire e andare a prendermi qualcosa da bere in segreteria. Mentre cammino ho la testa china sul cellulare, Keith mi chiede se questo fine settimana posso passare da lei ed io non posso fare altro che dirle di sì, a patto che non ci siano visite inaspettate. Mentre rispondo al messaggio sento qualcuno chiamarmi, mi volto e noto Lillian camminare nella mia direzione.

-Accidenti, anche il giorno dell'evento?- penso sospirando e forzando su un sorriso.

«Oralee, Kenneth mi ha detto di venire da te per la stesura degli acquisti.» Dice ed io non potrei essere più confusa.

«Che?»

«Quando qualcuno decide di comprare un quadro, dovrà venire da te a registrare l'acquisto e poi di me per l'erogazione concreta.» Mi spiega sistemandosi il vestito azzurro che indossa sulle spalle e specchiandosi in una delle porte vetrate della stanza. Continuo a guardarla, so che la mia espressione è tutto tranne che rilassata e infatti è così che mi sento. Potrei mettermi ad urlare da un momento all'altro, sto facendo mansioni che non mi spettano e devo anche starmi zitta o non riceverò la paga.

Decido di lasciar correre e di mordermi la lingua, le chiedo dove dobbiamo sistemarci e lei mi indica un tavolo posto proprio all'inizio della sala, sulla destra rispetto all'entrata. Mi dice che mi aspetta lì tra un quarto d'ora, che dobbiamo controllare l'elenco delle persone e che vuole un caffè. Annuisco e faccio un ultimo sforzo prima della fine di questa serata.

Quando arrivo in segreteria mi avvicino alla macchinetta del caffè e, mentre aspetto che il bicchiere si riempia, prendo una bottiglia di tè alla pesca dal distributore. In sala Lillian mi aspetta con lo sguardo chino su un foglio e qualcuno che conosco troppo bene al suo fianco. Ovviamente, conoscendomi, sapete bene qual è la prima cosa che mi è venuta in mente. Ma girare i tacchi e andarmene è l'opzione peggiore in questo caso, devo essere professionale e lasciar correre questa serata tremenda. Mi comporterò normalmente, infondo è solo Elijah. E come ogni volta il mio stomaco si contorce, sento andare a fuoco dal petto in su e vorrei poter cacciar via questa sensazione. Non è elegante, al contrario è molto casual: vans, t-shirt bianca, pantaloni neri e cappotto. Elijah è così inaspettato, lo si può sempre distinguere dagli altri e anche facilmente. Alla fin fine questo evento è solo di beneficenza, l'ostentazione di ricchezza è l'ultima cosa che si vuol vedere.

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