Capitolo 7

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22 luglio;

L'ortensia è sempre stato il mio fiore preferito da quando ero piccola, tant'è che a diciotto anni ho deciso di tatuarmi una piccola replica tra i miei due seni, un po' più verso sinistra, vicino al cuore. Sono affezionata a questo fiore un po' perché mi ricorda mia nonna Nicole, di quando andavo a casa sua e la trovavo ad annaffiare quei meravigliosi piccoli petali violacei che tanto adorava a tal punto da averne il giardino pieno. Dall'altra parte amo il significato che gli viene attribuito: gratitudine, comprensione, scuse. L'ortensia blu, quella che preferisco, è legata al rifiuto romantico, alla richiesta di perdono e all'espressione di rimpianto. Sono sicura che è questo il motivo della scelta del colore del mazzo di ortensie presente proprio ora sul tavolo davanti a me. Quando il fioraio ha bussato, inizialmente pensavo che avesse sbagliato porta. Solo quando ha fatto di nuovo il mio nome, in un secondo momento, ho anche capito chi ne è il mittente.

Oggi alla mia porta hanno bussato tre volte: due per i regali da parte della mia famiglia, l'ultima per le ortensie. Non me lo aspettavo, né dei fiori né del fatto che sapesse del mio compleanno. Ci sono alcune cose, piccole e quasi insignificanti, che non sappiamo l'uno dell'altra. Abbiamo sempre trovato il modo, l'occasione, per andare un po' più oltre. Come ha fatto a sapere il mio indirizzo? Keith mi aveva promesso che non ne avrebbe fatto parola, e invece...

Avvicino la punta del naso per sentirne il profumo dei petali, quasi sperando di poterne sentire il suo. Dovrei inviargli un messaggio? Una parte di me non vuole, l'altra parte invece non vedeva l'ora di cogliere una qualsiasi occasione per risentirlo. Sospiro e allontano i fiori da me, e con loro respingo anche il suo ricordo.

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