Capitolo 11

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Un'ora più tardi Elijah ed io ci ritroviamo faccia a faccia seduti ad un tavolo giro-panca di un ristorante di cui nemmeno conosco il nome. Non c'è molta gente nonostante sia l'ora di punta qui a Londra, questo però facilita la situazione, semmai volessi alzarmi e scappare ciò non sarebbe sotto gli occhi di un intero ristorante.

Il cameriere termina di prendere i nostri ordini e, con un sorriso cordiale, ci lascia soli. Mi muovo a disagio sul posto, guardando ovunque tranne il suo viso. Dopo la mostra e la chiacchierata con William ho deciso di prendermi un po' di tempo e di aspettare fuori dall'edificio, ovviamente dopo averlo avvisato con un messaggio. Ora però non ho scuse e, finalmente dopo mesi di silenzio, credo di essere pronta ad ascoltarlo.

«Volevo ringraziarti per le ortensie», dico poggiando il mento alla mano.

«Ti sono piaciute?» Annuisco e gli chiedo come ha fatto a sapere del mio indirizzo.

«Connor, lo sai che non sa nascondermi niente.»

«Forse dovremmo parlare», propongo di cambiare discorso appesantendo solo di più la tensione che già c'era. Elijah annuisce e inizia per primo.

«Da dove vuoi iniziare?» Parla porgendomi una domanda che mi riporta indietro all'ottobre scorso.

«Come vi siete lasciati?» Sembra confuso, probabilmente non capisce perché voglio sapere di loro due se il problema principale siamo noi due.

«Sul serio? Ti ho già detto cos'è successo e non capisco cosa c'entri con tutto il resto.» Sbotta poggiando i gomiti sul tavolo, semplicemente non rispondo perché so benissimo che, per lui, il mio silenzio è peggio delle mie urla. Perciò sospira, incrocia le braccia sul tavolo e riprende a parlare. «L'ho trovata a letto con un altro, poco dopo il matrimonio di Connor e Keith. L'ho lasciata ed è finita così.»

«L'hai lasciata ed è finita così? Così nel senso che poi vi siete rivisti proprio quando c'ero io di mezzo?» Alzo un sopracciglio guardandolo scuotere la testa.

«Quando siamo andati a St Davids, io e lei ci eravamo già lasciati da un mese. Nonostante ciò, lei non smetteva di chiamarmi e di contattarmi. Così, quando sono tornato a Dalmwin le ho risposto e detto chiaramente che non ne volevo più sapere.»

«Però tieni a lei, ecco perché siete rimasti in contatto e tu hai preferito accantonare il tradimento, giusto?» Fingo di capire ma dentro di me c'è solo rabbia, tristezza e tanto rancore.

«Non ho accantonato nulla. Se lo avessi fatto probabilmente in questo momento starei con lei, no?.» Precisa con un tono misto tra il sarcastico e il saccente.

«Certo.» Sbuffo una risata ironica portandomi le braccia al petto e poggiando la schiena alla sedia. «Perché sei andato da lei? Non sapevo nulla, né che ti sentissi ancora con lei né che tornassi a Londra prima di raggiungere i tuoi. Perché mi hai mentito?» Continuo mentre la mia mente torna a dicembre e ricordo cose che avrei dovuto ricordare ancor prima di decidere di presentarmi qui. «Aspetta...», Elijah ha ancora la fronte corrugata ma sa benissimo cosa sto per dire, cos'ho capito e il suo sguardo rassegnato me lo conferma. «Tu, il giorno della vigilia sei andato da lei...»

«Sì, sono passato a Londra per prendere dei regali che avevo lasciato a casa e l'ho trovata fuori alla porta.» Ammette spostando lo sguardo sul bordo del tavolo, sembra solo ora consapevole della grande stronzata che ha fatto.

«Quindi mi hai mentito anche su tua sorella, per coprire lei.» La voce mi trema e le labbra si curvano, sono ancora più delusa di prima.

«Non ti ho mentito su mia sorella, ho semplicemente usato la scusa di Emma per non farti preoccupare. Quando l'ho rivista, Chrystal, abbiamo parlato, le ho spiegato che non provavo più nulla e che doveva lasciarmi stare.» Spiega raddrizzando la schiena e sporgendosi un po' più verso di me per convincermi.

Golden 𝟚 Where stories live. Discover now