3."Stai più attenta...Ariel Adams"

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Ho da sempre desiderato di poter iniziare una nuova vita, lontano da mio padre e dai suoi loschi affari. Il Messico è casa mia, lì c'è la mia adorata nonna, i miei amici, il mio business del rum...ma Los Angeles mi ha sempre affascinato, ho messo da parte questo desidero...ma ora grazie ad Ariel Adams ho finalmente trovato il coraggio di partire.

Mi sento un pó ipocrita ad aver accettato del denaro da parte di mio padre, ma mi servirà per investire in qualcosa di duraturo che mi legherà per sempre a questa città...un futuro tutto mio...mi impegneró affondo per restituirgli tutto a un giorno.

"Allacci la cintura signor Santos, stiamo per atterrare" mi dice con voce languida Daisy l'hostess del mio jet privato.
"Ho in mente qualche altra cosa" le dico beffardo e lei sorridendomi maliziosa afferra al volo le mie parola, piegandosi da brava tra le mie gambe... L'aiuto sbottonando i miei jeans mentre lei mi osserva vogliosa e una volta liberato il mio membro duro e teso, lo afferra dalla base per poi avvicinarlo alle sue labbra carnose.
Infilo le dita tra i suoi capelli e socchiudo gli occhi...

"Atterraggio perfetto" sorrido mentre lei si lecca le labbra compiaciuta.
"Puó slacciare la cintura signor Santos" dice sollevandosi e aggiustandosi per poi sparire dalla mia vista.
"Siamo arrivati?" sbadiglia Aron.
Lo guardo per poi scoppiare a ridere.
"Que pasa cabron?" mi chiede stiracchiandosi per poi puntare gli occhi sulla figura di Daisy accanto al portellone del jet.
"Figlio di puttana" mi dice divertito per poi alzarsi.

Scendiamo le scalette del jet e ad attenderci c'è un Hummer nera con dentro due dei miei uomini, sono qui da due settimane e hanno preso informazioni ben precise su tutto ció che mi interessa in questo momento.
"Signor Santos" mi salutano entrambi, faccio un cenno con il capo e Ramirez inizia a parlare.
"La signora Ariel Smith" dice e io inarco un sopracciglio.
"Come?" chiedo.
"Si è sposata due giorni fa ed è in dolce attesa" dice e inizialmente il mio stomaco si contorce a questa notizia, poi peró una scossa di adrenalina si impossessa del mio corpo e la voglia irrefrenabile di averla mi pulsa dentro...
"Continua" gli ordino.
"Ha cambiato residenza, la casa è protetta da un sistema di sicurezza di ultima generazione, il numero di telefono era attivo fino a qualche giorno fa..." poi il suo telefono squilla.
"Mi scusi...dove?...ok" dice e attacca.
"La signora Smith è appena uscita di casa, da sola...uno dei miei uomini la sta seguendo" dice.
"Perchè è accompagnata?" chiedo curioso.
"Di solito si, ha un'autista, un ex soldato" dice Ramirez.
"Un soldato?" chiedo divertito.
"Rayan Smith è un uomo molto influente" dice e io divento serio, non so perchè ma odio quell'uomo..
"Bene andiamo a conoscerla" dico per poi rilassarmi sul sediolino.

Mezz'ora più tardi l'Hummer si parcheggia al lato di una strada molto affollata.
"Siamo sulla Sunset Bulevard e lei è in quel negozio" dice puntando l'indice alla nostra destra.
"Vado" dico e scendo dall'auto nell'esatto momento in cui lei esce da un negozio, la riconosco immediatamente, ho visto così tante volte le sue fotografie che potrei riconoscerla anche al buio.
Sembrava più alta, penso divertito...ma resto senza fiato quando alza il suo viso, non ho mai visto niente di più perfetto.
Cammino nella sua direzione, le vado addosso intenzionalmente, lei si aggrappa alle mie spalle e io la sorreggo per un fianco, la sua pelle è così liscia e morbida, il suo profumo di vaniglia mi riempie le narici e quando punta quegli occhioni sul mio viso con un'espressione interrogativa...mi sconvolge...
Le foto non sono nulla a confronto di ció che è realmente.

"Tutto bene ?" le chiedo.
Si ferma per un attimo ad osservarmi, sembra smarrita...le sue guance si tingono di rosso...sorrido per l'effetto che le faccio, ingoia vistosamente e sbatte le palpebre più volte.
"Tutto bene" mi risponde con una voce dolce e delicata.
Si sposta da me e fa per andarsene ma la afferro per un polso, il suo sguardo vaga dal mio viso alla mia mano che le blocca il polso.
"Stai più attenta quando cammini Ariel Adams, la prossima volta potresti farti male" le dico allentando la presa per poi lasciarla lì tra la folla confusa...

Entro in auto e non rispondo a nessuna delle domande che mi fa mio cugino, riesco solo ad ordinare ai miei uomini di seguirla, ho ancora bisogno di vederla....

"Voglio spararmi" borbotta mio cugino mentre aspettiamo che Ariel esca dall'ennesimo negozio, sono tre ore che la seguiamo ed entra ed esce da vari negozi senza fermarsi mai.
Poi sale in auto, ci immettiamo nel traffico e dopo poco arriviamo su un lungomare.
"Siamo a Venice Beach" mi dice Ramirez.
La vediamo parcheggiare e uscire dall'auto, esco anche io e lo stesso fanno mio cugino e i miei uomini.
"Noi andiamo a mangiare qualcosa" dice Aron mentre io la seguo, entra in un ristorante, faccio lo stesso.
Si siede di spalle ad un tavolo e io mi siedo a quello dietro al suo, la vedo parlare al telefono. Ad un tratto si volta verso di me, deve essersi accorta che la sto fissando, si alza e viene nella mia direzione, avanza sinuosa e lenta come una pantera, il che mi eccita.
Sposta la sedia e si piazza difronte a me, appoggiando i gomiti sul tavolo.

Ha carattere la ragazzina e questo mi fa andare fuori di testa, vorrei prenderla su questo tavolo e farle urlare il mio nome fino a farle perdere la voce...ma mi limito a guardarla con un sorrisetto compiaciuto sul volto.

"Come conosci il mio nome?" dice arrivando dritta al punto.
Alzo le spalle "Ho provato ad indovinare".
Alza gli occhi al cielo "Indovinare?" ride istericamente.
"Sei bellissima lo sai?" dico mordendomi il labbro inferiore, lei osserva attentamente il mio gesto e quel rossore riappare a colorare il suo splendido viso... poi punta quei fari verdi nei miei con aria scocciata.
"Tu non sei normale" dice alzandosi e mentre sta per ritornare al suo tavolo ridendo le dico
"Io sono Romeo, piacere di conoscerti bambolina".

Lei mi ignora e si siede al suo tavolo, dandomi le spalle...i suoi capelli scuri le ricadono sulla schiena...
qualcuno tra le mie gambe sta facendo i capricci è meglio se vado via prima che qualcuno possa rimanere shoccato dal rigonfiamento nei miei pantaloni...lascio una banconota da 100 dollari sul tavolo e me ne vado...
Se il solo vederla e parlarle mi provoca una tremenda erezione, scoparla sarà estasi pura...

"Buonasera signor Santos" mi dice la receptionist dell' Hotel Plaza, alloggeró qui fino a che non troveró una residenza stabile.
Salgo nella mia suite, chiamo la receptionist per farmi portare la cena in camera e se è possibile anche qualche ragazza...Mi ha detto che avrebbe finito il turno tra mezz'ora...procace la ragazza...
entro in doccia e mi tocco il mio membro ancora duro e teso al  pensiero di scopare Ariel...
Quella ragazza è quanto di più intrigante esiste al mondo, mi sento un cacciatore e lei la mia preda...
Deve essere mi mi ripeto...

Ma poi qualcuno bussa alla mia porta e il pensiero di Ariel ritorna nel fondo della mia mente...
La apro e mi ritrovo la receptionist...
"Buonasera signor Santos" dice e senza darmi il tempo di dire nulla si getta tra le mie braccia.
La bacio con passione lasciandola senza fiato, le strappo di dosso quella divisa troppo striminzita sul suo corpo formoso, sará una notte assai movimenteta penso mentre mi rilasso tra i suoi enormi seni...
Eh si è proprio vero, questa è la cittá degli Angeli e io in questo momento sono in paradiso....

L'ossessione di Romeo Where stories live. Discover now