Epilogo

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Il via vai incessante, che c'è in giro per casa oggi mi fa impazzire. Ho l'emicrania e ovunque io posi il mio sguardo ci sono persone che parlottano tra loro, ridono e urlano.

Sospiro esausta, spero che arrivi questa sera al più presto. Sto per salire al piano di sopra quando qualcuno bussa alla porta. Nessuno sembra averci fatto caso, bene!
Sospiro e vado ad aprire infondo sono la padrona di casa, a me gli onori.
Spalanco la porta senza alcuna grazia e mi ritrovo difronte otto ragazzi, vestiti da damerini, con pantaloni neri e giacche bianche.

"Siete del catering?" chiedo soppesandoli con lo sguardo.
"Si signora" risponde il ragazzo a capofila del gruppo "siamo in dieci, ma glia altri due arriveranno un'ora prima dell'inizio della festa" aggiunge ed io faccio cenno con il capo di entrare.
Sto per chiudere la porta quando qualcuno urla qualcosa di incomprensibile.

"Aspetti" ripete avvicinandosi di corsa. Osservo il fattorino piegato sulle ginocchia con il fiatone e la fronte imperlata di sudore "ho una consegna per Ginevra Smith" sbuffa passandomi l'enorme mazzo di fiori e gli enormi palloncini dorati a forma di 1 e 8.
Li osservo attentemente, stranita, come se solo adesso realizzassi che la mia bambina è ormai diventata un'adulta.

"Una firma qui" mi dice il fattorino riscuotendomi dai miei pensieri.
Firmo il foglio e dopo averlo ringraziato rientro incasa appoggiando l'ennesimo mazzo di fiori sul bancone della cucina.

Esco in giardino a controllare che tutto vada per il meglio, ed effettivamente è così. Sembra di essere in uno di quei locali esclusivi ed invece è solo casa mia.

Rientro in casa, tutti si occupano di qualcosa e a me non resta che occuparmi della casa. Salgo al piano di sopra ed intercetto con la coda dell'occhio Carlos, che furtivo esce dal bagno.
"Che stavi facendo?" chiedo e lui si gira di scatto con gli occhi sbarrati e la faccia di chi ne ha combinata un'altra delle sue.
"Niente mamma, ero a fare la pipì" dice mostrando il suo sorrisetto angelico, sdentato al centro.

Visti i suoi precedenti, non mi fido per niente. Apro la porta del bagno e mi guardo intorno, la cesta dei panni sporchi si muove.
Lo sapevo, mi affretto ad aprire il coperchio, dovrei essere furiosa, ma quando i miei occhi incontrano quel paio di occhietti dolci scuri come la notte, non posso fare altro che sorridere.
La sollevo e me la stringo tra le braccia "chi è stato a metterti la dentro" le chiedo e lei punta il ditino in direzione del piccolo diavolo che ci osserva divertito.

"Quante volte ti ho detto di non mettere tua sorella nel cesto della biancheria sporca?" chiedo rivolgendomi a mio figlio.
"Lei voleva entrarci" dice scrollando le spalle per poi incamminarsi verso camera sua.

"Vogliamo fare la merendina?" chiedo a Cecilia, l'ultima arrivata in famiglia due anni fa.
"Si" risponde per poi mettersi il ditino in bocca.
Cammino in direzione della cameretta di Carlos, apro la porta e lo osservo sdraiato a pancia in giù sul letto a leggere il suo libro dei dinosauri.
"Piccolo ti va un gelato per merenda?" gli chiedo e lui si gira a guardarmi con la bocca spalancata per lo stupore.
"Non sono in punizione?" chiede ed io scuoto la testa.
"Per oggi no" dico aprendo il braccio e accogliendo dopo poco la sua testolina sotto al palmo della mia mano.

Scendiamo al piano di sotto, ricavandoci un piccolo spazio in cucina. Prendo il gelato dal freezer e riempio una coppetta di fragola al mio ometto, mentre per Cecilia, omogenizzato alla frutta.
"Eccoti qui" la voce un pò troppo alta di Nicole mi fa sobalzare.
"Avresti potuto avvisarmi che avrei avuto un esercito in casa oggi" sospiro prendendo ad imboccare la piccola.
"Ariel sai che organizzare i diciott'anni di tua figlia, a Beverly Hills mi frutterà milioni di agganci?" mi chiede con un sorrisetto divertito.

Sbuffo spazientita piegando la testa di lato in modo che lei possa baciarmi la guancia, per poi riprendere ad imboccare Cecilia.
"Le pesti dove sono?" chiedo riferendomi ai due gemelli.
"Arriveranno con Aron, mi servivano ore di tregua" sospira abbassandosi in direzione di Carlos "tu si che sei un angioletto" gli dice accarezzandogli il nasino.
Alzo gli occhi al cielo e storco il naso, dovrebbe sapere cosa si nasconde dietro quel visetto perfetto e angelico.

L'ossessione di Romeo Waar verhalen tot leven komen. Ontdek het nu