48. Casa nostra

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Ariel

Me ne sto stesa sul divano di quella che è stata la mia casa in tutti questi anni. Questa casa che era stata progettata come nido d'amore per me e Rayan, ma che negli anni è diventata il porto sicuro mio, di mia figlia e di Ester che ha scelto di seguirci anche nella nuova casa.

Adoro quella donna e non smetterò mai di esserle grata per tutto quello che ha fatto per me, per noi.
Mi accarezzo la pancia e ripenso a quel giorno di due mesi fa.

"Hermosa sei pronta?" la voce di Romeo risuona nella camera da letto.
Me ne sto in bagno piegata sul wc a vomitare tutto quello che ho mangiato nelle ultime ore.
"Ariel" la sua voce ora è più vicina.
Non può, non deve vedermi così.

"Non entrare" faccio in tempo a dirgli prima che un altro conato di vomito mi costringe a piegare la testa.
"Che succede?" chiede avvicinandosi a me e afferrando i miei capelli in una coda.
"Deve avermi fatto male qualcosa" sospiro alzandomi e ripulendomi la bocca.
"Cosa hai mangiato?" mi chiede ma la mia attenzione è attirata dal pacco di assorbenti comprato ben tre mesi prima.

"Romeo" sospiro atterrita.
"Ariel?" mi chiede perplesso.
"Che giorno è oggi?" gli chiedo.
"Martedì 10" risponde avvicinandosi a me.
Esco e corro in camera da letto, prendo il mio cellulare e apro il calendario.
"Ariel mi spieghi?" chiede lui confuso, osservandomi come se fossi impazzita.
L'ultimo ciclo l'ho avuto il 5 gennaio e oggi siamo al 10 marzo, come ho fatto a non accorgermene.
Lancio il telefono sul letto e mi siedo sbuffando "dobbiamo comprare un test" affermo.
"Un test? Di gravidanza?" chiede sedendosi sul bordo del letto.
"Si" sospiro appoggiando la mano sul letto.
"Va bene" risponde appoggiando la sua mano sulla mia.

Sono incinta da quasi quattro mesi, i più belli della mia vita. Romeo è così premuroso e pronto a soddisfare ogni mio desiderio, qualunque esso sia.
Lo osservo avanzare verso di me, il suo fisico slanciato e muscoloso, quelle braccia forti e quel viso contornato dalla barba ed il ciuffo di capelli ribelle, non fanno altro che renderlo sexy, sexy da morire.

"Lo sai che sei dannatamente sexy?" gli chiedo mordendomi il labbro.
Mi regala quel suo sorrisetto strappa mutandine per poi fermarsi ai miei piedi.
"E tu lo sai, che sei terribilmente eccitante?" mi chiede per poi piegarsi su di me e baciarmi.

Lo bacio assaporando il suo sapore di menta e tabacco.
"Attento così finarai per  schiacciarci, papi" gli dico accarezzandogli i capelli e facendolo sorridere.
"Adoro quando mi chiami papi" sospira per poi aiutare ad alzarmi dal divano.

Mi guardo intorno per l'ultima volta e mano nella mano usciamo da quella casa, diretti verso il nostro futuro insieme.

Romeo

"Devi tenere la benda" afferma decisa spingendomi dentro casa.
"Come faccio a vedere casa nostra?" domando divertito, facendo come mi dice.
"Prima la camera da letto, ci ho lavorato tanto" mi dice pizzicandomi i fianchi "attento al gradino" aggiunge poi guidandomi.

Saliamo per le scale e camminiamo per il corridoio.
"Fermati" mi ordina, faccio come mi dice fino a che non sento una porta aprirsi e la sua mano avvolgersi alla mia.
"Stai buono qui" sospira lasciandomi solo per qualche istante.

La sento armeggiare con qualcosa, sembra rumore di carta.
"Ci vuole tanto?" chiedo spazientito.
"Ho quasi fatto" ridacchia per poi avvicinarsi a me dopo poco "sei pronto?" mi chiede ed io annuisco.

Sbatto più volte le palpebre per riabituarmi alla luce.
Mi guardo intorno sbalordito, questa stanza è fantastica. Tutto è curato nei minini dettagli, nei toni del bianco, grigio e nero.

L'ossessione di Romeo Where stories live. Discover now