12. Le nozze

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"A cosa devo l'onore?" chiedo divertito osservando l'eleganza dei suoi movimenti mentre prende posto sulla sedia difronte alla mia.
Mi osserva attentamente senza rispondere.
Il rossore colora sempre di più quegli zigomi perfetti, fino a farli somigliare a due mele succose e rosse, che io vorrei tanto mordere ed assaporare.
Il mio sguardo indiscreto, dopo aver percorso il suo collo liscio, si posa sull'abbondante scollatura messa in bella mostra da un top nero.

"Romeo" tossisce schiarendosi la voce e riportando l'attenzione dei miei occhi sul suo viso.
"Ariel" scandisco il suo nome, quasi eccitato da poterlo pronunciare in sua presenza.
Mi sistemo meglio sulla mia sedia in pelle, mettendo in mostra i pettorali allenati e fasciati da una camicia azzurra.
Lei mi osserva attentamente, scorrendo con i suoi occhi limpidi sul mio petto.

Allora anche tu non se indifferente al mio fascino?

"Romeo" ripete palesemente imbarazzata e questo mi fa impazzire, vederla vittima del mio fascino mi crea una serie di emozioni a cui non so dare un nome preciso, so solo che sono pura benzina sul fuoco per la mia eccitazione.

"Ti ascolto" rispondo con il sarcasmo nella voce.
"Sono venuta qui" quasi sussurra " per chiederti di lasciarmi in pace" aggiunge guardandomi dritto in faccia con quegli occhi azzurri attraversati da una scintilla ed annebbiati dal desiderio.
Riesco a capire quando una donna mi desidera e quegli occhi lì, quegli occhi vogliosi, quegli occhi lussuriosi che ho da sempre visto stampati sui volti delle donne, non mi riesce difficile riconoscerli come tali.

"Cosa intendi?" chiedo alzandomi dalla mia sedia e iniziando a camminare avanti ed indietro per il mio ufficio, alle sue spalle.
"Non puoi baciarmi a tuo piacimento" dice senza girarsi a guardarmi "non è giusto per Amanda" sospira.
"Amanda?" chiedo allibito " non dovrebbe essere giusto per tuo marito" ribatto tagliente.
Lei si gira a guardarmi, ha gli occhi furiosi e la bocca schiusa per lo stupore.
"Non parlare di mio marito" afferma decisa.

Avanzo a passo lento verso di lei, appoggio le mani sulle sue spalle, godendo della morbidezza della sua pelle candida e setosa.
"Non parleró di lui, ma resta il fatto che ci siamo baciati" sussurro abbassandomi di poco vicino al suo orecchio ma quel tanto che basta per vedere la sua pelle fremere e vibrare al suono delle mie parole.
"Tu mi hai baciata" quasi urla alzandosi di scatto e facendomi arretrare di un passo.
Si volta nella mia direzione furiosa e bellissima come non ho mai avuto il piacere di vederla.

E questo mi fotte il cervello, perchè anche litigare con lei mi fa impazzire ed eccitare.
Avanzo verso di lei e lei indietreggia fino a sbattere con il sedere sul legno scuro e duro della mia scrivania, sorrido al pensiero che non sia l'unica cosa dura in questo momento, in questa stanza.
La intrappolo tra le mie braccia puntando i miei occhi nei suoi, mi piego avvicinando la fronte alla sua beandomi di quel profumo che riesco a riprodurre anche nei miei pensieri.

"Io ti ho baciata, è vero" sussurro sulle sue labbra che lei arriccia per il disappunto.
"Ma tu sembravi parecchio coinvolta" aggiungo e i suoi occhi si puntano nei miei. Sembra smarrita, confusa, in lotta con se stessa eppure non dice una parola ne muove un muscolo per spingermi via da lei.
"Perchè vedi" sussurro avvicinando sempre di più le mie labbra alle sue "tu" sospiro su quelle labbra oggetto dei miei desideri più profondi, la osservo socchiudere gli occhi in attesa che le mie labbra si premano contro le sue e che la mia lingua si intrecci alla sua in un gioco sensuale "mi baceresti anche adesso" sospiro per poi alzarmi e staccarmi da lei che mi osserva con gli occhi spalancati e increduli.

Si rimette in piedi sistemandosi la gonna "Stai lontano da me, stronzo" ringhia furiosa "io non saró mai una delle tue conquiste" aggiunge per poi uscire di tutta fretta dal mio ufficio.

Mi siedo sulla mia poltrona e mi porto le dita all'altezza delle narici per inspirare ancora quel suo profumo dolce, che spero fortemente possa diventare il profumo della mia vita.

Quella donna mi fa impazzire, non vedo l'ora che sia mia, mi divertiró molto a metterla in riga. La mia mente a quel pensiero si spinge troppo oltre, in un luogo di non ritorno.
Sbuffo frustrato raggiungendo il bagno, Romeo Santos che si fa una sega per calmare i suoi bollenti spiriti per una fottutta, stupenda e bellissima donna.

Chi l'avrebbe mai detto.

~~

"Avanti" sbuffo quando qualcuno bussa alla porta del mio ufficio.
"Signor Santos" la voce di Javer mi fa drizzare i peli sulle braccia, sono così ansioso di ascoltare le notizie che è venuto a portarmi.
"Allora?" chiedo con un sorriso divertito.
Lui non mi risponde, si limita a poggiare sulla mia scrivania un fascicolo.

Rayan Smith è scritto a caratteri cubitali sulla copertina rossa, mi da persino fastidio leggere il suo nome ad alta voce.
Faccio un cenno a Javer e lui inizia a parlare mentre io sfoglio il fascicolo.
Che uomo noioso penso tra me e me, quando un dettaglio mi fa accapponare la pelle, subito mi ritornano alla mente le parole di Amanda.

"E poi quanto vuoi che duri il loro matrimonio" quella frase mi risuona nella mente e un ghigno soddisfatto si imprime sul mio volto.
"Durerà davvero poco" sospiro tra me e me.
"Come signore?" mi chiede Javer.
"Puoi andare hai fatto un lavoro eccellente" dico prendendo la mazzetta dal primo cassetto della scrivania per poi passargliela.
"La ringrazio" dice e si allontana.

Io come ipnotizzato da quella pagina la riapro e rileggo ancora, ancora e ancora quella notizia riportata da un tabloid russo.

Rayan Smith l'imprenditore americano multimilliardario, stringe accordi con l'impero soderurgico Russo, ma gli accordi non sono solo un vincolo lavorativo in quanto il giovane americano è riuscito a far breccia nel cuore di Iryna la figlia di Vladimir Lisin, le nozze dei due sono programmate per la fine dell'anno prossimo.

Mia povera Ariel, non temere avrai due spalle larghe e forti su cui piangere....

L'ossessione di Romeo Where stories live. Discover now