22. É il mio ex marito.

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"Cosa ti porto capo?" mi chiede il barman.
"Qualcosa di molto forte" sospiro massaggiandomi le tempie con la mano destra.
Un flebile sorriso appare sul mio viso quando mi poggia davanti un bicchiere ripieno di un liquido bianco.
"Vodka?" chiedo sorpreso, in tutta la mia vita non ho mai bevuto la vodka.
Lui annuisce " spazzerà via ogni tuo pensiero" mi dice facendomi storcere il naso.

È così evidente? Ho la faccia di uno che ha mille pensieri per la testa, sono messo così male? Sospiro bevendo un sorso di quel liquido amaro che mi incendia la lingua e la gola.

"Cazzo" sbraito "brucia" aggiungo fulminandolo con lo sguardo.
"È assoluta" mi risponde scrollando le spalle.
Ne bevo ancora un sorso, poi un altro ed un altro ancora fino a svuotare l'intero bicchiere.

"Dammi l'intera bottiglia" gli ordino.
"Ma capo..." sta per ribattere ma lo zittisco battendo con forza il palmo aperto della mano sul bancone del bar.
"Dammi la cazzo di bottiglia e se qualcuno mi cerca io non sono qui" aggiungo strappandogli la bottiglia dalle mani e camminando a passo svelto verso il mio ufficio.

Mi chiudo dentro e bevo, direttamente dalla bottiglia,un sorso di quel liquido così amaro ma che mi fa sentire così leggero.

"Vado a cena con Rayan e la piccola, lo faccio per lei"

Questa frase mi ronza nella mente come una zanzara fastidiosa nell'orecchio.
Lo fa per la piccola, come no! E gli asini volano, rido divertito immaginando davvero un asino che vola per poi bere ancora un sorso di vodka.
Lei va a cena con l'uomo che le ha spezzato il cuore e lo fa per la figlia che lui non ha pensato due volte ad abbandonare.

"Brava Ariel" sussurro "un brindisi a te" aggiungo scolandomi metà bottiglia.

~~

Una vibrazione continua e fastidiosa mi fa tremare la testa, la alzo di scatto maledicendomi, ho un dolore allucinante alla testa e un sapore schifoso in bocca.
Mi guardo intorno confuso, sono nel mio ufficio.
Mi sistemo sulla sedia e mi prendo la testa tra le mani, frugo nel cassetto della scrivania e prendo un'aspirina, spero mi aiuti.

Ma la vibrazione non accenna a finire, sollevo dei fogli sui quali mi ero addormentato e osservo la luce del display del mio cellulare che lampeggia.

"Pronto" rispondo con la voce roca e assonnata.
"Romeo, dove diavolo sei?" la sua voce mi provoca un senso di fastidio, arriccio il naso e aggrotto la fronte.
"Che diavolo vuoi?" sbiascico scontroso "Hai finito di scopare con il tuo ex? aggiungo singhiozzando.
"Sei ubriaco?" mi chiede preoccupata.
"Non ti riguarda, Romeo Santos per te non esiste più" dico quell'ultima frase come una cantilena "anzi adesso esco dal mio ufficio e mi scopo la prima donna che incontro, buonanotte signora Smith" sbuffo con disgusto attaccandole il telefono in faccia.

Mi alzo dalla poltrona e vado in bagno a darmi una sistemata, mi sciacquo il viso con l'acqua fredda e mi osservo allo specchio, mi faccio pena da solo.
Mi sono ridotto a correre dietro ad una donna che mi illude con le sue parole e mi fotte con i fatti.
Sei patetico Romeo, hai il mondo ai tuoi piedi, potresti avere ogni notte una donna diversa, sexy e focosa nel tuo letto ed invece il mio corpo e la mia anima sono incatenati a quegli occhi azzurri, quegli occhi ingannatori che mi confondono il cervello.

Dev'essere una strega, qualche ragazza che ho fatto soffrire al mio paese, deve avermi fatto una fattura, devo parlarne con la mia abuela, lei è esperta di malocchio e stronzate varie.

Mi tiro i capelli all'indietro e apro i primi due bottoni dalla mia camicia, ora si che mi riconosco.
Mi impongo mentalmente di accantonare quel pensiero per questa notte e di trovarmi alla svelta una bella ragazza con cui passare la notte.

L'ossessione di Romeo Where stories live. Discover now