18. Ti presento.....

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Dopo due giorni di silenzio straziante, ricompare con un semplice messaggio: "ci vediamo in centro alle 17".

È così che funziona con lei.

Chiama quando ha bisogno di soddisfare i suoi desideri sessuali, quando vuole qualcosa.
Semplicemente quando le va.

"Ci vediamo in centro alle 17" rileggo il messaggio sbuffando. Chi si crede di essere, non sa con chi ha a che fare la signorina, non risponderó al suo messaggio e non mi presenteró all'appuntamento.

~~

Alle cinque in punto parcheggio l'auto nei pressi del centro, la voglia di vederla ha prevaslo sul mio orgoglio.
Sono un debole, lo so. Ma ho ancora bisogno di specchiarmi nei suoi occhi azzurri ed ho ancora voglia di assaporare la sua essenza.

Cammino per raggiungere il bar in cui mi ha dato appuntamento, la riconosco immediatamente, i suoi occhioni azzurri sono inconfondibili, li riconoscere tra milioni di occhi chiari.

Un sorriso traditore si stampa sul mio viso, ma non dura a lungo, si affievolisce a mano a mano che mi avvicino a lei e noto la piccola presenza al suo fianco.
"Romeo" mi saluta scattando in piedi e baciandomi a stampo, lasciandomi interdetto.
"Ariel" ricambio il suo saluto sedendomi di fronte a lei ed accanto alla piccola che sta dormendo nel suo passeggino.

Osservo attentamente il suo visino tondo, le guance paffute, i capelli neri e le lunghe ciglia dello stesso colore. Ha la bocca a cuoricino, la guardo con fastidio riconoscendo in lei i tratti dell'uomo che più odio a questo mondo.
Quasi mi da fastidio guardarla, ma poi si sveglia e apre quegli occhioni azzurri come il mare e ci rivedo dentro la donna che ha accanto che le sorride dolcemente.

"Buongiorno piccolina" le sussurra accarezzandole una guanciotta paffuta e rosea.
Dev'essere difficile per lei allevare e prendersi cura ogni giorno del ritratto dell'uomo che le ha spezzato il cuore.
Il mio stomaco si contorce su se stesso a questo pensiero fastidioso.

"Romeo ti presento Ginevra, mia figlia" mi dice sorridente e fiera. La bambina che fino a quel momento non si era accorta di me, inizia a fissarmi.
Che hai da guardare mocciosa, vorrei dirle.
Ma lei mi prende in contropiede, mi sorride e io mi sciolgo difronte a quel sorriso sdentato e dalle fossette adorabili.
"Gli piaci" mi dice lei distogliendo la mia attenzione dalla piccola "di solito piange" aggiunge per poi alzarsi e chinarsi verso il passeggino.

Approfitto della posizione per godermi la visuale del suo lato b perfetto, fasciato in un pantalone aderente nero.

"Eccola qui" sospira dopo aver preso la piccola in braccio ed essersi riseduta sulla poltroncina.
La piccola si avvinghia al suo collo e mi osserva nascosta dietro le ciocche dei capelli scuri della sua mamma.

"Quanto ha adesso?" chiedo fingendo interesse per la mocciosa.
"Quasi due anni" risponde lei con un sorriso dolce "vero piccolina" le sussurra e lei si nasconde ancora di più tra i suoi capelli.
"Ha vergogna" si giustifica, ma a me poco interessa di quella bambina.

"Ordiniamo?" mi chiede ed io annuisco.
"Cosa vuole la mia principessa? Un bel gelato con la sua mamma?" chiede con la voce dolce e la bambina spalanca ancora di più i suoi occhioni mettendosi un ditino in bocca.
"È un si?" le chiede ancora e lei annuisce.
Questo lato dolce di lei, a me fin ora sconosciuto, mi crea una strana sensazione nel petto. Quasi invidio quella bambina per l'attenzione e l'amore che riceve da lei.

"Tu che prendi?" chiede girandosi di scatto verso di me e sorridendo quando si accorge che le stavo fissando.
"Gelato anche per me" le rispondo.

Quando il cameriere arriva con le nostre ordinazioni, la bambina batte le mani felice, provocandomi un piccolo sorriso.
"Me ne dai un pó del tuo?" mi sussurra "a me la fragola non piace" aggiunge e io la osservo stranito dato che ha ordinato un gelato a fragola.
"Piace a lei" mi risponde per poi prendere ad imboccare la bambina.

L'ossessione di Romeo Where stories live. Discover now