38.Profumava sempre di vaniglia, proprio come te.

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"Hola mamà" sospiro inginocchiandomi sul terreno umido, accarezzando con le dita la nostra foto.
Un sorriso spontaneo si forma sul mio viso, quando osservo i miei disegni di bambino,che ancora riempiono la piccola cappella.

"Non ho avuto il coraggio di presentarmi qui,negli ultimi anni. Avevo paura del tuo giudizio silenzioso, avevo paura che fossi delusa dai miei comportamenti, troppo simili a quelli della bestia che ti ha portato via da me" sospiro strofinandomi un occhio con il pugno chiuso.

"Mi sono comportato male, ho trattato le donne come oggetti, potrai mai perdonarmi,mamma? Potrai perdonarmi per essere stato il peggior uomo sulla faccia della terra? Potrai perdonarmi per essere stato ciò che tu non volevi?" le chiedo ancora e questa volta le lacrime, quelle più scaltre,riescono a scivolare sul mio viso e ad invadere il mio palato con il loro gusto salato.

"Posso ancora immaginarmi come il tuo ometto speciale? Ah mamà?" sospiro ancora afferrando tra le dita il mio ultimo disegno fatto per la festa della mamma. Siamo io e lei, che ci stringiamo la mano e quella linea curva, sui visi tondi, ad indicare la nostra felicità.

Se avessi saputo che quella fosse stata la nostra ultima festa madre figlio, avrei fatto di più.
Ma cosa avrebbe potuto mai fare un bambino di soli sei anni? Non sono stato in grado di difenderti, troppo piccolo e troppo spaventato da quel mostro che ti ha portato via da me.

Osservo il suo volto impresso in quella fotografia, i suoi capelli lunghi e scuri e quegli occhi verdi. Ho sempre creduto che non avrei mai più trovato un paio di occhi così belli eppure, mi giro a guardare l'amore della mia vita, che si è tenuta qualche passo più dietro,per lasciarmi un pò di intimità con te.
Non trovi anche tu che sia perfetta,mamma?

"Ora te la presento, scommetto che ti sarebbe piaciuta tanto" sospiro alzandomi ed incamminandomi verso di lei, che mi osserva dispiaciuta e con gli occhi lucidi.

"Romeo" sospira accarezzandomi il viso. Socchiudo gli occhi e mi godo il calore confortevole che la sua piccola mano è in grado di farmi provare.
Intreccio le mie dita alle sue e la porto con me.

Ci inginocchiamo entrambi dinanzi alla cappella
" Era bellissima, ti somiglia tanto" sospira lei osservando la foto.

"Profumava sempre di vaniglia, proprio come te" sospiro e lei mi sorride felice.

"Hai continuato a portarle disegni ad ogni festa?" chiede osservando i miei disegni attaccati alle pareti di marmo della piccola cappella.

"Si, fino ai 15 anni" sospiro " questo era il nostro posto preferito, ci divertivamo a fare il bagno nel lago e giocavamo ai pirati ogni pomeriggio" rido facendo ridere anche lei.

Predo un bel respiro e come se lei fosse qui davanti a noi, afferro la mano di Ariel e la porto alle mie labbra, lasciandovi un bacio lieve.

"Mamma lei è Ariel, la mia fidanzata" sospiro attirandola a me e baciandola sulla fronte. Lei in risposta allunga la sua mano ed accarezza il volto della mia mamma con le sue dita.

"Ti avrebbe adorato" sospiro "anzi mi avrebbe detto sicuramente che eri troppo per me" aggiungo sorridendo.

"Io sono giusta per te, Romeo" sospira lei facendomi battere il cuore nel petto all'impazzata.

~~

"E' congelata" borbotta immergendo i piedi nell'acqua del lago. Mi siedo dietro di lei, intrappolandola tra le mie cosce e facendole appoggiare la testa sul mio petto. Guardiamo i nostri piedi muoversi nell'acqua senza dire una parola.
E' così rilassante stare qui, ma ovunque io guardi il ricordo mi mamma è come un pugno in un occhio.

Osservo l'altalena appesa al ramo, che lei costruì per il mio quinto compleanno. Amavo andarci e amavo che lei mi spingesse per ore,senza lamentarsi mai.

"Ti manca?" la sua voce spezza il silenzio.

"Tanto, più che altro mi manca non aver condiviso con lei le mie gioie più grandi" sospiro accarezzandole un fianco "sai cos'è che mi è mancato e mi manca più di tutto?" le chiedo e lei scuote la testa "sentire la sua voce, quasi non la ricordo più. Mio padre ha bruciato ogni filmino della mia infanzia, ha cancellato ogni traccia del suo passaggio in questa casa" sospiro amareggiato.

"Ma perché?" sospira lei con la tristezza nella voce.

"Perché lui non accettava che mia mamma non lo volesse. All'epoca ero un bambino e non potevo capire, ma lei era stata data in sposa a mio padre all'età di sedici anni. Le famiglie più povere, erano solite vendere le proprie figlie a uomini di mal affare per estinguere debiti o per garantire loro un futuro migliore, ma che di migliore non aveva un bel niente" sospiro.

"Un pò come essere vinta a poker" sospira amareggiata.

La stringo forte a me " non sai quanto mi pento, anche solo di essermi seduto a quel maledetto tavolo e di aver preso parte ad un'atrocità simile" affermo incazzato con me stesso.

"Pensala così, se non mi avessi vinta, non ti saresti mai innamorato di me" sospira lei accarezzandomi le gambe con le sue piccole mani.

"E noi non saremmo esistiti" sospiro stringendola a me, scacciando via l'orribile pensiero di avere una vita senza di lei.

"Sei stata una scoperta per me" sospira " sei un uomo eccezionale, sei paziente, sei sensibile e ti sei preso cura di mia figlia, come se fossi suo padre. Io non so cosa ho fatto di buono nella mia vita per meritare te" aggiunge voltando il suo viso verso il mio, appoggiando le sue labbra alle mie.

"Sono io che devo dire grazie, qui" affermo stringendola a me ed impossessandomi ancora una volta delle sue dolci labbra.

"Ti amo, Romeo" sussurra sulle mie labbra riducendo a brandelli il mio povero cuore.
"Ti amo, amore mio" sussurro e lei sorride felice.

"Mi piace quando mi chiami, amore mio" risponde al mio sguardo curioso.
"Amore mio, amore mio, amore mio" sussurro sulle sue labbra solleticandole i fianchi.
"Grazie Romeo, grazie per esserti fidato di me e per avermi resa partecipe del tuo passato" afferma stringendosi a me "siamo più simili di quanto immagini" aggiunge commossa.

Che stupido che sono stato, anche lei ha perso sua mamma, da bambina. La stringo forte a me accogliendo ogni sua lacrima sul mio petto, vorrei poter cancellare ogni traccia di dolore dal suo cuore.
"Mi manca tanto" singhiozza "ogni giorno che passa, ogni singolo mattino ed ogni singola notte io penso sempre a lei e a come sarebbe stato averla qui, con me. Non avrò mai il piacere di vederla essere nonna dei nostri figli, di litigare con lei perché li vizia troppo" sospira stringendosi a me.

"Nostri figli?" le chiedo e lei si sposta per guardarmi negli occhi.
"Non ne vuoi?" mi chiede spalancando gli occhioni pieni di lacrime.
"Certo, ma prima,c'è una cosa che desidero con tutto me stesso" sospiro senza distogliere lo sguardo dal suo.

"Cosa?" mi chiede.
"Voglio che tu abbia il mio cognome" affermo guardando la sua espressione trasformarsi in stupore e poi felicità.
"Romeo io" sta per dire ma una voce interrompe questo momento perfetto.

"Hijo mío, ¿no me presentarás a tu prometida?"
*Figlio mio, non mi presenti la tua fidanzata?*

L'ossessione di Romeo Where stories live. Discover now