34. Messico, prima parte.

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Ariel

Sbadiglio sonoramente,sistemandomi meglio sul comodo sedile in pelle chiara del jet privato di Romeo. Pensavo venisse anche lui a prenderci ed invece per l'ennesima volta ha dato dimostrazione della sua poca maturità.

Appena ho saputo che stava bene, tutta la preoccupazione e l'apprensione che avevo nei suoi confronti si sono tramutati in una rabbia incontenibile. Non ha nemmeno avuto la decenza di parlare con me, di chiedere come stessi e cosa pensassi.
Niente!!!
L'unica cosa che ha fatto è stata quella di inviare il suo jet privato a Los Angeles.

Socchiudo gli occhi e decido di estraniarmi da tutto ciò che mi circonda, portandomi alle orecchie i miei amati  auricolari. Almeno  mi risparmio per un pò,  il rumore degli schiocchi incessanti dei baci che si scambiano Aron e Nicole.

Provo a rilassarmi in tutti modi ma quel pensiero costante fa capolino nella mia mente.

Lui.

L'uomo che ha stravolto ogni mio piano e che è riuscito a migliorarmi la vita e ad incasinarmela in maniera irrimediabile. Mi batte il cuore e mi si stringe lo stomaco all'idea di averlo finalmente a portata di mano, dopo un tempo che mi è sembrato infinito.

In questi giorni lontani, ho maturato ancora di più quella consapevolezza, è lui che voglio, è con lui che voglio concedermi di nuovo quel rischio di essere felice.

Ma ha sbagliato e si sa, chi sbaglia paga.

Romeo

Cammino nervosamente per tutta la sala d'attesa adiacente alle piste di atterraggio private.
Mi sento agitato come non lo sono mai stato in vita mia, quella sicurezza con cui ho sempre affrontato la vita e che mi ha accompagnato in situazioni anche più grandi di me, sembra essersi volatilizzata, svanita nel nulla.

Cammino avanti ed indietro facendo schioccare le ossa delle dita delle mani,per l'ennesima volta, cercando in tutti i modi di distrarmi per far riposare il mio povero cuore che pulsa all'impazzata da quando ho messo piede fuori dal letto questa mattina.

Mi accendo una sigaretta per ingannare il tempo, quando una hostess mi si avvicina e mi dice che qui dentro è vietato fumare e che devo recarmi nell'apposita ala fumatori, ma non posso allontanarmi,il jet atterrerà a momenti ed io non voglio muovermi da qui.
Butto la sigaretta e mi siedo, battendo più volte il piede per terra impaziente.

Vorrei averla già qui e baciarla fino a toglierle il fiato, vorrei inginocchiarmi ai suoi piedi e chiederle perdono all'infinito per lo stupido che sono stato.

Sospiro e mi alzo ancora ma questa volta per raggiungere la pista dove ci sono la mia auto e quella di Aron ed il  jet che è appena atterrato.

Mi appoggio al cofano della mia auto incrociando le gambe ed infilando le mani nelle tasche dei miei pantaloni neri eleganti.

Osservo il portellone del jet aprirsi e dopo poco vedo uscire Mike la mia nuova hostess. Sorrido a quel pensiero, fino a poco tempo fa le mie hostess erano donne bellissime e pronte a tutto, adesso invece c'è Mike.

Mi ricompongo quando Aron percorre la scaletta e viene verso di me.
"Romeo, cugino" afferma felice abbracciandomi. Gli sorrido senza mai distogliere lo sguardo da quella scaletta, ricambio il sorriso alla testolina bionda che ci raggiunge subito dopo e poi il cuore sembra uscirmi dal petto quando è lei a percorrere quella maledetta scaletta.

Osservo ogni dettaglio di quel corpo perfetto lasciato scoperto da un paio di pantaloncini di jeans ed una canotta che sembra più una seconda pelle che un pezzo di stoffa coprente.

L'ossessione di Romeo Where stories live. Discover now