Skool Luv Affair

Capitolo 50: San Valentino - prima parte

Jimin's POV

Tiro un profondo sospiro prima di entrare finalmente a scuola: oggi è il 14 febbraio, il giorno di San Valentino. Dall'ultimo incontro con i ragazzi ho pensato molto a ciò che mi hanno detto. Se davvero Ale pensa che mi piaccia Geong Min, allora devo assolutamente farle capire che si sbaglia... anche se questo significherebbe rovinare la nostra amicizia. Inoltre, se davvero come dicono i ragazzi, non prova nulla per quel Gonjin (è scritto sbagliato apposta ^^) allora magari potrebbe anche nascere qualcosa tra di noi. Scuoto la testa cercando di concentrarmi sulla strada che sto percorrendo per evitare di sbattere contro qualcuno, con tutti sti film mentali che mi sto facendo.
Fortunatamente arrivo sano e salvo davanti la porta della mia, della nostra classe. Posso farcela: devo solo trovare il momento giusto per parlarle e dirle finalmente tutto quello che provo, del resto non ho nulla da perdere; alla fine io ed Alessia ci parliamo già a malapena, peggio di così non può andare.
Tiro un altro sospiro prima di afferrare la maniglia della porta e tirarla verso di me, entrando subito dopo in classe come se niente fosse. Ed eccola che la vedo, li seduta al suo posto, di fianco a quello che dovrebbe essere il mio ma che al momento è occupato da Giorgia. Ride spensierata insieme alla nostra amica, come se fosse l'unica in questa classe, mentre gli altri ridacchiano contagiati dalla sua risata. D'istinto sorrido anche io: è incredibile come basti così poco per togliermi qualsiasi preoccupazione. Quella ragazza è davvero speciale, non lo si può negare affatto. Mi avvicino a loro e, con finto fare disinvolto, mi inserisco nella conversazione.

"Cosa c'è di tanto divertente?" chiedo guardando tutti con un sopracciglio inarcato.
Jungkook e Taehyung fanno spallucce come se non ne avessero idea, mentre quelle due continuano a ridere come se niente fosse, ignorandomi malamente. Menomale che c'è Rebecca che, palesemente più calma delle due, mi risponde tranquilla.
"Stanno ricordando dei fatti accaduti alla nostra scuola in Italia: ne sono successe di tutti i colori in quella classe" ridacchia poi "loro non hanno idea di cosa sta succedendo perché hanno parlato in italiano per tutto il tempo" fa segno con la testa verso i due ragazzi seduti su un banco dietro di lei.

"Capisco" annuisco ridacchiando.
Non ho il tempo di aggiungere altro che il prof di inglese entra in classe, facendo zittire tutti in un secondo e facendoli tornare subito ai propri posti. Lo stesso vale anche per me, che riesco finalmente a sedermi al mio posto ora libero. Guardo la ragazza al mio fianco, affascinato dal suo sorriso ancora fisso sul suo volto. Devo dirle al più presto quello che provo, con un sorriso del genere troppi ragazzi le vanno dietro e io potrei perdere la mia occasione.

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Siamo all'ora di pranzo, pronti per lasciare la classe e andare in mensa: inutile dire che ho provato per tutta la giornata a parlarle, lanciarle segnali, ma senza alcun successo. Ormai non ho più tanto tempo, dopo la pausa pranzo abbiamo spagnolo e poi le lezioni saranno finite: così rischio di perdere la mia occasione! Devo assolutamente trovare il modo di parlarle, di stare da soli soprattutto (cosa che vedo difficile, dato che il trio non si scioglie mai neanche un secondo). Nel momento in cui mi giro verso di lei per chiederle di pranzare insieme, la vedo che si alza pronta a raggiungere le altre due ragazze che l'aspettano davanti alla porta per andare insieme in mensa... appunto.

"Aspetta Aless-" provo a fermarla.
"Scusa Jiminie, le ragazze mi stanno aspettando, facciamo la videochiamata con Giulia durante il pranzo e devo sbrigarmi ed andare in fila a prendere da mangiare prima che si faccia troppo tardi e quell'altra esca per andare a scuola" mi spiega velocemente, per poi scuotermi un po' i capelli e correre dalle sue amiche.

Sospiro nuovamente sbattendo la testa sul banco, di questo passo non riuscirò mai a parlarle.
"Hey hyung" fa una voce vicino a me. Appena alzo la testa vedo Jungkook e Taehyung che mi guardano preoccupati. Ricambio lo sguardo facendo un sorriso un po' forzato: conoscendoli, immagino che abbiano capito che c'è qualcosa che non va, lo dice anche la loro espressione preoccupata del resto.