CHAPTER III

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Il primo calore

I fremiti riempivano la stanza, Jungkook si sentiva malissimo come neanche tutte le botte del mondo lo avevano mai fatto stare

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I fremiti riempivano la stanza, Jungkook si sentiva malissimo come neanche tutte le botte del mondo lo avevano mai fatto stare.

Si era posizionato di lato nel lettino in cui lo avevano fatto adagiare, proprio come gli aveva spiegato quel curatore con Jimin. Le coperte del letto erano così morbide e profumate. Jungkook avrebbe tanto voluto godersele, ma il suo cazzo di corpo aveva deciso di sviluppare e entrare in calore e ora si ritrovava con dei crampi che lo facevano far star male, un erezione dura come una roccia, il sedere bagnato dai suoi umori... e una voglia matta di farsi possedere da qualcuno.

Questa era sicuramente la parte peggiore, odiava gli alpha... in condizioni normali mai avrebbe voluto sottomettersi, eppure non faceva che immaginarsi sotto uno di questi e gemere come una cagna. Cosa che tra l'altro era davvero alla fin fine.

Premette il ventre contro il materasso, iniziando a strusciare il bacino sulla superficie morbida cercando di darsi sollievo, i movimenti erano sconclusionati e impacciati provocandogli tutta una serie di gemiti sconci che Jungkook sapeva lo avrebbero fatto morire dall'imbarazzo più tardi. Si abbassò i boxer consumati che aveva addotto, portando la mano sulla sua erezione per cercare maggiore sollievo, non sapeva bene cosa fare, fino a quel momento aveva sempre evitato di toccarsi ma in quel momento non era proprio possibile.

Si lasciò guidare dall'istinto.

La sua mano strinse il suo pene con vigore, iniziando a percorrerlo per tutta la sue lunghezza più volte, mentre l'altra mano stringeva le lenzuola.

Non era abbastanza, anche aumentare la velocità della sua mano non sembrava aiutare. Il suo sedere lo richiamava, voleva attenzioni che lui non voleva e non sapeva dargli.

Si mise supino grugnendo, portando le ginocchia al petto e la mano libera alla sua apertura. Con l'indice toccò l'anello di muscoli, stupendosi di ritrovarlo così bagnato, il dito penetrò facilmente.

Iniziò a muoverlo, senza trascurare la sua erezione, era parecchio complicato, ma fattibile.

Acuti gemiti lasciavano le sue labbra, i fremiti percorrevano il suo corpo sudato, non era abbastanza. Voleva di più.

Premette i denti contro il labbro inferiore, che cedette e si tagliò lasciandogli in bocca il sapore del ferro, ma a Jungkook non importava in quel momento quel dolore era l'unica cosa a lasciargli una parvenza di lucidità.

Il profumo che sentiva di muschio e erba tagliata continuava a disegnare nella sua mente la figura di un uomo, Jungkook però si rifiutava di metterla a fuoco e affondava il naso nelle lenzuola cercando di rimpiazzarlo con l'odore di pulito delle lenzuola sulla quale era adagiato.

E per un po' gli era anche stato utile, ma poi quell'aroma divenne più forte, più vicino e neanche il dolore che si provocava da solo riusciva più a tenere la sua mente lucida.

Despite who I am ||Taekook||Where stories live. Discover now