Capitolo 1

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Una cosa è certa: Alex non uscirà mai più a bere qualcosa con i suoi compagni di liceo.

<Sveglio?>

Alex è una di quelle persone che non ragiona mai, quando si tratta di fare qualcosa e successivamente ne paga le conseguenze.
Ha fatto tante cazzate, senza pensare a quello che sarebbe potuto accadere dopo: tipo quando ha rubato il portafoglio alla vecchia signora che sedeva in quel ristorante.
Non si era accorto però, del cane, un bastardo col muso schiacciato, che ha iniziato ad abbaiare subito dopo il furto.
Fatto sta che Alex si era ritrovato con un bel morso sul sedere, ma in mano aveva qualche spiccio.
Oppure quella volta in cui ha accettato una scommessa: doveva introdursi nella casa della rappresentante di classe e rubarle l'intimo.
Devo anche dirlo? Ha accettato e ciò che ne ha ricavato è stato un grosso schiaffo, in mezzo alla strada, in pieno giorno, esattamente 8 ore dopo.
Diciamo che se qualcosa potrebbe farlo ridere, allora la fa.
Ma questa sera, era diverso. Non doveva compiere nulla di straordinario.
Doveva solamente bere con dei suoi compagni, dovevano festeggiare la fine della quarta e l'inizio delle vacanze estive.
Il periodo in cui ci si diverte, si festeggia, si va dietro alle ragazze.
Tutto è andato bene all'inizio: con l'alcool in corpo, Alex e i suoi amici hanno deciso di andare a ballare e conquistare qualche ragazza.
Com'è che ora, invece, si trova in un letto di un hotel, con al suo fianco un ragazzo?
L'altro lo fissava con un sorriso veramente soddisfatto.

<Non pensavo ti svegliassi così presto... Non sono nemmeno le 7.>

Si porta un ciuffo di capelli lunghi dietro l'orecchio. Quel biondo platino per poco non acceca Alex.
Nel frattempo, non si era mosso di una virgola.
Stringeva saldamente le coperte, cercando di ricordare qualcosa ma invano, come al solito.
Poteva solo dedurre quello che era accaduto, oppure domandare al ragazzo...
Alex, sentendosi osservato, sceglie di girare di poco lo sguardo tanto per osservare meglio il luogo e il suo compagno.
Doveva avere una faccia buffissima, perché in pochi secondi, la stanza si riempe di una forte risata.

<Ha-Ha! Dovresti vedere la tua faccia!>

Il tempo di calmarsi e Alex aveva cambiato espressione 4 volte, per cercare quella più seria possibile.
Con le lacrime agli occhi dalle risate, con una mano fa cenno ad Alex di iniziare con le domande.

<Chi sei?>

<Segreto.>

<Perché sono, anzi, siamo in questo letto?>

<Indovina?>

<Tu sei Gay?>

<Dimmi ancora altro, Mister Ovvio.>

Le risposte del biondo hanno permesso ad Alex di alterarsi, talmente tanto da iniziare a sbuffare.

"Non posso tirargli un pugno. Non posso tirargli un pugno."

E mentre si ripeteva questo mantra, il biondo sguscia fuori dalle coperte.
Alle prime luci dell'alba, quel corpo così chiaro brillava.
La luce del sole viene catturata dalla pelle bianca e la illumina.
Sulla schiena erano visibili dei segni lasciati da delle unghie abbastanza affilate.
I lunghi capelli biondi cadevano leggeri su una spalla e incorniciavano il viso, che ora sembrava quasi angelico.
Gli occhi verde acqua si occupavano di scrutare lontano nel paesaggio.
I suoi movimenti erano leggeri, come se a muoversi fosse una piuma; si muoveva piano, nessun movimento era lasciato al caso, li studiava per bene.
Sgusciava fra i vestiti in terra quasi senza toccare il pavimento: sembrava avesse le ali e che si spostasse così, con i piedi a sfiorare il pavimento di pochi centimetri.
Le mani che prima si stavano sistemando il ciuffo, si avvicinano alla maniglia della porta del bagno.
Erano mani con dita lunghe e ben curate, bianche proprio come tutto il resto del corpo.
Alex lo seguiva in tutti i suoi movimenti. Da dietro, sembrava una donna.
Ma la mancanza del petto prosperoso e la presenza di un'altra gamba in mezzo alle cosce confermava il fatto che fosse un maschio.
L'angelo lascia la stanza per dirigersi in bagno.
Alex ne approfitta per togliersi le coperte di dosso e scendere dal letto.
Doveva uscire di lì il più presto possibile.
Appena in piedi, ebbe come la sensazione che le gambe non volessero reggerlo.
Mano sul comodino, si tiene in piedi a fatica, cercando invano di camminare.
Con la mano libera, si tasta la schiena, fino a scendere giù.
Aveva un culo sodo, come molte delle sue avventure gli aveva confermato e molti dei suoi amici avevano schiaffeggiato, in modo scherzoso.
Proprio questo, ora, gli faceva male.
Alex non è un tipo stupido, anche se chiunque in questa situazione avrebbe capito cosa fosse successo.
In men che non si dica, parte alla carica verso il bagno: non gli importa del dolore, ora gli interessava solamente riuscire a prendere a pugni quell'angelo.
Spalanca la porta del bagno ritrovandosi in una stanza bella larga, con le piastrelle azzurre.
È spaziosa, tanto che è divisa in due stanze separate da un muro che copre la visuale della doccia.
Supera la prima strusciando contro il muro, poi si appoggia fra il muro e l'entrata per le docce.
Gli occhi del biondo erano chiusi, ma non appena i passi di Alex si fanno più vicini, sposta di poco la testa e apre un occhio.
Il verde acqua ora è più scuro.
Il getto dell'acqua calda scorre lungo il suo corpo, intorno a lui, una nube nata dal calore.
I capelli bagnati, lasciati a sé, lungo la sua schiena, avevano il proprio fascino.
Il respiro di Alex era irregolare, dovuto probabilmente alla fatica di arrivare fino a lì.
Non fissava il corpo di quell'altro, si occupava solamente di osservare attentamente quelle piastrelle con un motivo a quadretti del bagno, mentre cercava le parole per parlare.
Il flusso d'acqua diminuisce, ma non si ferma.
Quel ciaf ciaf di chi cammina in una pozzanghera e poi i piedi del biondo si posizionano proprio sul pavimento che Alex guardava.
Con una mano nei capelli biondo tinto di Alex, gli alza la testa. Alex lo fissa un secondo negli occhi, mentre l'altro muove di poco le labbra in un sorriso soddisfatto, per poi avvicinarle ad Alex.

-𝔻𝕚𝕡𝕖𝕟𝕕𝕖𝕟𝕫𝕒-  𝓑𝓸𝔂 𝔁 𝓫𝓸𝔂  [Completata]Where stories live. Discover now