Capitolo 9

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Una voce rauca gli sussurra molto vicino all'orecchio.

<Posso sedermi qui?>

Alex si gira per vedere chi l'avesse chiamato, ma quell'odore inconfondibile e quella voce gli avevano già dato un grosso indizio.
Incontra così gli occhi di Leo che lo fissavano con un ghigno sulle labbra.
La sua mano sulla sua spalla gli provoca una scossa elettrica lungo tutta la schiena mentre quelle labbra, ora così vicine a lui, lo chiamavano a sé.
Gli urlavano "sono qui, catturami".
Di nuovo quell'effetto, quella sensazione di necessità, come se gli avessero appena dato una droga per farlo avvicinare.

<Leooo!>

Angela salta su, seguita da Alice, che sbracciano per salutarlo, anche se si trovano a pochi centimetri da loro.
Il biondo rialza il busto e ricambia il saluto.
Nello stesso momento, Alex si libera dell'effetto della droga e si sposta di lato, per far posto.

<Leo, oggi sei stupendamente stupendo.>

<Sbagli, Andrea. Leo è sempre stupendamente stupendo.>

Riccardo scoppia a ridere, mentre beve un altro sorso della sua bibita.
Leo si siede al tavolo, con le sue dita lunghe prende un bicchiere vuoto e si versa qualcosa, non nascondendo un sorriso al complimento fatto da Alice.
Alex, che si teneva a distanza di sicurezza da Leo, si spinge più vicino a Riccardo, l'unico che gli pareva avere, in quel momento, un barlume di lucidità.

<Come mai conoscete Leo?>

Riccardo lo fissa quasi sorpreso.

<Sei stato in classe con Alice per due anni e non lo sai? Alice e Leo sono fratelli.>

<Ma non si somigliano per niente!>

<Vorrei vedere, Leo è stato adottato.>

Dopo ciò, Riccardo viene preso per le spalle da Angela, che insiste per fare delle foto insieme.
Alice, ora, stava dando un grosso bacio sulla guancia di Leo, per poi allontanarsi e introdursi fra la folla.
Leo fa sparire in un attimo il sorriso divertito, appoggia con fare disinvolto la testa su una mano col gomito sul tavolo e fissa Alex con un'espressione curiosa negli occhi.

<Ci rivediamo, Alex.>

Il suo nome, pronunciato da lui, aveva un effetto diverso. Era febbricitante, gli dava i brividi e al tempo stesso lo eccitava.
La sua voce lasciva, mentre si divertiva con lui nel bagno, gli torna in mente e niente può evitargli di arrossire un poco.

"È magico quel ragazzo, non può essere altrimenti.
Come fa a provocarmi certe reazioni?"

<Ciao, Leo.>

Risponde di rimando Alex provando a tenere un tono disinteressato ed al tempo stesso un po' eccitante per far provare la stessa fiamma anche dentro Leo.
Sembra che intorno ai due si sia creata una bolla, fatta solo per loro, nata solo dagli sguardi che si stavano scambiando.
Si scrutavano, si studiavano, leggevano ogni reazione, ogni espressione. Forse si leggevano persino nel pensiero.
Alex sentiva le gambe fremere e un desiderio ardente di risentire il suo odore contro la sua pelle.
Leo sentiva invece il bisogno di sottometterlo ora, rivedere quel suo viso eccitato un'altra volta.
Anche la musica del ristorante sembrava sparita, tutto sembrava sparito: dal tavolo, al divanetto in cui sono seduti, fino a tutto il locale.
Nulla. La bolla li ha isolati completamente.
Avrebbero potuto iniziare a baciarsi fin da subito, per loro erano soli.
Ma quella pace si interrompe con un botto provocato da un'altra bottiglia che si poggiava sul tavolo.
Entrambi si girano e vedono Angela che, tutta ubriaca, a mala pena si regge in piedi.
Si lascia cadere sul divano e si addormenta, la testa sulla spalla di Riccardo.
Leo si guarda intorno.

<Dov'è Alice?>

Alice era in mezzo alla pista.
Un ragazzo l'aveva avvicinata mentre tornava dal bagno. Le aveva afferrato la vita, e ora si strusciava contro di lei.
Alice però, non ci dava peso.
Non lo spostava, ma nemmeno gli dava tanta chance.
Ad un certo punto, intravede da lontano la testa rosa di Andrea e il suo tavolo e con la mentre offuscata dall'alcol, spinge il suo compagno fin dove erano visibili da loro.
Da quella angolazione, Alex e Leo potevano benissimo vedere Alice che si girava e, afferrato il colletto, chiude la distanza fra lei e lo sconosciuto.
Un pugno sul tavolo, e Andrea già correva verso di loro.

<Alex, pss.>

Riccardo tocca la spalla di Alex, richiamando la sua attenzione.

<Sei venuto qui con loro, giusto? Per caso... Hanno litigato venendo qui?>

Alex annuisce.

<Sì, si sono urlati delle offese a vicenda e cose così.>

Riccardo mima un "aaah" e poi sistema Angela sul divanetto per farla stare comoda.
Leo, che aveva sentito tutto, tocca con un dito la guancia di Alex.

<Se hanno litigato, questa è la vendetta di Alice.>

<Cosa?>

Alex non ascoltava, guardava solo quel lungo dito di Leo che gli sfiorava la pelle. Proprio il punto da lui toccato, ora andava in fiamme.
Sentiva il respiro venire meno, con la distanza raccorciata dal contatto.

<Gelosia. Entrambi adorano vedere quando sono gelosi l'uno dell'altro e quando litigano, uno dei due fa incavolare l'altro ancora di più, animando la sua gelosia.>

<Non ha senso.>

<Per loro sì. Litigare è il loro pane quotidiano e mostrarsi gelosi è all'ordine del giorno.>

Poi fa cenno con la testa dietro di sé, mentre continua a punzecchiare la guancia.
Alex sposta di poco lo sguardo e riesce a vedere come Andrea stacca Alice da quel corpo, trascinandola via, in un angolo.
E lì, è lui che inizia a baciarla con foga. Gli mette la mano intorno al collo, mentre con l'altra gli tiene la vita.
Alice gli poggia le braccia sulle spalle, lasciandosi controllare.

<Io vado. Vedo di riportare Angela a casa. È crollata.>

Detto questo, Riccardo prende in braccio la ragazza e si allontana, salutando per l'ultima volta i due ragazzi.
Alex, che aveva appena fissato il bacio fra Alice e Andrea, aveva immaginato di essere al loro posto, ma con Leo.
Sentiva le guance bruciare di più di prima.
Leo, come se lo avesse letto nel pensiero, sposta il dito sotto il mento, per poi avvicinare le labbra a quelle sottili di Alex.
Lascia un piccolo e tenero bacio senza andare oltre.

---angolo me---
Sono qui solo per salutare. Salveh (つ▀¯▀)つ

-𝔻𝕚𝕡𝕖𝕟𝕕𝕖𝕟𝕫𝕒-  𝓑𝓸𝔂 𝔁 𝓫𝓸𝔂  [Completata]Where stories live. Discover now