Capitolo 35

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<Merda.>

Leo si gira di mala voglia e si allunga per afferrare i suoi pantaloni da terra.
Li alza e tasta nella tasca dietro per il cellulare.
Sul suo bel viso si forma una smorfia, mette in stand-by il telefono così da fare smettere la suoneria e lo poggia a faccia in giù sul comodino.

<Chi è?>

Alex fissa Leo con fare curioso.

<Alice.>

<Perché non hai risposto?>

Il viso di Leo si contrae un'altra volta.

<Rompe e basta.>

Nel corridoio, intanto, Andrea si dirigeva in cucina per prendere un bicchiere d'acqua e una pasticca per il mal di testa.
Appena sveglio, aveva sentito Alice agitarsi perché non sapeva dove erano Leo o Alex ed aveva iniziato a chiamarli.
Con passo svelto, ha scelto di allontanarsi.
Mentre Alice faceva squillare il telefono, Angela apre la porta della stanza ma non appena vede la luce del sole che entra dalle finestre, richiude la porta dietro di sé e si nasconde nel buio di camera sua.
Alice prende e bussa tre volte alla stanza di Leo.

<Sei qui dentro?>

E intanto il telefono squillava.

<Alice, non rompere il cazzo!>

Leo si alza dal letto di mala voglia e si assicura che la porta sia chiusa a chiave.

<Maremma maiala! Mi stavo preoccupando! Non sapevo dove eri... Alex è con te?>

<Sì, ora ci lasci in pace?>

Alice sospira e smette di chiamare.
Batte un'altra volta sulla porta di Leo e lo manda a fanculo, poi decide di raggiungere Andrea in cucina.

<È da un po' che me lo domando: perché ti hanno adottato?>

Leo si gira verso Alex: il ragazzo lo fissava curioso. Le gambe erano incrociate e teneva le mani sulle caviglie.
Leo si porta una mano sotto il mento.

<Non so di preciso. Dovresti chiedere a loro, o se vuoi chiedi a quella scema di mia sorella.>

Indica con il pollice dietro di sé, con passo lento, poi, raccoglie tutti i vestiti da terra e li sistema sul letto.

<Come va a finire la storia, poi?>

Alex mormora un "mmh?" pensieroso.
Afferra i boxer presi da Leo e li avvicina a sé.
Leo intanto cercava dei nuovi pantaloni nella valigia. Non ricevendo risposta, si gira verso Alex che giocava con le dita.
Aveva indossato i boxer e si era ridisteso a letto.

<Ti sei svegliato in ospedale e poi?>

Leo prende i pantaloncini e li tira su.
Alex sposta lo sguardo verso di lui e si concentra su quella schiena bianca: c'erano dei piccoli graffi visibili vicino alle spalle.
Leo si fissa allo specchio e sistema i capelli in modo da nascondere quei segni.

<Non è successo granché. Sono stato dimesso e sono tornato a vivere nella casa dei miei. Non volevo più mettere piede al piano di sopra, all'inizio, così Filippo mi ha fatto costruire una stanza tutta per me lì all'entrata.
Credo lo abbia fatto perché si sentiva in colpa. È cambiato da quel giorno: ha cercato di farsi perdonare in tutti i modi. Ma ormai, non mi interessava più.
Ho iniziato a vivere la mia vita come la conosci: bevendo, uscendo la sera, divertendomi.
Beh, questo fino a quando non ti ho incontrato.>

Alex si morde l'unghia del dito per strappare una pellicina.

<Ascolta, Alex.>

Alex alza la testa e incontra gli occhi azzurri di Leo. Un piccolo formicolio si forma nel suo basso ventre mentre osserva quello sguardo così penetrante.

-𝔻𝕚𝕡𝕖𝕟𝕕𝕖𝕟𝕫𝕒-  𝓑𝓸𝔂 𝔁 𝓫𝓸𝔂  [Completata]Where stories live. Discover now