Capitolo 31

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<Visto che è brutto tempo, che ne dite se andiamo in questo locale?>

Andrea butta sul tavolo il cellulare dove si vede una locandina rossa con varie foto e scritte.

<Non sembra brutto, ha smesso di piovere ed è abbastanza vicino.>

<Boh, ci sta.>

Nemmeno pochi minuti dopo che tutti si ritrovano davanti alla porta, ben vestiti rispetto al pigiama che hanno indossato per tutto il giorno.

<Prendete questi.>

Alice tende ad ognuno un piccolo ombrellino, abbastanza grande da poterlo mettere in uno zainetto.
Ha piovuto tutto il giorno, e solo verso sera ha iniziato a calmarsi. Le nuvole coprono ancora il cielo, ma tutto sembra più calmo, rispetto al temporale di prima.
Non minaccia di ricominciare a piovere, a seconda di quello che dicono le previsioni del tempo.
Per la strada, Alice cammina al fianco di Andrea, intenti a guardare una mappa per capire dove si trova il locale.
Alex rimane bloccato in una conversazione fra Angela e Riccardo, mentre Leo li osserva da lontano, maledicendo tutto perché poteva essere l'occasione per parlare con Alex, senza aver paura che spuntasse qualcuno da qualche parte.
Sospira e continua a camminare.
Arrivati al locale, la musica che li colpisce li stordisce tutti per un po'.

<Sembra molto più alta rispetto a quelle a cui sono abituata.>

<Già.>

Andrea prende la mano della sua ragazza e si avvia a fare la coda per entrare, seguito da tutti.

<Vediamo come andrà...>

Leo aveva come un brutto presentimento, un groppo in gola gli diceva che sarebbe di sicuro successo qualcosa...
Con le mani in tasca, fa la fila.

Era dentro il locale da ormai un'ora.
La testa gli girava appena per il troppo caldo e per colpa di quel po' di alcol che aveva bevuto.
Alex si avvicina al bancone, allontanandosi dal centro della pista, facendosi spazio fra corpi sudati di belle ragazze in abito da sera e ragazzi ubriachi fradici in cerca di conquistarne qualcuna.
Aveva perso tutti gli altri in quella folla, ma sapeva che stavano tutti bene.
Leo era alto e se avesse voluto cercarlo per davvero lo avrebbe visto: avrebbe riconosciuto ovunque quei lunghi capelli biondi.
Seduto davanti al barman, scandisce ogni parola per fargli leggere il labiale e indica la bibita per sicurezza.
Qualcuno si siede sullo sgabello accanto al suo: non lo calcola e si studia le mani. Ne sente la presenza, il suo sguardo che lo fissa.
Poi una mano entra nel suo campo visivo e si avvicina pericolosamente alla sua.
Si sposta di poco e finalmente degna di attenzione lo sconosciuto.
Era un uomo, avrà avuto all'incirca 35 anni. Aveva un accenno di barba tagliata a caso, non molto curata. L'attacco dei capelli era molle, e non di acqua, ma di sudore. Una gocciolina prende a scendere lungo il viso e passa sulla guancia fino a cadere giù.
Le labbra erano socchiuse e sorridevano.

<Ha bisogno di qualcosa?>

Alex alza la voce e il sorriso dell'uomo si allarga ancora di più.

<Ti posso offrire un drink?>

Alex lo fissa torvo.

<Ho già ordinato.>

Non è la prima volta che un ragazzo gli si avvicina, ma prima non ci pensava più di tanto: prima non aveva conosciuto il piacere di essere sottomesso da Leo.
Le sue guance si scaldano al ricordo e si stringe le mani.
La stessa solita sensazione inizia a prendere il sopravvento. Il finto biondo inizia a prendere dei grandi respiri per scacciarla, e continua finché non si calma.

<Te ne offro un altro. Hey! Altri due drink dello stesso tipo.>

Alex lo guarda con un sopracciglio alzato: non ha capito il no velato nella frase?
Sospira. Afferra il drink ordinato e lo beve velocemente: presto ne arrivano altri due. L'uomo li afferra entrambi con la mano dall'alto, coprendo l'apertura del bicchiere col palmo.
Passa il drink ad Alex e li avvicina, per fare il tipico "cin-cin".
Alex osserva il liquido dentro il bicchiere e poi si guarda intorno. Cinge il bicchiere e lo avvicina piano piano alle labbra.

Intanto, dall'altra parte della stanza, Leo usciva dal bagno.

<Porca miseria!>

Riccardo si stacca dal muro, tenendo il bicchiere in alto e fissandosi inorridito i pantaloni.
Poi fissa la ragazza che gli era venuta addosso.
Leo osserva la scena divertito.
Riccardo sospira mentre la sconosciuta si allontana. Passa un fazzoletto sui pantaloni e scrolla le spalle.

<Ma tutte a me oh...>

<Io le avrei fatto cadere il mio di drink addosso.>

Leo indica con non chalance il bicchiere in mano dell'amico, infine mima il gesto di girarlo e lasciare che il liquido cada in terra.

<Tu, io no.>

<Sei troppo buono.>

<Troppo calmo.>

Lo corregge Riccardo.
Leo ridacchia e si avvia verso il centro della pista.

<Sai dove sono tutti gli altri?>

Riccardo scuote la testa.
Si guarda intorno cercando qualcuno, quando una mano si posa sul suo fianco. Irrigidisce la schiena ed afferra istintivamente la maglia di Leo.
Il biondo si gira e l'occhio gli cade sulla mano che tiene la vita di Riccardo. Percorre con gli occhi il braccio fino alla spalla e raggiunge un seno prosperoso, coperto da un top. Il collo è magro, le labbra coperte da un rossetto leggero e le ciglia lunghe. I capelli castano chiari raccolti in una crocchia.
Mima delle semplici parole: "È figa".
Si gira e li lascia soli.
Leo guarda di qua e poi di là: cercava qualcun altro del gruppo, ma al tempo stesso cercava qualcuno di carino.
Per tutta la sera, si era rifiutato categoricamente di avvicinarsi a dei ragazzi ed aveva anche cacciato delle persone.
Però non poteva buttare via così una serata: è andato in bagno, si è tolto dalla testa il viso di Alex ed è uscito, rinfrescato per bene.
Guarda verso il bancone e ciò che vede lo blocca sul posto: un uomo afferra il bicchiere da sopra l'apertura e mentre parla, fa scivolare dentro dei granelli di qualcosa.
Passa il bicchiere al suo vicino.
Alex lo affera e lo avvicina alle labbra, nell'atto di bere.
Il corpo di Leo si muove velocemente e soprattutto, senza che lui riesca a controllarlo.
Poggia una mano sulle labbra di Alex e ferma il bicchiere.

<Cosa state facendo qui?>

Leo lancia uno sguardo carico di odio al ragazzo accanto.
Questo lo fissa con la stessa luce.

<Gli offro dei drink.>

<Quanti?>

Alex poggia il bicchiere e solleva la testa: osserva Leo da sotto e, bloccato dalla mano sulla bocca, si ritrova ad alzare le dita per parlare.
Fa il gesto del numero 3.

<3?>

Sbotta Leo.
Afferra Alex per le spalle e lo tira su. Lo cinge alla vita e lo allontana da lì.

<Ce ne andiamo.>

Lo sconosciuto non ha tempo di rispondere che i due se ne stavano già andando.

<Leo, lasciami!>

Ormai fuori, Alex si stacca dall'amico.

<No.>

<Riesco a camminare da solo.>

<No. Non credo. Non so quando farà effetto ma quell'uomo ha messo della droga nel tuo bicchiere. Ovvio che non riuscirai a camminare da solo.>

Alex fa per parlare ma si blocca.
Leo aveva lo sguardo arrabbiato.

<Come puoi essere così stupido da accettare i drink da uno sconosciuto?! È la regola non farlo!>

Alex inarca le sopracciglia, poi le stringe e serra le labbra.
Incrocia le braccia e si allontana da Leo, l'orgoglio che si rifiutava di farlo parlare...

---Angolo me---
HAHHAHA sono riuscita a sistemare sta parte siiii! Era da un po' che ci lavoravo (perché io mi porto avanti con le bozze lol).
C'era qualcosa che non mi convinceva ed alla fine, coi vari cambiamenti fatti negli altri capitoli, sono riuscita a sistemare il problema.
Beh, c'è, veramente ho solo unito due capitoli ma shhh segreto.

Eh niente, vi lascio perché vado a piangere :')
Odio la mia prof di arte

-𝔻𝕚𝕡𝕖𝕟𝕕𝕖𝕟𝕫𝕒-  𝓑𝓸𝔂 𝔁 𝓫𝓸𝔂  [Completata]Where stories live. Discover now