Capitolo 10

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Leo osserva Alex e studia la sua reazione: il ragazzo teneva chiusi gli occhi fin da quando Leo si è avvicinato.
Tremava tutto, dalla testa ai piedi. Le gambe le teneva strette fra loro mentre le mani stringevano la maglia talmente forte fino a rendere le nocche bianche.
Leo sapeva il tipo di effetto che faceva agli uomini.
Ma quello che faceva a questo ragazzo... Aveva qualcosa di diverso.
Tutti reagivano mostrandosi eccitati quando lui li avvicinava. Ma nessuno tremava, nessuno mostrava quegli occhi lucidi e vogliosi, con la stessa bellezza di questo ragazzo.
Alex non sentendo più nessun contatto, apre un occhio e incontra quelli di Leo.
Erano di un azzurro più chiaro ora, la luce li illuminava bene.
Alex inizia a sentire caldo.
Eppure, anche se ora era imbarazzato, sentiva il bisogno di muoversi. Sposta le mani dietro la nuca di Leo, e lo avvicina a sé.
Le due fronti si scontrano, poi entrambi chiudono la distanza fra di sé.
Quelle labbra così saporite sono rimaste uguali, come le ricordava.
Alex perde la testa. Non controlla più le sue azioni, smette completamente di ragionare.
Sposta le mani dalla nuca alla testa e tira i capelli di Leo, mentre si stacca quel che basta per respirare.
Leo riprende fiato sorridendo a quella disperazione. Passa una mano sulla guancia di Alex e col pollice spinge la mandibola verso il basso.
Alex non gli lascia il tempo di avvicinarsi, che già gli si era fiondato addosso.
Si solleva per quel che riesce sulle gambe, si spinge col petto più avanti, infine, decide di sedersi a cavalcioni su Leo. Passa una gamba dall'alto lato e fissa entrambe le ginocchia sul divanetto.
Con le mani tira ancora più forte i capelli. Le lingue che si intrecciano in un bacio erotico davano ad Alex la voglia di essere preso fra le braccia di Leo.
Il biondo si schiaccia contro il divanetto, facendo spazio ad Alex, gli porta le mani sulla vita e giocherella con la maglietta, tentato di alzarla un po' e toccargli la pelle.
Alex, durante il bacio, stringe le gambe, senza però spostarsi di troppo da dove stava.
Leo, con un occhio semi aperto, osserva l'erezione del ragazzo, non potendo evitare di sorridere nel mezzo del bacio. Si stacca e porta la testa di Alex sulla sua spalla, con l'orecchio arrossato vicino alle sue labbra:

<Ho la macchina qui fuori.>

E così dicendo, si alza con Alex in braccio.

<Mettimi giù!>

<No. Non puoi camminare, si vede troppo.>

Dice accennando con uno sguardo all'erezione di Alex, ora nascosta fra il suo corpo e quello di Leo.

<E poi così, anche io sono nascosto.>

Mentre si muove fra la gente per schivare gli arrapati, da un leggero colpo d'anca in alto permettendo alla sua, di erezione, di sfiorare il culo di Alex.
Il finto biondo a quel gesto stringe il collo di Leo, nascondendo il viso per l'imbarazzo.
Leo ridacchia e piano piano, esce dal locale, scende un paio di scalette così da ritrovarsi in un parcheggio.
Nelle tasche, fruga per trovare le chiavi, mentre si avvicina alla sua macchina.
Aperta, spalanca il portello sul retro e lancia Alex sui sedili posteriori. Entra in macchina e richiude, cliccando sul pulsante della chiave.
Si lecca le labbra: oggi ha una preda molto succulenta.
Senza aspettare oltre, si lancia su Alex, riprendendo il bacio di prima.

Alex non riusciva a dormire.
Ha passato tutto il giorno steso sul letto, senza dormire e senza muoversi. Gli faceva male la schiena, ma non così tanto da non potersi alzare.
Semplicemente non voleva. Era ancora sognante, si immaginava nella macchina di Leo, mentre lui si appropria una terza volta del suo corpo.
E ogni suo pensiero su quel ragazzo, gli provocava un brivido, seguito poi da una bella scossa nella parte bassa.
Voleva provare a toccarsi, ma non ci riusciva: temeva che la sensazione della mano di Leo svanisse.
Le voci nelle altre stanze gli arrivavano ovattate, tutto scorreva lentamente. Chissà quanto sarebbe rimasto lì, se non avesse accettato quella chiamata.
Il telefono squilla più volte:  alla fine, Alex si fa coraggio e lo afferra. Sul display, "chiamata in arrivo..."
"Chiara"
Prima di premere sul pulsante di risposta, Alex fissa sgranando gli occhi quel nome sullo schermo.

<Pronto?>

Dall'altro lato, sente dei singhiozzi bassi e continui.
Qualcuno tira su col naso e poi continua a singhiozzare.

<Chiara? Va tutto bene?>

<Mamma... La mamma è..>

<Mia?>

Alex scatta in piedi, afferra la borsa con i soldi dentro e scatta verso la porta.
Il telefono fra l'orecchio e la spalla, cerca la chiave della camera.

<Mia, che succede? Che ha fatto la mamma?>

<A, Alex...>

La bimba continua a piangere senza riuscire a dire altro se non "mamma" o "Alex".
Alex spalanca la porta di camera e corre a quella d'uscita.
Il fratello si affaccia dalla cucina, seguito poi dal padre: un uomo alto e molto simile al fratello, tranne che per gli occhi che sono azzurri.

<Alex? Dove vai?>

Ma Alex ignora completamente la voce del fratello, mentre risponde a Mia con un semplice "Sto arrivando!" e parte a corsa fuori della porta.
Ricorda come una volta, Mia si era persa e lui l'aveva riaccompagnata a casa insieme al padre.
Il ricordo della strada era sfocato, ma sforza il più possibile il suo cervello per ricordarsi dove sta.
La sua bambina stava piangendo e lo stava chiamando.
Anche se le gambe gli facevano male e il dolore dietro non smetteva, Alex aumenta la velocità.

<Mia, mi senti? Scusa, sto correndo. Andrà tutto bene ok? Riesci a parlare? Cosa succede?>

Mia continua coi singhiozzi e, uguale a prima, riesce a dire solo le solite cose.
Alex aumenta ancora di più la velocità.

"Arrivo!"

-𝔻𝕚𝕡𝕖𝕟𝕕𝕖𝕟𝕫𝕒-  𝓑𝓸𝔂 𝔁 𝓫𝓸𝔂  [Completata]حيث تعيش القصص. اكتشف الآن