Capitolo 15

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<Ora mi sono stufato. Entro dalla finestra anch'io, così mi parla per forza.>

Ma mentre Filippo diceva così, Alex apre la porta di camera, con la mano incriminata nella tasca.

<Sei uscito...>

<Devo usare il bagno, l'acqua del mio ancora non fa. Qualche problema?>

Poi guarda male il fratello, e entra nel bagno del sottoscala, sbattendo la porta.
Filippo ne approfitta per affacciarsi alla camera del fratello.
Sul comodino vicino l'entrata c'era il telefono con la chat aperta, si alza sulle punte per cercare di spingersi e leggere meglio.
Un rumore della porta nel sottoscala lo fa ritirare indietro e stringere contro l'uscio.
Indugia, poi si guarda intorno: la scrivania era incasinata come sempre e la libreria vuota, con solo qualche libro scolastico trattati malissimo e delle cornici rigirate o vuote.
Il letto era disfatto probabilmente da più giorni.
Sul comodino, si trovava un posa cenere ed un pacchetto di sigarette aperto era lì vicino.
Alex esce dal bagno, scuotendo le mani nell'aria.

<Cosa fai costi?>

<Alex, fumi per caso?>

<Non sono fatti tua.>

Suo fratello sospira, come sempre quando parla con Alex.

<Alex, non si può continuare così.>

Una risata forzata esce dalle labbra di Alex.

<Seriamente? Eppure se non sbaglio hai iniziato tutto te no?>

Il finto tono tranquillo di Alex fa indietreggiare Filippo e sposta istintivamente lo sguardo sulla gamba di Alex.
Alex ne segue la direzione e si osserva la caviglia per un po' anche lui.

<Come... Come ti sta?>

<Oh, ora ti preoccupi di come sto?

Filippo alza piano lo sguardo e cerca di avvicinarsi ad Alex, combattendo un po' contro di lui. Alla fine, riesce a bloccargli le braccia e lo avvicina a sé in un abbraccio.
Alex rimane immobile, paralizzato.

<Mi dispiace davvero tanto. Ti prego, davvero, ti scongiuro, torna a parlare con me.>

Alex, che oggi ne aveva abbastanza di tutto, si stacca dall'abbraccio.
Lo stomaco inizia a bruciarli dal nervoso.
Senza guardare Filippo negli occhi, si gira e rientra in camera sua, chiude la porta a chiave e si lancia sul letto.
Chiude gli occhi e si addormenta.

Leo è disteso sul letto di casa con le cuffie nelle orecchie e guarda un film, i suoi genitori stavano in salotto, con la tv accessa.
La mamma stava preparando la cena, mentre il padre probabilmente leggeva un libro o lavorava su computer.
Il telefono di casa squilla, dopo pochi secondi, sente la voce di suo padre che risponde.

<Oh, Ali! Come mai chiami su questo numero? Eh vuoi Leo? Certo te lo vado a chiamare.>

Leo, che aveva sentito tutto, lascia il cellulare sul letto e si alza, andando alla porta.
Il padre fa per bussare alla porta della camera quando questa si apre.

<Oh Leo! Hai sentito?>

Il ragazzo annuisce e va verso l'ingresso, dove è situato il telefono e prende la cornetta.

<Cosa c'è?>

<Leo, porca miseria! Perché non rispondi al cellulare?>

<Ho scaricato un film e ho messo la modalità aereo per guardarlo in santa pace.>

Alice sbuffa all'altro capo del telefono, poi si allontana un attimo dalla cornetta ed urla qualcosa ad Andrea.

<Allora vai a prendere subito il tuo telefono! Andrea ti sta inviando delle foto.>

<Devo per forza? Non puoi dirmi quale è il problema?>

<Mamma mia come sei testardo ragazzo.>

<Ho imparato da te.>

Alice si sbatte una mano sulla faccia, prende un profondo respiro, poi si calma e riprende.

<Mi sono arrivate delle foto sul gruppo di classe. Sono sfocate e non si vedono bene, ma mi è sembrato di riconoscere te...>

Leo si tira un ciuffo dei capelli dietro l'orecchio e sospira.
E questo cosa dovrebbe significare?

<Ci sei tu con Alex. Sembra vi state baciando. Ora non vorrei che queste foto fossero arrivate anche a lui. Oggi è stata una giornata dura e sono un po' preoccupata..>

Leo si blocca sul posto.
Si porta il pollice alla bocca e mordicchia la pelle sotto l'unghia. Calma il suo respiro per poter assumere un tono normale, inespressivo.

<E quindi?>

<Come "e quindi?"? Ma sei scemo? Conosci la reputazione di Alex! E sai come sono i ragazzini... Lo prenderanno in giro di sicuro.>

<Alex è un uomo grande, sa cavarsela.>

<Sarà grande sotto certi punti di vista, ma non per forza sa cavarsela con tutto! È il tipo di persona che se non ha un sostegno si butta giù, anche se non lo darà mai a vedere. Siamo stati fortunati che non è mai stato solo, da quel che sappiamo, quindi non si è mai abbandonato alla depressione. Ma che ne sappiano ora, cosa succederà? Se tutti i suoi compagni gli danno addosso, come la prenderà?>

Leo rimane a fissare il vuoto davanti a sé.
Sa bene che Alice è una che capisce al volo come sono fatte le persone e spesso azzecca le reazioni a certi stimoli.
La sua testa inizia a girare e il ricordo di quando lui è stato adottato ritorna fuori: ricorda bene che non voleva farsi avvicinare da nessuno.
Pensava sempre che tutti lo detestavano perché non aveva una famiglia e, anche se ne avesse trovata una, dopo poco anche loro lo avrebbero abbandonato.
Poi un giorno, una ragazzina dagli enormi occhi azzurri lo fissa dentro l'orfanotrofio. Lo prende per un braccio e convinve i suoi genitori ad adottarlo.
Leo non si ribella: è scontato che lo riporteranno indietro per il suo comportamento menefreghista e antipatico.
Finché, una mattina, sua sorella lo ha preso per le spalle davanti a tutta la famiglia e lo ha schiaffeggiato talmente forte che si ricorda ancora il dolore.

"Dimmi quando la vuoi smettere di fare la prima donna! Ho capito benissimo che ti aspetti che ti riportiamo indietro, ma lo sai che? Pur di non darti la soddisfazione di avere ragione ti lego al letto e ti tengo qui in questa casa per sempre!
Se poi provi a pensare che siccome tutti ti volevano perché sei carino, e quindi credi che ti abbiamo preso per quel motivo, allora te lo dico chiaro e tondo: mi stai antipatico e sei anche brutto!"

E poi, l'abbraccio. Alice lo ha preso fra le sue braccia e stretto tanto a sé, gli ha pattato la testa e dato un bacino sulla guancia.
Una bambina più piccola di lui di 3 anni gli aveva fatto una ramanzina.
Anche i genitori si sono uniti a quell'abbraccio. La madre poggia una mano sulla testa di Alice che stava urlando e piangendo.
Esprimeva le emozioni che doveva buttare fuori Leo.
Diceva forte che lui non se ne doveva andare.
Piano, anche lui sono iniziate a scendere calde lacrime che silenziose, rigavano il suo volto.
Entrambi piangevano, stretti. Nessuno dei due si voleva allontanare.
Il ricordo svanisce lentamente e Leo ritorna alla realtà.

<Cosa devo fare?>

---angolo autrice---
Sono uscita e mi sono dimenticata di aggiornare- ups. Sorry.

-𝔻𝕚𝕡𝕖𝕟𝕕𝕖𝕟𝕫𝕒-  𝓑𝓸𝔂 𝔁 𝓫𝓸𝔂  [Completata]Where stories live. Discover now