Capitolo 23

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<Cosa pensi di fare ora?>

Alex distoglie l'attenzione dal suo frullato e guarda Leo.
Avevano finito di cenare da poco in un bar lì vicino e ora Alex aveva deciso di prendersi un frullato e gustarlo al parco.

<Tecnicamente sei scappato di casa. Dove pensi di andare?>

Leo fa una pausa e guarda il ragazzo che pensa. Poi distoglie lo sguardo e con tutto il coraggio che ha, prova a dire ciò che prima non è riuscito ad aggiungere: "a casa mia c'è un letto libero."
Ma non fa in tempo a schiarirsi la gola che Alex replica.

<Andrò in un hotel, almeno per stanotte. Poi decido. Mi informerò magari per vedere se c'è un appartamento libero.>

Beve un sorso del suo frullato e guarda il contenuto diminuire.

<Se non hai notato, la mia famiglia è ricca. Grazie a mio fratello, che ha insistito a farlo per farsi perdonare, mi ha creato due conti in banca.>

Tira fuori due carte di credito nuove di zecca, ancora non utilizzate.

<Per un po' dovrei essere apposto. Poi troverò un lavoretto e vedrò. Me la sono sempre cavata, quindi me la caverò.>

Leo inizia a domandarsi se per caso Alex sia un'altra persona da quella che ha conosciuto: gli è stato presentato come un stupido egoista donnaiolo da sua sorella, lo ha visto come un padre, lo ha visto fare lo scemo con una bambina. Piangere per una cosa che non poteva controllare.
E ora è lì, lo stesso ragazzo che è stato bocciato due volte, che non studia molto, ma che sa come cavarsela a soli 19 anni senza l'aiuto dei genitori, con la scuola superiore ancora da finire.
Dimostrazione di come, la scuola, nella vita non serve più a tanto. Se non sai cavartela, è inutile riuscire a risolvere le equazioni di matematica.
Scuote la testa.

<Non puoi chiedere a qualche tuo amico? Tipo Mattia? Dormire da loro così stai con Mia...>

Alex ride di nuovo. La stessa risata di prima.

<Vorrei. Ma non sono tipo da chiedere aiuto a qualcun altro. Poi sennò dovrei rischiare di rispondere a delle domande private, magari non da parte di Mattia, ma da Chiara. Non ho molta voglia di raccontargli la mia vita privata.>

Il cuore di Leo perde un battito.
Chiara non sapeva nulla della situazione di Alex?
Lui non sapeva quanti amici il finto biondo avesse, ma credeva che la persona più vicina a lui anni fa fosse proprio Chiara.
A chi avrà mai parlato di questa situazione?

<Potresti andare allora da qualcuno che sa dei tuoi problemi...>

La butta lì Leo.
In modo velato, avrebbe scoperto chi sa della sua situazione.

<Tu.>

Alex prende un altro sorso del suo frullato.
Leo ci mette un po' a realizzare.

<Io? Solo io?>

<Sì. Nemmeno i miei professori sospettano nulla. So falsificare bene la firma di mia madre e per i colloqui, chiedevo di farli per telefono così riuscivo ad imitare per pochi minuti la voce di mio padre.>

Un altro battito perduto da parte del cuore di Leo.
Allora poteva davvero proporre casa sua.

<Se vuoi, ho un letto libero. Non credo che ai miei genitori dia noia questa cosa. Sono anche bravi, lasciano la privacy quando serve...>

Accorto del tono di voce troppo dolce che aveva preso, tossisce nella mano.

<E poi possiamo continuare da dove eravamo rimasti.>

Sussurra piano e in tono roco.
Alex per poco non si strozza col frullato. Si pulisce con un fazzoletto il rivolo che pendeva dalla bocca e si volta verso Leo con le guance rosse.

<A a a a a cosa ti riferisci?>

Leo finge di pensarci su.

<Mmh, mi sembrava che qualcuno stesse finendo una confessione prima, no? Ricordo male?>

<Ricordi decisamente male.>

Leo porta un dito sotto il mento di Alex e lo alza: fa incrociare i loro sguardi, poi fissa più in basso. Si sofferna su quelle labbra sottili e tanto invitanti.
Lentamente, si avvicina e quando si trova a pochi centimetri di distanza, si ferma.
Il respiro di Alex si fa più pesante, il petto inizia a fare su e giù, le mani tremano mentre tiene il frullato. Respira profondamente dal naso, annusando l'odore di Leo.
Il biondo si lecca le labbra, ma non si avvicina ulteriormente.

<Finisci cosa stavi dicendo prima e forse ti darò un premio.>

Ah, il comando. Ha sempre adorato comandare sugli altri, ma mai quanto ora.
Alex si mostra solo con lui così debole, così vulnerabile. Era Alex il dominatore, normalmente: in questi giorni, ha scoperto la bellezza di essere la preda.
La preda di un animale fantastico, bellissimo, bravissimo.

<Ah...>

Apre bocca, ma le parole non vogliono uscire. Ora si vergogna.
Prima non gli interessava, ma ora è diverso: non riesce a ripetere cosa gli ha detto nella sua camera. Tutta la sua sicurezza è sparita.
Alex non dice nulla e Leo si allontana. Sospira e incrocia le braccia.
Il telefono nella tasca di Leo, squilla.

<Pronto?>

<Leo. Come è andata?>

Andrea parla a bassa voce.
Si sente in sotto fondo qualcosa che struscia, poi il silenzio.
Andrea, non sentendo risposta, continua:

<Alex. Come sta?>

<Chiedilo direttamente a lui, è qui con me.>

E preme il pulsante del vivavoce, tendendo poi il telefono verso Alex.
Alex mima la frase "chi è?" e Leo risponde con "Andrea".

<Sera Alex. Ti ricordi di me? Sono il ragazzo coi capelli rosa.>

<Sì, mi ricordo di te. Hai bisogno di qualcosa?>

<Volevo sapere se stavi bene. Sai, per le foto e tutto.>

Alex annuisce.

<Sto bene. Ho visto le foto.>

<Menomale stai bene. Sennò a Settembre sarebbe stato un casino.>

<Settembre?>

<Eh sì. Tu vai nella stessa scuola di Alice giusto? Ti dico, guarda i tuoi compagni, temo per la loro vita. Consiglio da Andrea ai tuoi amichetti: tenete la bocca chiusa se volete offendere chi fa parte della comunità LGBT davanti Alice. Da seguire solo se volete rimanere in vita.>

Leo ascolta la voce di Andrea, poi scoppia a ridere.

<Alice dov'è ora? Mi aspettavo una sua di chiamata.>

<Ah,sta dormendo ora. Proprio qui. Mi sta schiacciando. Non sapendo che altro fare ho pensato di informarmi un po' su quello che sta succedendo.>

Un bip si sente in sottofondo.

<Ah, maledizione! La batteria. Beh, vi lascio.>

Andrea riattacca e lancia il telefono sul tavolo davanti il divano. Copre di più la sua ragazza e la fissa: sposta una ciocca dei suoi capelli dietro l'orecchio.
Adora vederla quando dorme. Il suo petto che si alza lentamente e il naso che vibra mentre sogna qualcosa.
Gli toglie gli occhiali e li appoggia sul bordo del tavolo.
La stringe fra le sue braccia e anche lui chiude gli occhi.

<Notte, rompi palle.>

---angolo me---

Sto provando a fare un ritratto della mia migliore amica ma è impossibile AAAAA

-𝔻𝕚𝕡𝕖𝕟𝕕𝕖𝕟𝕫𝕒-  𝓑𝓸𝔂 𝔁 𝓫𝓸𝔂  [Completata]Where stories live. Discover now