Capitolo 14

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Leo, grazie alle indicazioni di Alex, lo riporta alla via prima di casa sua.

<Se vuoi ti porto direttamente davanti alla tua porta.>

<No,grazie,non entro dalla porta io.>

Leo lo fissa di traverso.

<E da dove entri allora?>

<Uso la finestra di camera mia.>

Detto questo, Alex si sgancia la cintura e apre lo sportello, facendo attenzione alle macchine che passavano.

<Come dalla finestra? Ma che sei un ninja?>

Gli urla dietro Leo, mentre Alex chiude lo sportello e gira intorno alla macchina per raggiungere l'angolo della strada.
Alex ride a quella affermazione, poi si gira e scuote la testa.

<Non ho voglia di incontrare le persone che vivono in quella casa quindi entro dalla finestra. Succede che magari me ne scordo ed entro dalla porta, ma accade raramente. Detto questo, ci vediamo Leo.>

Leo lo guarda correre nella stradina laterale, poi riprende la corsa verso casa sua.
"Ormai il ragazzo ricciolo se ne sarà andato dall'hotel" pensa, mentre guida.
Sospira e poi sbuffa, tirando fuori l'aria.

<Non ci voleva tutto questo.>

Gira e si ferma al semaforo dietro una macchina rossa.
Appoggia il gomito allo sportello e mette la testa sul pugno.
Gira la testa verso il posto vuoto accanto a sé e, d'istinto, immagina la figura di Alex che tiene stretta a sé la piccola Mia.
Un sorriso gli si forma sulle labbra.
Il suo cervello vaga e ricorda tutti i movimenti del ragazzo effettuati in quella macchina, tutte le parole che ha pronunciato.
Con lo specchietto, fissa i due sedili dietro e la sua mente vaga all'altra sera.
Tutta quella macchina aveva in sé un pezzo di Alex.
Leo sorride ancora: si stava iniziando ad accorgere dell'effetto che quel ragazzo gli faceva.
Stringe le gambe per nascondere il rigonfiamento lì in mezzo.

<Proprio ora dovevo ricordare la sua faccia mentre gode?>

Si lecca le labbra.
Gli occhi brillavano per l'eccitazione. Batte col dito sul volante, impaziente di muoversi per arrivare a casa in fretta e sistemare il suo problema.
Nella tasca, il telefono vibra. Lo afferra e lo lancia sul sedile del passeggero. 
È pericoloso usare il telefono mentre sei in strada.
Arriva a casa in pochi minuti, porta la macchina nel garage e si sporge a riprendere il cellulare.
Era un messaggio di Alex.

"Mi sono dimenticato di ringraziarti, prima. Grazie <3"

Leo tira un grosso sospiro. Lascia cadere la testa sul volante e chiude gli occhi.

<Cazzo.>

L'immagine di Alex che sorride mentre lo ringrazia gli appare nella mente e ciò peggiora la sua situazione.

         **

Osserva il messaggio, concentrando tutta la sua fantasia nell'immaginare il volto sorridente di Alex.
Avvicina piano la sua mano verso la cintura dei pantaloni ed esita qualche secondo.

<Vaffanculo Alex...>

Si morde il labbro e infila la mano fra le mutande. 
Morde più forte il labbro inferiore ed intanto muove le lunghe dita attorno alla sua erezione.
Chiude gli occhi, finendo di sistemare il suo problema.

**

Nel giardino di casa, Alex, scavalca la finestra e entra nella sua stanza.Si lancia sul letto e guarda la tastiera.
Ha inviato il messaggio.
Gli faceva strano aggiungere quel "<3" alla fine, però gli sembrava più dolce così, quel grazie.
Il messaggio risultava inviato e letto, ma non stava ricevendo nessuna risposta.
Leo non stava nemmeno scrivendo.

<Sarà in macchina.>

Poggia il telefono sul comodino e lo cambia col pacco di sigarette.
Ne tira fuori una e inizia a fumare.
Non è uno che fuma spesso, ma stare in camera lo annoia abbastanza e l'unica cosa che gli viene voglia di fare è proprio quella di fumare.
A metà sigaretta, sente il telefono vibrare.
Lo afferra al volo, mentre legge la risposta.

"Non serviva ringraziare. Spero di rivederti presto, papino."

Alex sente il suo corpo surriscaldarsi.
Non è una cosa così eccitante, quella parola "papino" eppure sente il suo cuore mancare un colpo, poi accelerare, anche fin troppo.
Con la sicurezza guadagnata con un altro tiro della sigaretta, risponde:

"Non sarebbe meglio chiamarmi daddy?"

Indugia un po' sul tasto invio, poi lo manda.
Qualcuno bussa alla sua porta e Alex si affretta a spegnere la sigaretta.
Rimane in silenzio, aspettando che chi c'è fuori se ne vada.

<Alex!>

Suo fratello ribatte di nuovo sulla porta.

<Non fingere di non esserci, so che sei lì dentro. Ti ho visto rientrare.>

Alex si stende sul letto, mette le mani dietro la testa e fissa il soffitto.
Sbuffa quando Filippo sbatte di nuovo contro la sua porta.

<Ma vaffanculo, che cazzo vuole.>

Alex si gira nel letto e stringe il cuscino per chiudersi le orecchie.
Al quinto colpo, Alex salta su e spalanca la porta.

<Cosa vuoi?>

<Come mai prima sei corso via?>

<Non sono affari che ti riguardano.>

<SÌ invece!>

Alex fa per richiudere ma Filippo incastra un piede fra la porta e lo stipite.

<Alex, ascolta, voglio parlare e basta.>

Ma Alex questa volta non risponde. Guarda in terra e fulmina con lo sguardo il piede del fratello. 
Filippo indugia per pochi secondi, spostando il piede. Alex coglie l'occasione e sbatte la porta. 
Riprende il telefono e controlla se c'è risposta.
Si morde il labbro mentre legge "Leo sta scrivendo...", poi il suono del messaggio arrivato nella chat gli fa abbassare gli occhi e subito le sue orecchie si colorano di rosso e le mani iniziano a sudare.
Dietro di sé, sente quella tipica presenza che ha Leo, il suo odore, la sua voce rauca all'orecchio.

"No, perché sono io il tuo daddy."

Si immagina la mano di Leo stringersi al suo collo e alzarlo all'indietro, infilare due dita nella sua bocca e sogghignare.
Alex poggia il telefono, mentre si appoggia alla porta.
Sempre per sua immaginare, pensa alla presa ferrea di Leo sulla sua vita, che scene fino a toccargli davanti.

**

Infila le mani nei suoi pantaloni e inizia a giocare col suo membro. Sente quelle tipiche dita lunghe sfiorarlo.

<Alex, perché ora non rispondi più? Alex! Entro dalla finestra se non mi apri!>

Alex si morde le dita, mentre sente Leo giocare col suo corpo.
Le sue labbra che gli mordono un orecchio, che sussurrano il suo nome in modo lascivo, che lo provocano, la mano libera che prima gli sfiora la natica poi la stringe.
Le gambe si fanno deboli e cominciano a tremare; lascia uscire un sospiro di piacere mentre allontana la mano dal suo membro.
Scivola giù, rimanendo attaccato alla porta.
Avrebbe sperato ci fosse veramente Leo, ma era purtroppo solo la sua immaginazione. Si fissa, dispiaciuto, la mano sporca.
Poi, quando ritrova la forza per rialzarsi, prende un fazzoletto e si pulisce.
Afferra le chiavi della porta e esce da lì.

---angolo autrice---
Se devo essere sincera, c'ho messo un sacco a scrivere il capitolo perché--- boh, non mi convinceva. Lol. 
Torno a leggere manga uwu.

-𝔻𝕚𝕡𝕖𝕟𝕕𝕖𝕟𝕫𝕒-  𝓑𝓸𝔂 𝔁 𝓫𝓸𝔂  [Completata]Where stories live. Discover now