Capitolo 34

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<Buttato? Ma così sembra intenzionale. E tu hai detto che è stato un incidente.>

<Lo chiamo così per non dover raccontare troppe cose. Mio fratello, mentre eravamo al piano di sopra, vicino le scale, mi ha spinto. Io ho perso l'equilibrio e sono caduto.>

Leo lo guarda con un'espressione curiosa. Nei suoi occhi si riesce a scorgere quella voglia di scoprire qualcosa di nuovo su Alex.
Al finto biondo sfugge una risatina, forse nervosa oppure solamente imbarazzata per quella curiosità.

<Tu avrai capito no, che io e la mia famiglia non andiamo d'accordo.>

Inizia Alex con una voce neutra.

<All'inizio, io ci speravo diciamo. Speravo mi riconoscessero come loro figlio, che fossero fieri di me. Le stesse cose che vorrebbe un bambino dai propri genitori. Mi sarebbe piaciuto rientrare a casa da scuola e ricevere un abbraccio. Sentire il "bentornato" uscire dalle labbra di mia madre. Purtroppo non è mai successa questa cosa.>

Lo sguardo di Alex si scurisce, chiude gli occhi e sposta il corpo. 
Punta lo sguardo sul soffitto e con la memoria, ripercorre quei momenti di vita.

<Rispetto a persone che sono cresciute in un ambiente familiare ostile, mi ritengo abbastanza fortunato. Non sono stato completamente da solo. Da noi, ogni giorno, veniva un'anziana signora che abitava nella casa accanto. Si doveva occupare di lavare i pavimenti e tenere la casa in ordine, fare da mangiare e occuparsi di Filippo.
Quando sono nato io, ha iniziato ad occuparsi anche di me. Mi ha cresciuto, lavato, cambiato il pannolino. Mi ha insegnato a camminare, a vestirmi, a tenere le posate: mi ha cresciuto come un figlio. Mi ha dato l'affetto che avrei dovuto ricevere da una madre, solo perché aveva capito...>

E qui Alex si ferma.

<... aveva capito che in quel posto, io affetto non l'avrei mai ricevuto.>

Leo porta istintivamente una mano sulla guancia di Alex. La accarezza, piano e dolcemente.

<Flora, questo il suo nome, era stata accettata in quella casa solo perché era una vecchia conoscenza del padre di Filippo. Lei ha visto crescere quell'uomo e l'ha visto cambiare davanti ai suoi occhi, dopo l'incontro con la moglie. 
La donna vestita di lilla, lei. Dopo che si sono conosciuti, lui si è trasformato. In peggio. 
Credo Flora pensasse ci fosse ancora un cuore dentro di lui, ma si sbagliava. Ha provato a  fargli notare che lei era vecchia, aveva 70 anni, non poteva crescere per sempre un bambino di appena 8 anni. Ma lui non ne ha voluto sapere.
La moglie non ha mai voluto il secondo figlio e non ha potuto abortire perché, quando era incinta di me, il lavoro la teneva impegnata più che mai e questo ha fatto si che si è accorta troppo tardi che era incinta.
Avevo 8 anni ed avevo capito che non ero ben voluto in quella famiglia. Se non avessi ascoltato quella conversazione, chissà  per quanti altri anni mi sarei illuso di poter essere accettato in quel posto.>

Il vento fuori della finestra sposta le foglie in giardino. Smuove gli alberi e sposta l'amaca lì fuori.

<Dopo i 9 anni, ho conosciuto una ragazza. Flora non riusciva più a reggere i lavori in casa ed ha chiesto aiuto alla nipote delle superiori che viveva con lei. 
Flora ha avuto un figlio, che si è sposato giovane ed ha avuto una figlia, Jenny. I genitori di Jenny, per lavoro, si sono trasferiti in America e la ragazza ha dovuto scegliere se seguirli o no.
Ha scelto la seconda: non voleva cambiare scuola in terza e farsi nuovi amici. 
I proprietari di casa non si sono lamentati ed hanno accettato la sua presenza.
Jenny era una ragazza molto bella, alta e gentile: mi ha aiutato con lo studio e non mi ha fatto sentire solo. Giocava con me, quando non doveva studiare o pulire casa. Mi veniva, quando poteva, a prendere a scuola e facevamo la strada insieme. 
E' stata la prima, per me, a darmi affetto.
Flora lo ha sempre fatto, ma credevo lo facesse perché si sentiva in dovere, e mi conosceva fin da quando ero un neonato. Lei no. 
Mi sembrava di avere una famiglia. Flora, la nonna, Jenny, la sorella.>

Un rumore sordo viene dalle altre stanze. Alex alza lo sguardo verso la porta poi si ristende giù. 
Leo non ha mai smesso di guardarlo.

<Per quasi tre anni, sono stato bene. Non sentivo la mancanza della mia vera casa e delle persone dentro. 
Però, quando ho finito la prima media, Jenny ha dato l'esame e ha deciso di raggiungere i suoi genitori, per fare una università in America.
Quella notizia, mi ha lasciato con l'amaro in bocca. Sono tornato in men che non si dica, alla mia solita vita. Tutto è diventato monotono: Flora c'era sempre, ma mancava qualcosa.
Mi mancava una figura fraterna.
In tutto questo, io non voglio dire che Filippo non ha provato a fare il fratello, anzi. All'inizio cercava di starmi vicino, ma dopo un po', i suoi genitori lo hanno allontanato da me. 
Quando sono rientrato nella sua vita, era cambiato da così a così.>

Alex alza il braccio col palmo rivolto verso il soffitto e subito lo rigira verso il basso.

<Ha preso tutto da loro. E' cresciuto , diventando un bambino viziato e con la puzza sotto il naso. Si era circondato di amici, solo perché aveva i soldi e faceva quel che voleva: nessuno gli diceva nulla.
Era anche cresciuto di stazza: più alto di me e più grosso. Se voleva, con un semplice schiaffo mi avrebbe potuto rompere il collo.>

Alex ride. 

<Scherzo eh. Ma avrebbe fatto un male cane, un suo schiaffo.
Dicevo: in questo suo gruppo di amici, c'erano due ragazze: una, sembrava Jenny. Era alta quasi quanto lei e i capelli, anche se corti, tendevano allo stesso colore. Solo gli occhi erano neri e non marroni. Per di più, non esprimevano quella dolcezza che davano gli occhi di Jenny.
Era una ragazza bella, tanto che Filippo se ne era innamorato. 
Quando l'ho vista, ho sperato fosse come Jenny e mi sono avvicinato.
L'ho trovata da sola, la quarta volta che l'ho vista, ed ho iniziato a parlarle. Non dico che siamo diventati amici, ma mi salutava quando veniva in casa. 
Mi considerava. 
Una sera, Anna mi ha aspettato davanti al cancello: stavo tornando dal parco. Mi ha salutato e sorriso. Disse che voleva dirmi ciao prima di tornare a casa e consegnarmi una lettera.
Non so se avesse capito che avevo solo 13 anni, avevo finito la seconda e stavo per iniziare la terza media. Non so se avesse compreso che c'erano quasi 4 anni di differenza, che ero più piccolo e più sfigato, però si era presa comunque una cotta per me. 
Quando ho letto la lettera, non ci stavo credendo. Ero sdraiato a letto.
Ricordo che a quei tempi, stavo iniziando a sentir più spesso dire "baciarsi fra fidanzati" o "fare l'amore".
Non ne sapevo nulla e comunque avevo conquistato una ragazza più grande.>

Alex scoppia a ridere un'altra volta.

<Tanto per precisare, ho iniziato a 15/16 anni ad andare nei locali a rimorchiare. Sì, mi facevano entrare. Non ho mai dimostrato la mia vera età e non mi hanno mai fatto domande.
Allora, però, ero uno stupido, innocente, con la faccia da bambino.
Quando mio fratello ha scoperto la lettera, è diventato geloso. E' venuto in camera mia e me l'ha strappata di mano, l'ha spezzettata e buttata via.
Non mi piaceva Anna, però quel gesto mi ha fatto incazzare: non ti è mai importato nulla di me ed ora ti immischi nei miei affari? Ma anche no. Abbiamo iniziato ad urlare e quando volevo andare da Flora, in cucina, per chiederle le chiavi di casa sua, lui mi ha spinto dalle scale.
Ricordo a mala pena la spinta: la sua mano sulla mia schiena. Poi il buio.
Ho visto le scale avvicinarsi al mio viso, ma niente altro.
Il mio ricordo successivo è il viso di Flora in lacrime che teneva un cellulare in mano ed urlava.
Mi sono risvegliato, due giorni dopo, in ospedale. Ricordo che non distinguevo bene i colori, gli oggetti, sentivo qualcosa sulla faccia che faceva aria. C'era un bip continuo che mi tartassava la testa e già faceva male di suo.
Ero drogato. Mi avevano dato la morfina per attenuare il dolore.>

Alex si porta una mano alla testa mentre con l'altra si copre la bocca e sbadiglia.
Nel silenzio della stanza, la suoneria di un cellulare la riempe.

---angolo me---
Ammetto che questo è stato uno dei capitoli più difficili. È qui che mi sono bloccata già.
Non riuscivo a decidere come raccontare la storia. Alla fine ho optato per qualcosa di semplice sniff.
Volevo fare altro maaaaa, non mi piaceva come erano venute le altre versioni.

Rimane comunque il capitolo che mi piace di più.
UWU

-𝔻𝕚𝕡𝕖𝕟𝕕𝕖𝕟𝕫𝕒-  𝓑𝓸𝔂 𝔁 𝓫𝓸𝔂  [Completata]Où les histoires vivent. Découvrez maintenant