2. Jamie

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Luglio 2021

Lo sceriffo Kenneth poteva sembrare gentile e disponibile in un primo momento, ma sapeva trasformarsi in una persona che metteva soggezione con le sue domande incessanti.
Tuttavia cercava di essere molto empatico, forse troppo certe volte.
Era impeccabile nella sua uniforme color sabbia, una volta poggiato il cappello sul tavolo di metallo di fronte a lui posò gli occhi verde scuro sul ragazzo.
L'uomo di legge aveva il suo modo di svolgere le indagini; quello di andare per gradi, dal meno sospetto fino a trovarsi faccia a faccia con quello che secondo lui era colpevole, voleva far sentire l'assassino al sicuro prima di stanarlo all'improvviso.
Diversi ragazzi avevano l'obbligo di rimanere a Darkvylle dopo il ritrovamento del Corpo.

Lo sceriffo Kenneth si passò le dita tra i capelli castani e infine mise le mani davanti a sé.

Jamie non si sentiva a suo agio nella sala degli interrogatori. Era vuota e asettica, fatta eccezione per quelle fredde e scomode sedie di metallo, dello stesso materiale del tavolo.
Il giovane afroamericano  si sentiva inquietato dalla vetrata da cui sapeva di poter essere spiato mentre parlava con lo sceriffo.

«Sono sospettato di qualcosa?» chiese nervoso.

«Stiamo sentendo tutti i ragazzi che c'erano alla festa sul lago, sono semplici domande per le indagini, nessuna accusa» rassicurò lo sceriffo, si lisciò i folti baffi ordinati e poi riprese a parlare.

«Come mai eri a quella festa?» domandò rilassando il viso.

«Mi ha invitato Ethan Giusti. Credo sia normale per noi ragazzi andare a queste feste»

«In che rapporti ti definisci con Ethan?»

«Direi ottimi, è il mio Capitano.»

«Che mi dici di Izan Morales?»

«Non ho nulla da dire su di lui.»

«Non siete amici? Giocate insieme.»

Jamie fece silenzio e poi deglutì lentamente.

«Non siamo obbligati ad andare d'accordo fuori dal campo.»

«Con Yuna Yamashita ti frequentavi invece?» domandò lo sceriffo curioso.

Il giovane sorrise sghembo.

«A tutti piacerebbe essere nelle sue grazie. Non eravamo amici, ma conoscenti.»

«Però ti hanno visto spesso con Jennifer Bakers, non è sua amica?»

Il ragazzo sgranò gli occhi.

«E con questo? Le è successo qualcosa?» chiese preoccupato l'atleta.

«Diversi studenti sono stati convocati d'urgenza in centrale, sapremo di più man mano che saranno qui. Stiamo ancora cercando di capire chi sia il Corpo e allo stesso tempo cerchiamo più informazioni per sapere cosa sia successo a quella povera anima» rispose enigmatico l'uomo di legge.

«Senta, io non so nulla, ero alla festa come più di metà della scuola»

«Negli ultimi mesi hai visto conflitti violenti tra i tuoi compagni?»

«Siamo un gruppo di adolescenti, credo sia normale...»

«Sei stato testimone di bullismo verso qualche ragazzo da parte di quelli della squadra di football?» domandò con insistenza lo sceriffo.

Jamie rimase muto e scosse la testa, abbastanza sotto pressione per quella raffica di domande.

«Non sono una spia.»

«Non si tratta di cazzate da ragazzini qui, è morta una persona» ringhiò l'uomo battendo una mano sul tavolo e facendo sobbalzare l'atleta.

«Qualche volta abbiamo fatto degli scherzi o abbiamo minacciato, ma solo per gioco ...» mormorò Jamie.

«Chi avete preso di mira? Mia Cabrera? Noah Rain? Skylar Woods? Leah Brooklyn?» intimò lo sceriffo.

Jamie si ammutolì per l'ennesima volta.
Di tutta la squadra di football sarebbe stato solo lui a dire tutto?
Ma soprattutto, era possibile che il Corpo fosse uno dei suoi amici?
Kenneth non gli aveva fatto capire nulla a riguardo.
Il giovane sapeva bene che nell'ultimo anno e mezzo erano successi parecchi episodi discutibili, ma forse non era pronto a parlarne con lo sceriffo così apertamente.

DarkvylleWhere stories live. Discover now