18. Agosto 2020

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La festa sul lago non era il massimo; la musica non era abbastanza coinvolgente, il caldo toglieva energia e gli ubriachi molesti abbondavano.
Yuna voleva evitare di farsi vedere afflitta, doveva dimenticare quello che era successo con Ethan e pensare che a breve sarebbe iniziata la scuola.
La giovane si mise in disparte ad ascoltare della musica, mentre osservava l'acqua nera del lago venire inghiottita dal cielo del medesimo colore.
L'asiatica si diresse su quello che era un piccolo porticciolo di legno, situato dalla parte opposta del grande spazio dove la maggior parte dei liceali avevano appena acceso un falò.

Noah inspirò la brezza notturna e andò sulla banchina in disuso, lì era dove si rifugiava quando ne aveva abbastanza delle feste sul lago.
Notò tardi che il suo solito posto era occupato, ma si sedette lo stesso vicino a Yuna.

Lei lo guardò di sottecchi e puntò gli occhi a mandorla verso la luna piena che svettava nel cielo limpido e nero.
Noah non disse nulla per un po', poi richiamò l'attenzione della ragazza.

«Cosa vuoi?» chiese lei che non aveva udito le parole del biondo per via della musica nelle orecchie.

«Ti ho chiesto cosa stessi ascoltando...»

«Roba mia» ribatté.

«Guarda che puoi parlarmi in pubblico ogni tanto. Non lo noterà nessuno oggi. Solitamente quando non c'è gente intorno chiacchieriamo» puntualizzò Noah stizzito, circondandosi le ginocchia con le braccia.

Yuna sbuffò e alzò le spalle.

«Se vuoi stare qui, stai in silenzio» disse seria.

Il biondo rimase lì per qualche minuto, poi scosse la testa e si alzò.

La ragazza non spostò lo sguardo dall'ammasso di oscurità che le era di fronte.

Prima che il giovane potesse andare, però, lo tirò dai calzoncini chiari che portava e gli porse una cuffia.

Noah sorrise e si rimise seduto accettando l'offerta.

«Oddio, ma questa canzone non ha senso» mormorò stranito.

«Ma è figa! Dai, è divertente» puntualizzò Yuna sorridendo.

«Non sono troppo d'accordo... ma te lo concedo!»


L'Ombra osservava silenziosa, nascosta tra gli alberi al limitare del bosco che costeggiava il lago, la banchina su cui sedevano i due giovani.
Non comprendeva l'evolversi di certe dinamiche tra loro.
Tutto scorreva troppo velocemente, ma doveva osservare e registrare ogni interazione che scorgeva, era la sua missione.
Non doveva comprendere, anche se in fondo voleva farlo.
Portò lo sguardo tetro su altri tre ragazzi dalla parte opposta a Yuna e Noah.


Il prato ricoperto di bicchieri di carta e bottiglie vuote  rendeva quella festa ancora più squallida.
Chase, Izan e Ethan erano a loro agio nonostante i bizzarri intrecci  che li univano, come era possibile fosse tutto tranquillo tra quello strano trio?
Giudicare era ciò che permetteva all'Ombra di esistere.
Il rancore, la rabbia, la vendetta e l'odio, si nutriva di quello ogni volta che decideva di palesarsi.
Quella volta non faceva eccezione.


«Siete sicuri che a voi va bene questa cosa?» chiese il capitano della squadra di football, mentre osservava Eva e Skylar dall'altra parte della piccola radura su cui si svolgeva la festa.

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