20. Settembre 2020

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Yuna e le Succusis stavano provando la coreografia da mettere in atto durante la partita di football in programma nel fine settimana.
I movimenti di tutte le ragazze, che danzavano al centro della palestra della scuola, erano armoniosi e sensuali, mancava però la giusta collaborazione di squadra nell'eseguire i passi alla perfezione.

L'asiatica si allontanò dal gruppo per andare verso lo stereo appoggiato su un tavolo contro la parete color crema e  premette su un testo  interrompendo la canzone. Si girò verso le altre con le mani puntate sui fianchi stretti nel completino nero e blu, la cui mini gonna a balze metteva in risalto le sue sinuose gambe tornite.

«Jennifer, hai un bel culo allenato, il problema è che se non lo sai muovere non andiamo da nessuna parte. Katherine, il ballo è un po' provocante ma sei una cheerleader non una spogliarellista» affermò saccente.

«Seguite i movimenti di Eva, avanti!» concluse infine, prima di far ripartire la musica.


Noah rimase imbambolato sulla porta della palestra a guardare le prove anche se il suo obiettivo era quello di parlare con Yuna.

Poco dopo si sentì spingere di lato, e Ethan lo sorpassò con uno sguardo di superiorità.

«Te l'ho già detto di guardare dove vai, sfigato!» mormorò l'atleta, spalleggiato da Jamie e Tyler al suo fianco.


L'asiatica lo guardò in cagnesco da lontano e poi fece cenno alle compagne di fare una pausa.

«Cosa cazzo vuoi?» domandò seccata al suo ex.

Jennifer si avvicinò a Jamie e i due si allontanarono tenendosi per mano, mentre Tyler ebbe bisogno di un'occhiataccia del suo capitano prima di spostarsi altrove.

«Sono qui per dirti che la partita è stata rimandata, potete andarci più con calma con le prove» affermò l'italoamericano.

«Ok, grazie. Ciao» ribatté secca Yuna, per poi voltarsi.

Ethan l'afferrò dal braccio.

«Dai, aspetta!»

«Mollami. Subito.»



Eva tese la mano a Noah per aiutarlo ad alzarsi, visto che era rimasto inginocchiato a terra a recuperare le cose che gli erano cadute dallo zaino.

«Ciao, cucciolo sfigato, come stai?» domandò con un sorriso malizioso.

«Non so cosa tu voglia, ma io con te non ci voglio parlare» ringhiò il ragazzo, alzandosi da solo.

«So che non vuoi parlarmi. Vorresti solo che io mi mettessi piegata sulla tua scrivania mentre mi tieni dai capelli e mi sculacci. Vorresti che io gridassi a ogni spinta del tuo cazzo dentro di me mentre le tue palle mi sbattono sul culo. Vorresti punirmi perché sono una puttana lesbica che ti ha rubato e scopato la fidanzata» Eva parlò lentamente e con tono sensuale, fissando Noah mentre gli si avvicinava quel tanto che bastava per ottenere una reazione nei suoi pantaloni.

«Lasciami stare! Non sono qui per te, devo parlare con Yuna» sbottò il biondo cercando di non far vedere a Eva che aveva raggiunto il suo scopo.

«Sta parlando con Ethan...» 

Eva si voltò e vide il giovane stringere il braccio di Yuna.

L'italoamericana lasciò perdere Noah e andò verso i due.


«Mooooon Capitaine!» cantilenò raggiungendo Ethan, stringendogli le braccia attorno al busto.

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