34. Marzo 2021

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Izan aprì il suo armadietto e una volta estratto il portafogli dallo zaino, consegnò una banconota nuova di zecca a Mia, ammettendo propria sconfitta.

«Non immaginavo ci riuscissi per un mese intero!» affermò il ragazzo.

«La vendetta è un piatto che va servito freddo!» commentò lei maligna.

«Spero tu non abbia niente in serbo per Noah, sai che lui non se lo merita».

«Troppo tardi, forse potrei aver detto qualcosa a Yuna».

Mia si morse il labbro fintamente preoccupata e poi guardò l'atleta.

Lui la fissò seccato.

«Cosa ti succede? Stare con Eva ti ha cambiata...» la ammonì con tono di rimprovero.

«Mi spiace per Ethan, non dovevo farci sesso, non volevo farvi allontanare. Credevo fossi arrabbiato con me per questo».

Izan sorrise amaramente e scosse la testa.

«Non l'hai mica violentato!» scherzò poi, chiudendo il suo armadietto.

Mia trasalì e accusò il colpo per quelle parole, ma lui non sapeva, non poteva fargliene una colpa.

«Devo andare, pensaci bene prima di fare altre scommesse con me!» tagliò corto infine, levandosi di torno rapidamente.

La campanella suonò, decretando l'inizio delle lezioni.


Noah mollò lo zaino vicino a Eva, seduta sugli spalti del campo di football, era tutto deserto e le nuvole grigie avevano già coperto il sole in quel pomeriggio primaverile.

«Che diavolo vuoi?» domandò lei triste.

«Mi spiace per te, per come si è comportata Mia, la conosci...»

«A quanto pare no. E forse neanche tu. Dopo quello che abbiamo fatto per lei...»

Noah si guardò intorno e non vide nessuno, fece un sospiro di sollievo.

«Non parliamone mai in pubblico, mi raccomando».

«Dai, vai via, non so neanche perché tu sia qui. Non siamo amici».

Noah le poggiò titubante una mano sulla schiena per darle conforto.

«Io credo che invece lo siamo».

«Mi hai salvato la vita, questo non posso negarlo. Ti ho sempre trattato di merda, non vedo perché non ridi di me invece di consolarmi».

«Non è nella mia natura, io non sono così. Ho fatto una cosa terribile ma tu sei sempre rimasta la stessa con me».

Eva alzò le spalle, mentre teneva il capo chino per non far vedere che stava piangendo.

«Se non ci fossi stato tu, se non avessi... insomma, hai fatto la cosa migliore per me, per Mia e per tutti quelli a cui Leah poteva nuocere in futuro. Però rimani sempre un cucciolo sfigato».

Nascose il volto tra le braccia e simulò una risata.

Il biondo la seguì a ruota dopo quella battuta.

«Devi avere pazienza con Mia, dopo tutto quello che ha passato. Sono sicuro che...»

«Vuoi limonarti pure lei oltre che Mia?» gridò una voce femminile all'improvviso facendo sobbalzare entrambi i ragazzi.

«Cosa diavolo...» Noah provò a parlare, ma gli arrivò addosso il suo stesso zaino che aveva lasciato poco distante.

«Lo ha già fatto qualche mese fa a una festa, non mi ricordo quale...» brontolò Eva osservando la sceneggiata della sua amica.

DarkvylleWhere stories live. Discover now