31. Capodanno 2020 ( Parte II )

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La porta sul tetto si aprì con uno scatto e Leah si voltò rapidamente.
Noah ed Eva guardarono con odio la ragazza, confusa dalle droghe e dai fuochi d'artificio che coloravano il cielo scuro.

«Cosa diavolo volete da me?» disse biascicando.

«Sai benissimo quello che hai fatto!» ringhiò Eva con le lacrime agli occhi, tremando dalla rabbia.

«Pagherai per le tue azioni, ti faremo finire in galera, così magari faranno a te quello che hai osato fare a Mia!» gridò il biondo, avanzando insieme alla sua inaspettata complice verso Leah.

«Ho intenzione di farle fare una fine peggiore. Sei solo una maledetta schifosa!» tuonò la cheerleader, serrando i pugni lungo i fianchi, fasciati dal tubino rosso.

Noah le si parò davanti mettendole le mani sulle spalle nude.

«No. Non finirai nei guai per questo rifiuto umano!» disse serio il biondo, cercando lo sguardo furioso di Eva.
Lei cercò di divincolarsi ma lui rafforzò la presa con le dita, affondandole nella sua pelle.

«Lasciami!» sputò con rabbia la mora.

Era spaventata e aveva paura che le potessero fare del male.
Leah spaccò la bottiglia vuota che aveva in mano su un muretto vicino e si fiondò verso i due.

«Attento!» gridò Eva, per poi spingere di lato Noah con tutte le sue forze.

Il collo rotto della bottiglia le ferì l'addome e sentì caldo in corrispondenza del taglio sul costoso vestito.

Guardò verso il basso, il rosso dell'abito da sera era più scuro di prima. Si accasciò a terra, sferzata da insopportabili fitte di dolore, e si premette d'istinto le mani sulla ferita.

Mia era nel bagno con Yuna, la cheerleader aveva il vestito sporco di vodka visto che per trascinare via Eva da Ethan e Izan aveva fatto volare un drink per aria.

Il bagno era affollato, così appena l'asiatica l'aveva persa di vista, Mia era riuscita a sgattaiolare via, preoccupata per ciò che Eva e Noah avrebbero potuto fare
Yuna non li aveva visti andare verso la porta che dava sul tetto, nessuno li aveva notati perché tutti erano concentrati sul countdown.
Tuttavia a Mia non era sfuggito nulla, ma non voleva coinvolgere ulteriormente la sua amica in quella faccenda.

«Cosa cazzo hai fatto?» sbraitò Noah accovacciandosi vicino a Eva, seduta contro al muro e si teneva l'addome.

La ragazza serrò i denti dal dolore e si guardò la mano sporca di sangue, per fortuna la ferita era superficiale.

«Non doveva minacciarmi! Vieni qui che ho qualcosa anche per te!» urlò Leah agitando la sua arma rudimentale tinta di scarlatto.

Noah si alzò e serrò i pugni lungo i fianchi.

La porta si spalancò di nuovo. Mia rimase un istante sulla soglia, facendo scattare lo sguardo sui due ragazzi in piedi, poi notò una figura accasciata a terra.
Appena si rese conto che si trattava della sua ex, scattò verso di lei.

«Oddio! Sta bene?» esordì terrorizzata.

«Tu! Mi hai rovinato la vita!» la apostrofò Leah indicandola con il collo della bottiglia.

«Stai indietro e prenditi cura di Eva, io mi occupo di questo rifiuto umano» parlò Noah senza emozioni nella voce, avanzando a passo deciso verso la giovane coi capelli blu.

«Cosa diavolo vuoi fare? Torna qui! Portiamo Eva da un medico!» sbraitò disperata Mia con le lacrime agli occhi.
Aiutò l'amica ad alzarsi e le due fissarono Noah avanzare verso Leah.

«Se ti avvicini giuro che ti ammazzo!» gli intimò la ragazza, brandendo la bottiglia con mani tremanti.

«Ladra, drogata, ubriacona, stupratrice e anche assassina?» la canzonò Noah.

Con un urlo Leah gli si scagliò contro.

Il biondo le afferrò il polso dove teneva bottiglia rotta e strinse forte facendogliela cadere a terra.
Poco dopo la prese dalla felpa con la mano libera e la fece indietreggiare fino al parapetto.

«Noah! Fermati, che cavolo fai?» gli gridò spaventata Mia.

La caviglia di Leah sbatté contro il muretto e si rese conto di essere sull'orlo del precipizio. Cercò di divincolarsi, ma la stretta del biondo era troppo serrata. Terrorizzata, iniziò a far saettare lo sguardo tra l'abisso e lo sguardo folle del suo aggressore.

«La gente come te non cambia mai, diventa sempre peggio» mormorò freddo il giovane per poi spingerla con tutta la forza che aveva in corpo.

L'Ombra osservò il corpo della ragazza volare diversi metri più sotto fino a schiantarsi al suolo con un tonfo agghiacciante.

Non si mosse per attimi interminabili.
Il tempo sembrò fermarsi mentre si compiaceva di ciò che aveva fatto.
Tuttavia non riuscì a mantenere il controllo a lungo e fu costretta a tornare da dove era venuta.

Noah si guardò le mani terrorizzato e iniziò a tremare, il cuore batteva frenetico mentre pompava l'adrenalina nelle sue vene. Cercò a fatica di riprendere fiato attraverso la gola serrata, poi si voltò verso Mia ed Eva, le cui espressioni scioccate erano colme di sgomento.
Passò lo sguardo dal cadavere alle due ragazze innumerevoli volte.
Con le lacrime agli occhi distolse gli occhi cerulei dal corpo di Leah e raccolse la bottiglia sporca di sangue.

Solo l'Ombra poteva gestire quella situazione, lui non ne era capace.

«Cosa vuoi fare?» balbettò Mia tra le lacrime, stringendosi forte a Eva che ricambiò l'abbraccio.

Il biondo non rispose e lanciò lontano l'arma  che finì in mille pezzi su alcuni tetti lontani.

«Cancello le prove che siamo stati qui. Non è mai successo niente, è stato solo un tragico incidente. Dobbiamo far soccorrere Eva, so dove possiamo andare.» affermò deciso.

Raggiunse Eva a lunghe falcate e la prese in braccio. Sorpresa da quel gesto, lei gli passò una mano dietro la schena, stringendosi a lui, e lo guardò intensamente negli occhi.

«Se io fossi etero, saresti il mio uomo perfetto. Mi hai salvato la vita» sussurrò con un ghigno.

Il biondo volse poi lo sguardo verso Mia, ancora accovacciata a terra, era completamente in stato confusionario.

«Ti ha fatto del male. Ha mandato a puttane la tua vita, è stato meglio così!» le disse Noah mentre la invitava a seguirlo.

«Tu... hai...» l'ispanica scosse la testa e iniziò a tremare vistosamente.

«Ehy! Mi ha salvato la vita! Se fossi salita qui da sola, quella pazza mi avrebbe ammazzata!» parlò a fatica Eva.

Mia iniziò ad annuire in maniera meccanica e poi si convinse a seguire i due.

l biondo si fermò di scatto e indicò col capo alcune bottiglie di birra a Mia.
«Il sangue di Eva, versacele sopra» disse Noah.
La giovane preferì obbedire velocemente senza farsi domanda, per andarsene il prima possibile da quel posto maledetto.



Erano riusciti a non farsi beccare da Yuna e a scappare dalla porta sul retro, che dava proprio sul parcheggio dove Naoh aveva lasciato il suo SUV.
Il più in fretta possibile si erano messi in macchina.
Noah sperava che al Darkside non ci fosse nessuno, ci aveva passato lo scorso capodanno ed era una noia mortale.

«Tu aiuta Eva, io faccio due parole con Elliot» affermò il ragazzo prima di smontare dal veicolo.

il biondo entrò dal retro e percorse il magazzino fino a riuscire a intravedere dalla porta l'interno della tavola calda. Il locale era deserto. Elliot guardava annoiato la televisione, con le braccia pesantemente appoggiate al bancone; sua sorella invece era seduta a un tavolo dall'altra parte del locale con il capo chino sullo smartphone.

Il ragazzo prese il figlio della signora Hunter per la gola e lo fece impattare al muro con forza.

«So cosa combini con tua sorella quando non c'è nessuno intorno. Conosco il vostro segreto schifoso, ora voi saprete il mio. Ho bisogno che aiutate Eva con una ferita, ho visto la cassetta del pronto soccorso l'altra volta che sono stato qui di nascosto. Ho anche bisogno che diciate a tutti che noi al countdown di capodanno eravamo qui con voi due. Sono stato chiaro?»

DarkvylleWhere stories live. Discover now