3. Febbraio 2020

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Il Darkside era la tavola calda più gettonata della cittadina, la sera fungeva anche da pub, un luogo di ritrovo un po' per tutti e spesso i ragazzi passavano ore tra i tavoli del locale a chiacchierare, bere e mangiare.
Puntualmente, anche il parcheggio esterno era gremito di persone di tutte le età che passavano in compagnia il loro tempo libero.

Il Darkside aveva avuto diversi proprietari, negli ultimi anni era passato in gestione a una donna divorziata che veniva aiutata dai suoi figli, una coppia di gemelli.
La signora Hunter era una bella donna sulla quarantina che ancora faceva girare la testa agli avventori del locale.
I due figli,  Eleonor e Elliot, le somigliavano molto.

Mrs. Hunter si legò in una coda alta i lunghi capelli castani, prima di iniziare ad accogliere i clienti appena arrivati. Osservava tutti con i suoi attraenti occhi verde smeraldo, e riservava un sorriso radioso a chiunque entrasse al Darkside.
Il diner era piccolo ma accogliente; vi erano delle ampie vetrate sul lato destro, vicino alle quali erano posizionati dei divanetti da entrambe le parti, divisi da un tavolo.
Sulla parte sinistra del locale c'era un lungo bancone e dietro di esso la cucina e un magazzino.

Mia osservò affascinata la proprietaria, ogni volta che la vedeva pensava che avesse almeno dieci anni di meno. L'età non aveva segnato molto il suo viso gioviale, per non parlare del fisico tonico e allenato.

Tutti erano d'accordo sul fatto che fosse ancora in gran forma.

La giovane si ravvivò i ricci ribelli con una mano e poi fissò Noah, seduto sul divanetto rosso scuro.

Il liceale indossava un piumino color sabbia, che si sbottonò mostrando una felpa scura, poi poggiò i gomiti sul tavolo di legno.

«Quindi hai fatto amicizia con la nuova arrivata?» domandò il biondo all'amica.

«Chi? Skylar?» ribatté curiosa lei.

Tirò le maniche del giubbotto color panna fino a coprirsi le piccole mani, e poi le mise sul bicchiere che aveva di fronte.  Lo avvicinò alla bocca e inspirò a fondo il profumo di quel caffè alla vaniglia, socchiudendo d'istinto gli occhi per il piacere.

«Certo, e chi se no? Non ci sono spesso nuovi studenti a queste parti» sentenziò Noah sardonico.

Era contento che Mia avesse una nuova amica, sperava solo che non finisse illusa come con Eva, vista la sua recente passione per il sesso femminile.
La scuola era piena di persone con i più disparati orientamenti sessuali, ma lui era abbastanza fermo sulla sua idea: la cosa più "normale" era essere eterosessuale e si riteneva fortunato a esserlo, però certe cose le teneva per sé, per non indispettire nessuno.

«So già cosa stai pensando! No, non c'è quel tipo di rapporto tra me e Sky.» Sbuffò infastidita.

Noah andò sulla difensiva, alzando le mani in segno di resa.

«Ma che hai capito? Chiedevo solo perché l'ho vista anche con Eva qualche volta ...»

Mia si era innervosita, cercò di non darlo a vedere in maniera plateale, ma era così.
Non capiva cosa portasse l'amico a essere così apprensivo nei suoi riguardi, voleva forse proteggerla da qualcosa? Sky interessava a lui? Era confusa.

«Quindi chi fa amicizia con lei è una lesbica? Bigotto, etero, bianco, americano ... pendejo» rispose acida.

Fu il turno di Noah di sbuffare.

«Perché difendi Eva dopo quella storia della scommessa? Non ti capisco!»

«Tu perché sbavi dal 1876 dietro a Yuna, nonostante non ti abbia mai calcolato?» sputò Mia velenosa.

L'amico rimase gelato sul posto, era stata davvero stronza e lo sapevano entrambi.

«Dopo questo colpo basso ... ti saluto. Perra.» tagliò corto il biondo e finito il suo caffè si alzò e andò a pagare per poi allontanarsi a passo svelto.

DarkvylleWhere stories live. Discover now