Roma centro

968 35 1
                                    

Azione giusta al momento giusto, così volevo definire la mia scelta d'inseguirlo fino alla capitale.
In molti avrebbero potuto pensare che l'avessi fatto per una scopata o magari semplicemente per togliermi un capriccio ma la verità era che sentivo nel profondo della mia anima il suo richiamo, dovevo correre da lui, ne avevo quasi l'obbligo morale.
Mi aspettò all'ingresso dell'albergo, quando arrivai stava scattando un selfie con un fans allora aspettai che si allontanasse prima di poterlo raggiungere dall'altra parte della strada.
Un piccolo e gioioso sorriso comparve sul mio volto, ero davvero contenta di essere lì.
"Non ti sei nemmeno cambiata" disse dopo avermi lasciato un tenero bacio sulla fronte in segno di riconoscenza per il gesto che avevo deciso di compiere nei suoi confronti.
"Avevo fretta"
Feci scivolare le mia dita lungo le sue e le chiusi stringendo forte, una mossa che stava a indicare che non lo avrei lasciato andare così facilmente.
"La mia giornata era triste, spenta, e in più mi sono fatta mille complessi" ammisi in ascensore.
Non volevo pensasse fossi una bambina capricciosa che al primo problema scappa, anche se oramai avrebbe dovuto capire che non ero proprio il tipo.
"Sì, era così anche per me"
Posai la testa sulla sua spalla in attesa che arrivassimo al nostro piano, aveva letteralmente sfrattato Cuadrado per stare con me quella notte, il poverino era stato rifilato a Lemina.
"Amigo un momento, giuro che ora vado via, però fammi finire la partita"
Ah ottimo, quindi stare attaccato a Fifa ventiquattr'ore al giorno non era soltanto un suo difetto ma di tutti.
"Va bene ma almeno saluta" lo rimproverò facendomi diventare bordeaux.
Gli diedi una gomitata per fargli capire che non era necessario, insomma pensava davvero che non lo avrebbe fatto?
"Certo che saluto, dammi il tempo però"
Appunto.
"Encantado Eva, soy Juan, y tu novio es un tonto"
Risi, non potevo dargli torto.
"Menomale che te ne vai, non ti avrei sopportato a lungo Panita"
Era anche abbastanza antipatico quando ci si metteva.
"Ora capisco perché non ti tollera nessuno" gli diedi una pacca sul braccio sfottendolo.
"Devo lavarmi, puzzo come una capra"
Il volo mi aveva lasciato addosso tutti i postumi.
"C'è l'idromassaggio sai? Usalo pure, io ti raggiungo appena posso" intrappolò il mio corpo tra il suo e l'armadio che avevo alle spalle.
"Vogliamo rendere le cose più interessanti?" gli sussurrai all'orecchio.
Senza dargli il tempo di rispondere mi chinai per recuperare qualcosa dalla sacca ma evidentemente intese altro poiché spalancò gli occhi.
Gli mostrai l'ovetto vibrante fiera di essermi ricordata di portarlo.
"Che cazzo, per un attimo ho pensato volessi.."
Sorrisi, secondo lui mi sarei davvero permessa con il suo compagno di fronte a noi?
Guardava troppi porno.
"Fa' il tuo dovere" gli dissi e poi mi rinchiusi in bagno.
Mi soffermai a guardare allo specchio come appariva la mia immagine mentre mi spogliavo, volevo capire se fossi seducente, sexy..
Paranoie.
Gli avevo promesso uno scenario hot che probabilmente sognava da tempo, era così ingenuo per avere la sua età, oppure ero io troppo spinta; ad ogni modo poter soddisfare le sue fantasie era un vero e proprio onore.
Non avevamo mai parlato della vita sessuale che conducevamo con i nostri ex ma ammetto che mi sarebbe piaciuto sapere come andasse con Antonella.
Certo, da quel che avevo potuto sentire quando eravamo ancora tutti insieme sotto lo stesso tetto per lei era sicuramente molto gratificante, e capivo bene il perché, ma il punto di vista di Paulo poteva essere tutt'altro ed ero curiosa di scoprirlo.
Dopo averlo acceso infilai dunque il sex toys dove sarebbe dovuto realmente stare, di certo non tra le mie mani, e quando sentii la notifica di avvenuta connessione sul suo telefono mi diressi verso la vasca bollente.
Chissà quanto ci avrebbe messo e cosa avrebbe deciso di fare..
Mi lasciai avvolgere completamente dal calore beandomi del profumo di lavanda del bagnoschiuma, buttai la testa all'indietro posando la nuca contro il marmo freddo e feci scivolare due dita in mezzo alle mie gambe, non avrebbe fatto proprio tutto da solo.
Mentre mi concentravo sui movimenti circolari e sul sollievo che le bolle stavano dando ai miei muscoli avvertii una leggera vibrazione che inaspettatamente divenne più forte mozzandomi il respiro.
Per qualche secondo non ebbi nemmeno l'istinto di ansimare tanto era gradevole, mi sentivo completamente bloccata e in estasi.
Diventava sempre più intenso e a quel punto decisi che era ora di buttare giù tutte le pareti costruitami lasciandomi completamente andare, abbandonandomi al piacere.
La porta blindata all'ingresso sbatté e Paulo si affacciò a quella del bagno posandosi allo stipite.
Juan se n'era andato, eravamo finalmente soli.
Mi voltai verso sinistra per guadarlo, era incantevole con solo i pantaloncini della tuta addosso, una mano in tasca e l'altra che reggeva il suo iPhone sopra il quale stava disegnando forme casuali con il pollice per farmi godere.
"È la scena migliore che abbia mai visto" proferì mordendosi il labbro inferiore.
Era dannatamente sexy.
"Vuoi res.. restare a guardare?" riuscii a dire tra un gemito e l'altro, ogni volta che provavo a parlare lo stronzo aumentava d'intensità facendo fermare per attimi il mio cuore che poco dopo riprendeva all'impazzata.
"Oh si, è il tuo momento mamacita, non il mio" e con quelle parole mi invitò implicitamente a beneficiarne fino all'ultimo millesimo di secondo.
Così feci, cercando di non arrivare subito ma al contrario trattenere per esplodere con maggiore forza qualche attimo dopo.
Sconquassata dall'orgasmo puntai gli occhi nei suoi passandogli tutte le emozioni che provavo in quell'istante.
Ero terrorizzata per il fatto che mi stessi esponendo così tanto però infondo lo meritava, no?
Sperai solo di non pentirmi per aver condiviso la mia anima con lui.
Si avvicinò piegandosi sulle ginocchia, mi afferrò dal retro del collo e fece scontrare le nostre labbra lasciandomi ancora una volta senza fiato, poi posò la sua fronte contro la mia e si fece carico di tutte le mie debolezze e i miei vuoti colmandoli completamente.
"Te l'ho mai detto che sei la cosa migliore che potesse capitarmi?" sussurrò.
Sì, lo aveva fatto, ma sentirselo ripetere era sempre bello.
"E io te l'ho mai detto che mi hai dato tanto, anche più di quanto meritassi?"
La risposta era no, infatti si scompose un secondo intontito dalle mie parole.
"Smettila, non è affatto così"
"Invece sì! Fammi uscire da qui, voglio raccontarti una cosa"
Allora si scansò e premurosamente mi passò un asciugamano che prontamente attorcigliai attorno al mio corpo.
"Metti qualcosa di carino, usciamo a fare un giro per il centro" e mi lasciò un dolce bacio sulla guancia andandosi a sedere sul letto mentre io sceglievo cosa indossare, non che avessi portato molto.
Lo vidi pronto ad ascoltare perciò iniziai..
"Sai, quando si è incinta arrivati a un certo punto diventa quasi straziante, inizi ad accusare la stanchezza, il peso del bambino che cresce nel tuo ventre. Quando lo ero avrei voluto qualcuno alle mie spalle che mi sollevasse il pancione per farmi respirare un paio di secondi ma nessuno lo ha mai fatto anzi, hanno lasciato che mi comprimesse anche quando non ne potevo più. Sto usando questa storia come una metafora per dirti che tu al contrario sei sempre dietro di me pronto a donarmi quei pochi minuti di sollievo, in qualsiasi momento io ne abbia bisogno, e credimi non ti sarò mai abbastanza grata per questo"
"No Eva, non merito alcun ringraziamento. Mi hai rivoluzionato la vita, se non fosse stato per te sarei uno stupido ragazzino triste invece mi sento finalmente abbastanza, mi sento un uomo, in grado di poter fare del bene e aiutare le persone che ama, in grado di fare il suo lavoro al meglio e soprattutto in grado di rendere fiero mio padre, non solo per aver portato fino in fondo il nostro sogno ma per essere felice, per davvero, e questo lo devo solo a te"
Era bello quando ci scambiavamo i nostri pensieri più profondi, ci rendeva più consapevoli e ci permetteva di affrontare al meglio la nostra storia che sembrava star prendendo una piega più che positiva.
Mi buttai come un sacco di patate su di lui per abbracciarlo e lo strinsi così forte che sentii i muscoli doloranti a un tratto.
"Ti amo così tanto" mi disse e io ovviamente riposi con "ti amo anche io Paulo, sul serio".
Non era la prima volta che glielo dicevo ma era assolutamente il primo a cui lo avevo detto, da ciò si poteva capire che effetto mi facesse.
Il punto era che mi sentivo davvero amata da lui, ero consapevole non mentisse, sin dal principio, anche quando teneva per mano lei e non me.
"Posso rubarti una camicia? Non avevo calcolato che avremmo potuto fare una passeggiata e ho solo una t-shirt, non voglio morire di freddo"
Certo, il clima non era assolutamente quello piemontese, ma si trattava pur sempre di fine gennaio.
"Prendila pure, vedi di non impuzzolirmela però che la devo usare domani"
Ridacchiai, era lui il puzzone mica io.
Infilai i jeans cercando di non sentirmi obesa dato che facevano difficoltà a salire, aggiunsi le air force bianche e c'eravamo.
"Prontissima, sbrigati tu piuttosto"
Ancora una volta niente trucco, niente fronzoli, mi bastava stare con lui per dimenticarmi di tutte le mie stupide insicurezze.
Intanto si erano fatte le nove, la gente per le strade iniziava a scemare a causa della temperatura ma non a scomparire del tutto.
Ad ogni modo non volevamo dare troppo nell'occhio perciò decidemmo sì di passare per il centro ma per vie traverse.
"Sei credente?" mi chiese quando ci trovammo davanti al Vaticano.
"Lo sono, anche se non si direbbe. Credo in Dio, nella religione Cristiana, ma non nella Chiesa come istituzione"
Sembrava complicato ma in realtà era molto più semplice di quanto s'immaginasse.
"Non ho capito, le due cose non sono strettamente collegate?"
Ah Paulo..
"Assolutamente no, hai idea del ruolo che ha avuto storicamente la Chiesa? Probabilmente no, anche perché penso ciò che studiavate voi a scuola non fosse perfettamente incentrato su questo. Magari un giorno te lo spiego"
Lo afferrai per il colletto del cappotto e lo baciai.
Avrei affrontato volentieri il discorso ma sapevo che se lo avessi fatto allora avremmo passato così tutta la serata, ero logorroica, soprattutto se si parlava di storia che era una delle mie più grandi passioni, e sinceramente non avevo voglia di concentrarmi su quello ma sul perché avessi deciso di prendere un aereo e andare lì da lui.
Continuai a guardarlo fisso negli occhi, aveva le pupille dilatate ed ero abbastanza certa le avessi anche io, poi spostai lo sguardo sulla sua giacca..
"Ops, aspetta"
Aveva dei pelucchi e m'infastidivano da morire perciò decisi di toglierli.
Cazzo..
Accennai un sorriso posandogli una mano sul petto.
"Che c'è?" domandò.
"Sistemare il giaccone a un uomo, soprattutto ripulirlo da queste cosine qui che si creano, era considerato un gesto estremamente intimo. Pensa che la principessa Margaret, sorella della regina Elisabetta, venne criticata tantissimo quando lo fece a quello che poi divenne suo marito. Era come fare sesso per loro, non vedevano differenze"
"Stai dicendo che adesso ci dobbiamo sposare?" mi fece ridere.
Che cretino.
"Sto dicendo che stiamo sviluppando un rapporto profondo. Non che sposarti mi dispiaccia, per carità, ma possiamo aspettare ancora qualche anno"
Perché sì, ero sicura che qualche anno dopo saremmo stati ancora insieme.
"Andiamo verso la Fontana di Trevi, ti va?"
Annuii.
"Mi sono resa conto che parlo sempre troppo di me quando in realtà ci sarebbero una miriade di domande che vorrei farti, non solo sulla tua vita privata ma anche sul calcio. Non ti conosco davvero nel tuo ambito, non so quali siano le tue caratteristiche, non so cosa ti piaccia fare prima o durante le partite, è come se quello fosse un mondo a parte ma io voglio esserne dentro, non ti assicuro che sarò bravissima ma posso provarci"
Cercai di stimolarlo a raccontarmi mentre camminavamo, potevo comprendere il fatto che non c'entrassi nulla ed era anche vero che io stessa tendevo poco ad essere espansiva quando si trattava dei miei studi e del mio lavoro, ma desideravo realmente che diventassimo complici anche in quello.
"Non mi espongo tanto perché solitamente do per scontato che le persone mi conoscano nel settore, sai sono su tutti i giornali, però capisco che a te risulti nuovo. Ti ho parlato di come ho iniziato, delle scelte che la mia famiglia ha fatto, ma sei stata tu a salvarmi dall'inferno della soggezione che provavo a causa del cambiamento, quindi una spiegazione la meriti"
Che amore.. di una dolcezza infinita.
"Penso che attaccanti come me ce ne siano pochi, non per vantarmi ma a ventidue anni faccio cose che giocatori di grande livello fanno con anni e anni di esperienza"
Venti cosa?
"Ho un grande margine di miglioramento, spero di non fermarmi più. Porto ancora qualche residuo dell'infortunio ma domani voglio dare il massimo e rendere tutti fieri di me. I giornalisti dicono che ho la faccia da bambino ma lo sguardo assassino, e credo che sia proprio vero"
"Io sono già molto fiera di te" gli carezzai il volto sul quale cresceva una leggerissima peluria, che non si poteva chiamare barba ma che comunque amava radersi per sentirsi più "fresco" e giovanile.
Come se fosse anziano, capito?
"Mi sono persa qualcosa? Perché hai detto ventidue ma insomma, se i miei calcoli sono giusti.."
A meno che non fosse di quelli che appena compiuti gli anni passano già alla cifra successiva.
"Ecco.. non te l'ho detto perché non era esattamente un buon periodo.. il 15 novembre è stato il mio compleanno"
Il suo..
Cioè sul serio non aveva trovato il momento o il modo per farmelo sapere?
"Ah. E.. non hai festeggiato?" cercai di rimanere tranquilla, alla fin fine quante cose gli avevo io stessa tenute nascoste soltanto perché ero incazzata con lui?
Potevo in parte capire le sue ragioni.
"No, ho ricevuto soltanto gli auguri dalla mia famiglia, se n'è dimenticata anche Anto figurati"
Povero cucciolo, mi dispiaceva un sacco.
"Ci rifaremo, te lo prometto" e mi avvicinai ulteriormente a lui mente mi avvolse i fianchi con un braccio.
Ottima idea, eravamo troppo lontani.
"Tu invece? Cuando es tu cumple?"
"Il 5 di febbraio" due settimane dopo in pratica.
"Wow, come Cristiano"
Terribile che l'avesse detto sul serio.
"Hai idea di quanti calciatori siano nati quel giorno?"
Neymar, Maldini, Tevez..
Data molto proficua evidentemente.
Arrivammo davanti alla fontana, ci sedemmo sul bordo e con tanta nonchalance chiedemmo a un passante di scattarci una foto, la nostra prima foto insieme fuori dalle mura domestiche.
Ovvio che qualche selfie fosse scappato, come anche qualche immagine rubata in cucina mentre lui preparava il mate, ma così mai.
Quella serata era diventata un continuo fare passi avanti, forse anche troppo velocemente, ma cos'altro potevamo fare?
D'altronde "il tempo è mio, solo mio, e solo da me lui ritorna", dunque ciò che per gli altri era fretta per noi poteva essere anche fin troppo lento.
La soggettività è la parte più bella dell'essere umano eppure la meno rispettata.
"Gettiamo una monetina? Che ne dici?"
Nonostante fossi restia, soprattutto per l'uso che poi ne veniva fatto, accettai.
Non solo era super romantico ma in quel periodo in particolare avevo davvero bisogno di esprimere un desiderio, indipendentemente da come sarebbe andata poi realmente.
"Hai presente il tipo che dovevo incontrare con Anna oggi?"
Tirai fuori il discorso, in qualche maniera dovevo dirglielo, e perché non farlo proprio mentre tornavamo in hotel?
Era felice e distratto, non ci saremmo rovinati una nottata sfrenata e non avrei dovuto scombussolarlo la mattina dopo lasciandolo per giunta da solo.
Annuì.
"Non hai idea.." iniziai cercando di farla sembrare la cosa più naturale del mondo senza trasmettere la mia immensa ansia.
"Sai chi era? Il corriere! Quello lì.." non mi fece finire però.
"Quello che ti ha invitato a uscire" rispose freddo.
"In realtà mi ha solo lasciato il suo numero, che ho prontamente cestinato"
Silenzio tombale.
"Gli ho mostrato l'anello e penso abbia capito addirittura che ci sposiamo, quindi tutto apposto"
Dai Paulo, non prendertela per così poco.
Che poi sapevo ce l'avesse con Cosimo o probabilmente con se stesso, non con me.
Non fece nulla finché non arrivammo in camera e quando oramai mi ero rassegnata su come avremmo trascorso le ultime ora mi sorprese prendendomi alle spalle e girandomi verso di lui con un movimento repentino.
Solo.. wow!
Inaspettatamente ci ritrovammo sul letto con io stesa a pancia in giù e lui che mi slacciava il reggiseno con i denti con assoluta tranquillità, il che mi lasciò a bocca aperta.
Non volli immaginare quante alte volte lo avesse fatto e con chi, io non lo avevo mai sperimentato prima nonostante fossi stata con svariate persone, e devo dire fu altamente eccitante.
Facemmo l'amore ripetutamente e finì con un mal di testa che quasi diventava piacevole al ricordo di ciò che c'era stato.
Mi addormentai svegliandomi con solo indosso la sua camicia, che non avrei dovuto stropicciare e invece..
Erano le.. 7:55? Oh no.
"Sei stupenda con le mie cose addosso" sussurrò cercando di attirarmi verso di lui.
"Questo splendore però è in ritardo, e mi sa che si terrà questa indosso per il viaggio di ritorno"
Non avevo tempo.
"E io cosa metto nel pre e post partita?"
Ops.
"Lavori per una società multimilionaria, credo proprio che siano in grado ti trovartene un'altra"
"Beh, non hai tutti i torti"
E quando mai gli avevo?

Él ||Paulo DybalaWhere stories live. Discover now