Tanatofobia che?

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L'incredibile mal di testa con cui mi svegliai m'impedii di aprire immediatamente gli occhi.
Feci un pò di fatica, sbattei le palpebre un paio di volte e quando finalmente riuscii a schiuderle la vista mi si annebbiò.
Provai a grattarmi con il dorso della mano ma l'ago della flebo me lo impedì, come avevo fatto a ridurmi così?
Girai il capo verso destra e vidi un minuscolo Paulo, tutto sfatto, con i capelli in disordine e la camicia stropicciata, dormire rannicchiato su una poltrona.
Non lo chiamai subito, immaginai fosse rimasto sveglio tutta la notte per sorvegliarmi, povero.
Mi faceva schifo pensare che lo avessi costretto a quello..
"Nena, Dios, te has despertado!"
Fece un balzo sulla sedia quando si accorse che con un piccolo sorriso in volto lo stavo guardando.
"Amore, che cosa è successo?"
Non ricordavo assolutamente nulla, era tutto così confuso, non riuscivo a distinguere cosa fosse accaduto realmente e cosa avessi sognato, ammesso che lo avessi fatto.
"Eravamo in auto, hai iniziato a dire che non riuscivi a respirare, eri in iperventilazione, e dopo qualche secondo sei diventata completamente assente. Ho avuto paura, ti ho portata subito qui in ospedale"
Mi preoccupai, non avevo idea di cosa mi fosse potuto succedere e soprattutto perché.
Se ero ancora viva però significava che stavo bene, che me l'ero cavata.
"Ti hanno fatto subito le analisi, hanno trovato tracce di Ecstasy nel sangue, assunta circa 45 minuti prima che ti sentissi male"
Cosa? No, non era possibile.
Abusavo dei miei farmaci, degli anti depressivi, ma non ero una tossica.
"Io non, non l'ho presa Pau te lo giuro"
Non avrei lasciato passare quel messaggio della mia persona, avevo una reputazione da mantenere e non avevo per niente voglia che il mio ragazzo, la persona con cui ero riuscita a stringere davvero un forte legame, iniziasse a dubitare della persona che aveva scelto per stargli accanto.
"Lo so, stai tranquilla, l'agitazione non ti fa bene adesso. Sono stato con te tutto il tempo, non ci siamo allontanati mai, ti credo"
Mi prese il viso tra le mani, mi carezzò le guance con i pollici e posò la sua fronte contro la mia.
Per fortuna avevo ancora la sua fiducia.
"La metilendiossimetamfetamina è la droga delle feste, si mette nei cocktail e tu ne hai bevuti quattro, anche se penso sia successo con l'ultimo bicchiere"
Il vino bianco..
"Cazzo, stai dicendo che mi hanno dato quel calice di proposito?"
Perché lo avrebbero dovuto fare? Ero già una semi drogata e se ne vergognavano da morire.
No, nononono.
"Porca puttana, la causa per l'affidamento"
Lo vidi corrugare la fronte.
"Se m'incriminano per cattiva condotta non ci sono prove di manipolazione che possano batterli, il tribunale non mi reputerebbe adeguata"
Non potevo crederci, era surreale.
"Quindi questo episodio ci si ritorcerà contro?"
Aveva capito benissimo, era la fine.
Non saremmo mai riusciti a dimostrare che erano stati loro, per altro non ci saremmo nemmeno dovuti trovare lì, ci era stato impedito di vederli e parlarci.
Per una stupida vendetta, per vedere Jess qualche secondo in più, ero sul punto di rovinare tutto.
Seppur avessimo perso completamente la certezza di potercela fare non volli arrendermi, avrei lottato con le unghie e con i denti, avrei dato la vita se ciò sarebbe servito a rendere più dignitosa la sua.
"Se hai mal di stomaco è perché per disintossicarti hanno dovuto lavarti, non so come si chiama bene la procedura, non capivo quello che mi dicevano per me l'importante era che stessi bene"
Tesoro, chissà come aveva vissuto quelle ultime ore..
"La lavanda gastrica, sì"
La sensazione rimasta era fastidiosa, ma non quanto i loro sporchi giochetti.
"Dovremmo sposarci Eva"
Restai di stucco.
Gli sembrava un buon momento per farmi la proposta?
"Paulo io non.."
"Pensaci, una coppia stabile che ha appena stretto il vincolo del matrimonio, i soldi di certo non ci mancano, questo agevolerebbe tantissimo l'adozione. Poi non mi sembra tanto tragico, tu mi ami, io ti amo, prima o poi lo avremmo fatto comunque"
Era serio, più del previsto, ma la situazione peggiorò quando iniziai a pensarci seriamente.
Ci avrebbe fatto sicuramente comodo, e aveva ragione quando diceva che il nostro amore era di già abbastanza forte per compiere un passo simile.
"Dimmi solo che vuoi farlo" quasi mi supplicò.
Ci pensai sù qualche altro secondo prima di rispondergli, era una decisione impegnativa.
Come lo avremmo spiegato alla sua famiglia? Avremmo avuto la loro benedizione?
Personalmente non avevo alcun problema ma non ero intenzionata a rompere gli equilibri che si erano creati con Alicia, i suoi fratelli e i ragazzi.
Sentivo come se potessi in qualche modo tradirli, come se improvvisamente avrebbero smesso di considerarmi una persona seria.
M'intimoriva che potessero pensare che volessi solamente i suoi soldi, il suo cognome e il suo lusso.
'Fanculo, a quello ci avrei pensato in un secondo momento.
"Sì"
"Sì?"
"Cazzo certo, voglio farlo"
Non fu una scena da film, niente fiori, niente fuochi d'artificio, semplicemente noi due, con lui che mi raggiunse sulla barella del pronto soccorso e si stese al mio fianco per starmi vicino, i teneri baci sulle labbra e la mani intrecciate.
Non sarei mai stata abbastanza grata nei suoi confronti, mi salvava la vita, continuamente.
Non gl'importava minimamente di cosa si trattasse, se avesse potuto farmi sentire meglio, aiutarmi, lui avrebbe accettato indipendentemente, anche se gli avessero chiesto di buttarsi nel Po.
"Ho avuto paura che morissi" mi rivelò.
Gli carezzai i capelli quando mi accorsi che gli s'inumidirono gli occhi.
"Non avresti dovuto averne, io non ne ho. Potrebbe succedere in qualsiasi momento, io sarei pronta"
"Ti spaventa il fatto che possa succedere a me?" chiese.
Non volevo nemmeno pensarci, ne ero terrorizzata.
"Molto"
"Beh, non dovresti essere preoccupata. Nemmeno io ho paura di morire, ed è perché so che c'è lui ad aspettarmi" e alzò gl'indici al cielo come quando festeggiava un gol.
Adolfo..
"Ho parlato con lui prima, ho passato tutta la notte a pregarlo di non portarti via, ed ha funzionato. Penso abbia vegliato su di te"
Il suo angelo era improvvisamente diventato il mio, il suo protettore si era occupato di me ed ero certa lo avesse fatto prescindendo dalle preghiere di suo figlio.
Lo sentivo vicino, ero certa mi volesse bene e mi accettasse seppur non mi avesse mai conosciuta.
Forse comprendeva il rapporto che io e Pau avevamo e di conseguenza non poteva fare a meno che prendermi sotto la sua ala protettiva, e lo apprezzavo tantissimo.
"Dimmi che proveremo a dargli un senso, non voglio che si riduca tutto a una pratica d'adozione"
Era un grande passo, significava legarci per la vita e ci conoscevamo da appena sei mesi.
"Non sarà così, te lo giuro"
Mi vennero in mente Meredith e Derek, le nostre storie erano similari, parlando di relazioni sentimentali e non di vita ovviamente.
Loro si amarono ogni singolo giorno, costruirono una famiglia, finché un giorno il dottor Sheperd venne violentemente strappato dalla braccia di sua moglie dalla morte.
Non ero certa che sarebbe andata bene ma ero consapevole che avrei continuato ad amarlo nonostante tutto.
"Non promettere nulla, il destino di ognuno di noi è segnato, non sappiamo come andrà ma proveremo a farlo funzionare"
Mi strinse ancora più forte, come se non volesse ascoltarmi.
Faceva fatica ad accettare la realtà e potevo capirlo bene, purtroppo l'universo non aveva mai sorriso a nessuno dei due, non finché non ci eravamo trovati, e pensare che la stessa forza che ci aveva unito poteva separarci era distruttivo.
"È bellissimo quello che stai facendo" disse.
Non capii a cosa si riferisse perciò non risposi.
"Tracciare i contorni del tatuaggio, intendo. Ti vedo rilassata"
E mi accorsi che involontariamente avevo iniziato a sfiorare le righe nere sull'avambraccio.
"Sì, sono tranquilla. Mi sento bene anche se siamo circondati dal caos"
Era lui il mio vero calmante, non le medicine, non la psicoterapia, lui.
Dopo altre due flebo per integrare i liquidi persi la nostra giornata in pronto soccorso terminò alle 16 circa, ora in cui venni dimessa.
"Ti ho fatto prendere dei girasoli, che sono simbolo di gioia perché ricordano il sole, e dato che spero tu possa tornare a splendere mi sono sembrati perfetti"
Era pazzo, completamente pazzo, e io lo amavo così tanto.
"Non si fa piangere una donna appena uscita dall'ospedale" lo rimproverai cercando di trattenere le lacrime ma fu praticamente impossibile.
Gli afferrai tra le mani e gli guardai con ammirazione, il fatto che non facesse mai le cose per caso ma trovasse dei significati nascosti ovunque lo rendeva ancor più speciale.
Ci teneva e s'impegnava affinché fossi davvero felice.
"Mi chiedo come un giorno potrò ripagarti per tutto questo"
E ovviamente non parlavo di denaro.
Avevo la fissa di non riuscire ad essere abbastanza, di non essere in grado di sorprenderlo, di non riuscire a mostrargli i miei sentimenti.
"Vuoi fare una cosa con me?"
Era giunto il momento di stare realmente insieme, connetterci.
Annuì.
Lo presi per mano e lo condussi verso il pianoforte, sistemai lo sgabello e lo invitai a sedersi accanto a me.
La musica era l'unico mezzo che conoscevo per esprimere tutta me stessa, quindi quale miglior modo per avvicinarci ulteriormente?
Lui mi aveva portata con sé, nel suo mondo fatto da palloni e sudore, ora era il mio turno di coinvolgerlo nella mia più grande passione.
"Conosci River Flows in You di Yruma?"
Scosse il capo.
"È la colonna sonora di Twilight" e immediatamente capì.
Facevano tutti così, la loro mente lavorava per associazione.
"Ti insegno gli accordi, io faccio la melodia"
Lo vidi spaventato lì per lì ma era abbastanza ovvio che non volessi fargli una vera e propria lezione, semplicemente gli avrei detto come tenere le mani sui tasti per il ritornello del brano.
Fu divertente, imparò molto da me ma soprattutto io da lui.
Ero abituata a vederlo gestire situazioni che già conosceva e lo competevano, osservarlo cimentarsi in qualcosa di nuovo però, perdere facilmente la pazienza e con la stessa velocità recuperarla, fu veramente esilarante e al contempo bellissimo.
A quei momenti lì donai interamente il mio cuore, che non sarebbero andati persi nei meandri della mia mente, mai.

Él ||Paulo DybalaWhere stories live. Discover now