ℙ𝕣𝕠𝕝𝕠𝕘𝕠

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18/07/2023

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19 novembre 1990, Sokovia

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19 novembre 1990, Sokovia.

John Pavlov era agitato. La sua fronte continuava a sudare e sentiva ogni cellula del suo corpo tremare. Eppure non si scompose ed i colleghi non notarono nulla di strano. Era diventato bravo in questo, ormai. Certe volte credeva di star indossando una maschera che potesse vedere solo lui.

Si voltò, cercando di leggere negli occhi di qualcuno la sua stessa agitazione. Qualcuno teneva lo sguardo basso, concentrandosi nei loro rispettivi compiti. Erano, più o meno, sette persone in quel laboratorio.

«Hai saputo che Strucker verrà domani mattina, Lee?» disse uno di loro.

Lee Weber, un soldato tedesco che si era ormai dato alla scienza, non alzò lo sguardo sul collega che aveva parlato. Annuì lentamente. Lui era uno di quelli concentrati sul lavoro. Stava visionando delle schede, una in  particolare.

«Viene per vedere l'esperimento?» chiese ancora lo scienziato.
John cercò di rimanere ancora più attento alla conversazione, mentre fingeva di aggiustare una piccola armatura.

«Probabilmente viene per prenderla e usarla, finalmente.» parlò finalmente Lee.

John ricominciò ad agitarsi. Sapeva che Strucker sarebbe arrivato il giorno dopo, ma non sapeva che volesse portarla via. In tutti quegli anni passati con l'Hydra, John aveva imparato ad aspettarsi di tutto. E probabilmente l'improvvisa decisione di usare l'esperimento era una di quelle cose inaspettate ma prevedibili. Ma John, forse per la prima volta in tanti anni, si stava rendendo conto che quella non fosse la strada giusta. Forse aveva addirittura i sensi di colpa.

«Usarla?» chiese scioccato lo scienziato. «Ma è sicuro usarla adesso?»

Lee Weber alzò le spalle. «Ordini del capo, Carson. Ora torna al tuo lavoro»

John iniziò a chiedersi se la sua presenza nell'Hydra fosse giusta. Quando aveva accettato il lavoro, lo aveva fatto con orgoglio e con una voglia matta di seguire le orme di suo padre. Aveva iniziato con dei semplici piccoli passi e piccole missioni, ma nel corso degli ultimi dieci anni si era guadagnato la fiducia dei suoi capi.

Qualcosa, però, negli ultimi due anni era cambiato.

Carson, lo scienziato che aveva dato inizio alla conversazione con Lee, si voltò nella direzione di John. Lo guardò con la fronte corrugata, scuotendo la testa.
«Insomma, Pavlov, tu devi pur sapere qualcosa!»

Anche in quel momento, John non ricambiò lo sguardo e valutò attentamente se dire qualcosa o no. Non che potesse dire gran ché, in effetti.

«Cosa dovrei sapere?» rispose John, senza lasciar trasparire alcun segno di preoccupazione dalla sua voce. «Strucker deve avere comunque il permesso di Belial.» finì, calmo.
Sia Carson che Lee alzarono lo sguardo nella sua direzione, intuendo che John sapesse realmente qualcosa in più e che si stesse trattenendo.

GROWN • Steve RogersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora