𝟜𝟜 - 𝕊𝕠𝕜𝕠𝕧𝕚𝕒 𝔸𝕔𝕔𝕠𝕣𝕕𝕤.

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"Il mese scorso, undici Wakandiani sono rimasti uccisi durante uno scontro tra gli Avengers e un gruppo di mercenari a Lagos, in Nigeria

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"Il mese scorso, undici Wakandiani sono rimasti uccisi durante uno scontro tra gli Avengers e un gruppo di mercenari a Lagos, in Nigeria.
I Wakandiani, in genere solitari, erano in missione di sensibilizzazione a Lagos quando c'è stato l'attacco."

«Il sangue della nostra gente si è riversato in terra straniera.» fu re T'chaka a parlare, in una conferenza stampa dopo quanto accaduto a Lagos. «Non soltanto per le azioni di criminali, ma per l'indifferenza di chi aveva promesso di fermarli. La vittoria a spese di persone innocenti, non può considerarsi una vittoria.»

"Il re di Wakanda ha continua-"

«Steve, spegnilo.» scattò Zoe, sospirando.

Aveva smesso di guardare quelle immagini già dal momento in cui il re del Wakanda aveva dato a loro la totale colpa di ciò che era accaduto, troppo distrutta per poter dare retta a quanto dicevano di loro. Ma smettere di guardare, non la allontanava dallo smettere di ascoltare. Per questo chiese subito a Steve, seduto sulla sedia davanti alla scrivania di fronte a lei - che era sdraiata sul letto di Steve - di spegnere la televisione.

Quello poteva essere considerato il mese peggiore di tutta la sua vita. I giornali non facevano altro che parlare di loro, male, colpevolizzandoli per la morte di quelle undici persone. Indecisi su come comportarsi, per tutto quel tempo gli Avengers non erano riusciti a mettere nemmeno il naso fuori casa.

Non potevano fare più nulla, i morti erano morti e l'opinione pubblica non era più dalla loro parte.

Cercavano di distrarsi in qualunque modo, ma alla fine finivano sempre per rabbuiarsi ripensando a ciò che era accaduto. Parlavano poco, spesso non erano presenti con la testa, neanche l'addestramento li aiutava a distrarsi un po'.

Anche lui, stremato da ciò che continuava ad ascoltare, non esitò nel spegnere il televisore. Non si voltò verso la sua ragazza, ancora troppo perso nei suoi tormentati pensieri che da settimane non lo facevano dormire. Ci fu un'altra cosa, in realtà, che lo costrinse ad alzare lo sguardo. Nonostante avesse spento in fretta e furia il televisore, sentì ancora i suoni del telegiornale. In un primo momento, Steve credette di non aver spento bene la televisione, ma quando si voltò verso Zoe, e la trovò con la fronte corrugata , capì che anche lei stava continuando a sentirlo. Nel voltarsi completamente verso di lei, l'udito - piuttosto elevato - di Steve riuscì a percepire che quei suoni provenivano da una stanza poco più distante della sua. Lui e Zoe si lanciarono uno sguardo veloce, prima di alzarsi in contemporanea.

Steve lasciò passare Zoe per prima, che si era letteralmente precipitata velocemente fuori dalla camera. La seguì nel corridoio, intuendo che la ragazza aveva già capito da dove provenissero i suoni del telegiornale. Ed infatti, prima di entrare nella stanza in questione, Zoe si voltò di nuovo verso Steve guardandolo con occhi tristi e colmi di rancore. Lui le strinse una mano, quasi come ad incoraggiarla ad andare avanti. E, alla fine, tirarono entrambi un lungo respiro profondo prima di entrare nella camera di Wanda.

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