𝟞𝟘 - ℍ𝕖𝕒𝕕 𝕠𝕣 𝕙𝕖𝕒𝕣𝕥.

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«Ma che cazzo significa che ha disattivato tutti i localizzatori?»

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«Ma che cazzo significa che ha disattivato tutti i localizzatori?»

Tony Stark, per tutta la giornata in cui non aveva visto Zoe, era stato consumato dai sensi di colpa. Al mattino presto, il suo primo pensiero si era rivolto a lei e si e alzato dal letto con l'intenzione di parlarle e chiederle scusa per quanto era accaduto. Ma quando era entrato nella sua camera, trovandola vuota, capì che per quella mattina lui sua sorella non l'avrebbe vista.

E la conosceva talmente bene da sapere che, se lei scompariva così all'improvviso, era solo per restare da sola per un po'. Lui, come sempre, rispettava le sue scelte e sapeva che quando lei avrebbe avuto voglia di parlare lo avrebbe fatto di sua spontanea volontà. Sospettava che Zoe ce l'avesse con lui non per quello che era successo, ma per quello che si erano detti. Tony, che stava sempre attento a non parlarle della cosa che più le faceva male, alla fine un piccolo danno lo aveva fatto.

E aveva aspettato l'ora di pranzo, sperando di vederla entrare così da poterle andare incontro e poter sistemare ogni cosa. Ma non successe, quel giorno Tony pranzò da solo con Pepper e Rhodes. Di Zoe, non c'era alcuna traccia. Spesso aveva avuto un piccolo pallino nella testa che gli ordinava di chiamarla o di mandarle un messaggio solo per sapere se stesse bene, ma poi ritornava la teoria che se si fosse voluta far sentire lo avrebbe fatto lei quando si sarebbe sentita dell'umore. Purtroppo Zoe era una persona così delicata, dopo una litigata con lei bisogna sempre andarci con i piedi di piombo per riuscire a sistemare tutto. E Tony, ancora una volta, aspettò.

La cosa che più lo aveva rasserenato era che, per tutta la giornata, aveva monitorato i suoi spostamenti e sapeva dove si trovasse. Zoe era rimasta, per tutta la mattina e gran parte del resto della giornata, in una via del quartiere di Harlem. Tony sapeva chi ci abitasse lì, quindi si sentì sereno nel sapere che almeno Zoe non era da sola quel giorno. Sapeva che quei due anziani, Madison e Malcom, fossero delle persone importanti per lei quindi sapere che si trovava in loro compagnia lo fece rancuorare. Certo, Zoe non rimaneva mai lì per tutta la giornata, ma Tony sospettava che lo faceva soprattutto per non tornare al Complesso.

Il resto del pomeriggio Tony lo aveva passato in laboratorio, a lavorare ad alcuni progetti, e di tanto in tanto chiedeva a F.R.I.D.A.Y. se aveva qualche novità sugli spostamenti della sorella. Puntualmente, l'IA negava e Tony continuava ad avere la consapevolezza di dove fosse Zoe. Non riusciva, però, ad essere pienamente concentrato nel suo lavoro proprio perché i sensi di colpa lo avevano divorato vivo. Tony odiava profondamente litigare con lei, che si trattasse di cose pesanti o futili, discutere con Zoe era una delle cose che più non sopportava. Era talmente affezionato a lei, forse più del normale, che nemmeno i suoi macchinari ed il suo lavoro riuscivano a farlo distrarre dal pensare a lei.

Ed era andato avanti così per un po' fin quando, con un sonoro sbuffo, si era rintanato nella sua camera e si promise di non uscire da essa fin quando lei non sarebbe tornata. Pepper non c'era, era partita dopo pranzo per un convegno, e Rhodes era stato convocato da Ross per un briefing, Visione non era proprio la persona - l'Androide, in realtà - più adatta ad avere compagnia. Quindi, alla fine, Tony era da solo quel giorno. Era rimasto in camera con le gambe stese ed incrociate, una mano a sostenere la testa e l'altra libera sull'addome, fissando incessantemente il tetto con la testa stracolma di pensieri.

GROWN • Steve RogersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora