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Negli ultimi due anni, in cui erano cambiate tante cose, Zoe poteva contare le missioni a cui aveva preso parte sulle sue dita

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Negli ultimi due anni, in cui erano cambiate tante cose, Zoe poteva contare le missioni a cui aveva preso parte sulle sue dita. Per essere più precisi, il governo aveva assegnato a Zoe decisamente poche missioni rispetto a quante ne davano a Tony o a Rhodes. E non solo erano poche, ma si trattava davvero di sciocchezze.

Nei due mesi successivi al suo incontro con Thor, Zoe aveva cominciato a chiedere un po' di più di essere integrata in qualcosa di più impegnativo. Ovviamente non aveva mai ricevuto una risposta positiva, ma in compenso si era sentita dire qualcosa di diverso ogni tanto.
"Vedremo dalle circostanze..." aveva un che di diverso dal solito No che era abituata ormai a sentirsi dire di continuo. Certo, aveva paura che quella frase le fosse stata detta solo per zittirla, ma se fosse stato così sarebbe stato un problema per loro. Zoe Knox non era una ragazza che si lasciava prendere in giro, soprattutto perché la sua pazienza stava raggiungendo il limite.

Era vero che lei odiava ancora i suoi poteri, ma ormai ne conosceva ogni sfumatura a tal punto da volerli utilizzare il più possibile per aumentare la sicurezza delle persone. Si, si era sottoposta agli Accordi di Sokovia per migliorare la sicurezza e per avere anche dei limiti, ma a distanza di quasi due anni ancora Zoe continuava a chiedersi se avesse fatto la scelta giusta. E non perché gli Accordi non rendevano tutti più al sicuro, lo facevano anche fin troppo bene, ma perché Zoe era stanca di sentirsi limitata fino a quel punto ed era stanca di non avere la libertà che le spettava.

Certe volte Zoe si interrogava e si chiedeva quali fossero stati i motivi che l'avessero spinta a firmare. E, tutte le volte, si dava la stessa risposta: sicurezza mondiale. Ed era ancora convinta di ciò, ma più andava avanti e più si rendeva conto che il loro concetto di sicurezza era dovuto alla completa limitazione dei soggetti potenziati. E, tra i rimasti in squadra, l'unica che poteva essere un problema era lei. A volte veniva guardata con ammirazione, ma altre volte veniva guardata come se lei potesse creare problemi molto più grossi di quello che potevano immaginarsi. Lei gli sguardi della gente li capiva e capiva soprattutto quelli dei membri del governo o dello stato. Perché venire integrata in missioni semplici e sicure, anche se ogni missione aveva comunque il suo lato più pericoloso, piuttosto che sfruttare le sue potenzialità in qualcosa di più grosso?

La risposta arrivava ogni volta che Zoe ripensava a ciò che era accaduto a Wanda a Lagos. A distanza di due anni da quell'evento, tutti davano ancora la colpa a Wanda per la morte di quelle persone ed il modo in cui i suoi poteri erano simili a quelli di Zoe spingevano i governi a cercare in qualche modo di mettere un freno anche ai poteri di Zoe. Lei lo aveva capito già da un po'.

Allora perché perché una come Zoe Knox non si ribellava? Lei, che non era mai stata una ragazza che si lasciava comandare da qualcuno, che non seguiva mai le regole, che aveva persino ignorato i suggerimenti di suo fratello pur di contenere l'esplosione di una città mettendo a rischio la propria pelle. Zoe non avrebbe mai lasciato che venisse trattata come un pericoloso animale in gabbia, eppure però era successo in qualche modo. E si chiedeva come fosse stato possibile, ma la risposta era piuttosto semplice.

GROWN • Steve RogersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora