44. Sander.

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Era troppo tardi: il tempo che avevo guadagnato era scaduto.

Melissa non era stata l'unica a farsi largo nella sala, alle sue spalle decine di ribelli ingaggiarono battaglia riversandosi all'ingresso.

JJ sparò freddamente dalla distanza colpendo un paio di loro al petto. Non potevamo pensare, potevamo solo agire il più in fretta possibile. «Scappate!» ripeté a pieni polmoni deconcentrandosi. Un viaggiatore si teletrasportò alle sue spalle con l'intento di metterla fuori gioco, ma Sander fu più veloce: utilizzando il bastone come arma, era stato capace di tramortirlo.

«Io voglio combattere! Voglio vendicare Kit!» Lake si dimenò disperata tra le braccia di Mike. Aveva le congiuntive arrossate e la bocca impastata dalla rabbia. Dovette intervenire Sol pur di mantenerla ancorata al pavimento. Se le si fosse lasciato campo libero sarebbe balzata in mezzo ai nemici senza pensarci un secondo. Fremeva dal poter mettere a segno qualche colpo.

Ero pietrificata. Tutto ciò che sapevo di dover fare era proteggere James e così feci ponendomi dinanzi la sua figura come uno scudo umano.

Mancavano poche decine di viaggiatori da portare in salvo, una manciata di secondi ancora era tutto ciò che chiedevo.

I ribelli avanzavano senza sosta con la stessa tecnologia e le medesime capacità dei miei compagni.

Una sfera al plasma venne lanciata verso il patio pronta per esplodere a contatto con il suolo.

Era finita. Ci avrebbe spazzato via.

«Spostatevi!» aveva urlato il piccolo Mike allungando le braccia nella direzione dell'oggetto l'attimo prima dell'impatto, spedendo la bomba al mittente con la sola forza del pensiero.

Osservai il ragazzo pallido sotto una nuova luce. Avrebbe protetto Lake a qualunque costo. Il suo volto si contorse in una smorfia di dolore in seguito all'utilizzo dei poteri.

Un boato sopraggiunse alle nostre orecchie. Alcuni dei ribelli erano stati sbalzati via dall'onda d'urto.

«Mike, stai bene?» Lake afferrò l'amico riacquisendo la lucidità persa e rivedendo le sue priorità. «Lo sai che usare il riavvolgimento temporale ti indebolisce troppo. Non sei un guerriero!» Lo scricciolo scrutò nelle sue iridi con la speranza di ritrovare il volto amico meno afflitto. Era intuibile che il ragazzo non fosse portato per il combattimento, quanto più per le ricerche. Era un topo da biblioteca, ma non sarebbe stato con le mani in mano.

«Sì, lo so» ansimò in un sussurro.

Christopher scrutava la situazione perplesso e inferocito. JJ e Sander coprivano la prima linea sparando contro i nemici e bloccando la loro avanzata.

L'istruttore diede foggia delle sue avanzate tecniche di combattimento. Il bastone intarsiato sembrava essere un'estensione del suo arto. Un affondo dopo l'altro, facendo perno sulla gamba lesa, stava conquistando il rispetto che aveva da sempre meritato.

Mitigava con cura le sue mosse evitando passi inutili. Dapprima un pugno verso colui che aveva tentato di superarlo, facendolo cadere svenuto. Approfittando della distrazione aveva deciso di balzare con una verso un portale che si aprì metri più avanti tra gli scaffali. Cadendo dall'alto e ruotando su sé stesso aveva aumentato a dismisura la sua velocità. Una bastonata si era rivelata essere un'arma letale per chiunque lo circondasse.

Deglutii osservandolo. Era sempre stato così bravo?

«Nonostante sia stato anche il mio istruttore, so che non sarò mai al suo livello.» Christopher si fece avanti come se avesse letto nella mia mente. Osservava con assoluta ammirazione il fratello che si stava prodigando per la nostra salvaguardia. Tirò su con il naso prima di comandar noi tutti le sue intenzioni.

TravellersWhere stories live. Discover now