65. La grande guerra.

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Il caos dilagò per i corridoi, portando alla luce la vera natura degli stessi viaggiatori. Fratelli e amici iniziarono a combattere tra di loro, nel vano tentativo di far vincere le proprie ragioni.

Kors affondava le sue dita nella carne di chiunque gli capitasse a tiro, decidendo a suo proprio e imprescindibile piacimento se iniettare sofferenza nelle loro fragili menti o se scrutare i loro più agognati desideri.

Lo faceva senza pentimento e con il sorriso sul volto, sapendo di detenere il potere della vita.

Non era semplice raggiungerlo. Chi provava a combatterlo doveva dapprima fronteggiare il potente Shark.

Lo scontro nella sala di giustizia durò solo una manciata di minuti, eppure, quella fu la prima delle battaglie decisive a decretare il destino dell'umanità.

Kors si leccò un labbro beffardo, portando nuovamente indietro i capelli e mostrando a Victoria e ai suoi ex compagni le pupille piccole quanto spilli. «Quando sarà finita, li riporterò tutti in vita! Perché non capite che con il controllo del flusso del tempo potremmo essere felici per sempre?» vaneggiò come per giustificarsi, mentre il sangue era il prezzo da pagare per quel sogno.

Farsi strada senza mietere vittime era faticoso. I più abili, come Melissa e Mark riuscivano a mettere fuori gioco i primi ribelli senza infliggere danni permanenti, ma gli avversari non erano altrettanto clementi.

Victoria affiancava i suoi allievi facendo loro da spalla, cercando di bloccare quanti più viaggiatori possibili. Monitorava la situazione, soppesando quale sarebbe stata la loro prossima mossa e anticiparli. Erano rimasti una dozzina di ribelli a combattere ed entro poco sarebbero arrivati i rinforzi, grazie all'allarme lanciato da Valek con un suo congegno.

Le prime squadre di ricognizione fecero capolino. Era chiaro come il sole che presto la resistenza sarebbe stata sconfitta, ma non con poche difficoltà: erano inesperti, ma tenaci.

Kors iniziò a guardarsi intorno rabbioso, gridando alla ritirata. I suoi sottoposti crearono portali per la fuga, ma lui voleva qualcosa di più. Desiderava un bottino di guerra e i suoi occhi puntarono esattamente ciò che più di tutto agognava.

E in un secondo arrivò lì dove voleva.

Victoria non poté fare nulla per impedire alle mani del suo giovane allievo di raggiungere i suoi compagni: stretti per la collottola vi erano Valek e Melissa.

«Muovete anche solo un muscolo e siete morti... ora siete miei» sussurrò ai due, comparendo dallo specchio d'acqua creatogli appositamente dal suo galoppino. Iniziò a bearsi dei ricordi degli amanti come linfa vitale, rivivendo e assaporando le giornate passate insieme ad allenarsi. Mia madre non demorse e, sfruttando la sua capacità di immobilizzazione, rallentò Kors come poteva.

«Lo so che non vuoi farlo. Sono tuoi amici! Liberali!» urlò Victoria disperata. Cosa altro poteva fare? Da quella distanza sapeva che se avesse rilasciato i suoi poteri avrebbe potuto salvare solo uno dei due, mentre l'altro sarebbe stato condannato. Era una scelta troppo ardua da prendere.

Il giovane sbuffò, mentre tutt'attorno si consumava la battaglia. «Tu più di tutti dovresti sapere cosa voglio. Ciò che sono oggi lo devo a te! E non sono un assassino, io voglio bene a questi due: sono come fratelli. Non ho alcuna intenzione di ucciderli, al contrario: li voglio al mio fianco per il resto dell'eternità! Sciogli i tuoi poteri e facci andare via, presto!»

Gli occhi di mia madre intercettarono quelli di Melissa, la quale si dimenava da sotto la stretta come meglio poteva. Lei la supplicava con lo sguardo, mentre inesorabilmente Kors li trascinava a sé in un portale che conduceva chissà dove.

TravellersWhere stories live. Discover now