76. Little mouse & little Rose - Parte I.

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Quando il terreno sotto ai nostri piedi smise di tremare, ridefinendo la toponomastica del luogo, ci trovammo in una posizione di vantaggio, ma con le spalle al muro.

La fonte dei poteri era a qualche metro di distanza, nascosta da una insenatura.

Il problema più grosso, però, erano i pesanti massi che ne bloccavano l'accesso diretto.

Per poterci dirigere in quella direzione, sarebbe stato necessario dapprima arrestare l'avanzata dei ribelli e riprenderci il nostro amico.

Lake mantenne la sua postura salda e, dopo aver sospinto Mike nella nostra direzione, azionò i suoi poteri per permettere alla lama della sua spada di affondare attraverso lo spazio-tempo e tagliare la carne del viaggiatore nemico che teneva in ostaggio Max senza alcuna pietà.

Il ribelle ricadde al suolo agonizzante, urlando disperato, mentre stringeva il braccio monco per fermare l'emorragia. Theon scansò il compagno di avventura con sdegno, aspettandosi niente di meno da parte dei ragazzini che gli avevano messo i bastoni tra le ruote per tutto quel tempo. Inarcò un labbro con sufficienza e impazienza, in attesa della prossima mossa.

Max ricadde con il capo al suolo sollevando le polveri fini che permisero a Colton di sfruttare indisturbato i propri poteri. Egli aprì un varco sotto il corpo del ragazzo, traendolo in salvo in una frazione di secondo.

La formazione della nostra squadra vedeva una prima linea di difesa costituita dal nuovo capitano, dallo scricciolo e... da James, il quale aveva capito che facendo da esca avrebbe attirato quelle api come se fosse miele, senza il bisogno di buttarci a capofitto in una battaglia in cui eravamo in svantaggio numerico.

«Ammazzateli tutti» fu l'ordine impartito senza alcuna inflessione nel tono della voce.

Com'era prevedibile, i primi ribelli avanzarono e perirono sotto le armi del duo di viaggiatori spaziali, mentre alcuni di quelli che venivano feriti ricadevano dal pendio sfiorando le acque incontaminate e venendo assorbiti al loro interno.

Quello era ciò che accadeva a chi osava entrare in contatto diretto con il flusso del tempo.

Presto o tardi se ne sarebbero accorti anche loro.

A Theon poco importava di quanti compagni avrebbero perso la vita, finché adempissero al loro dovere di sterminare fino all'ultima ancora.

Ma l'uomo non aveva tenuto conto di alcune variabili. Nello specifico non poteva essere a conoscenza dei sentimenti che muovevano Lake e Colton in quella battaglia struggente e di come si fossero addestrati per affinare le proprie tecniche. Il loro affiatamento era cresciuto esponenzialmente dopo la disfatta al centro dell'universo e proprio in virtù di quella pesante sconfitta non si sarebbero mai arresi.

Avrebbero fatto tutto ciò che fosse necessario per darci anche solo una misera opportunità di vittoria, affidandosi completamente al nostro giudizio.

Nonostante i ribelli provassero a bloccare il tempo o a mescolarsi con i loro portali di antimateria, non c'era nessuno di più veloce del duo.

Il sangue sgorgava, le gride si levavano alte nel cielo e il potere traboccava nella carne degli utilizzatori della più potente magia mai esistita.

Si pararono davanti, senza timore alcuno, nascondendo al nemico coloro i quali reputavano essere degni di protezione. Ero sbigottita.

Non mi sarei fatta lasciare indietro, avrei potuto combattere al loro fianco ed era mio dovere farlo.

Allo stesso tempo serviva che ci coordinassimo su più fronti.

A prendersi cura del corpo martoriato di Max sarebbero stati i due ragazzi rimasti in disparte. Salvarlo era una priorità.

«Mike, Mallek» richiamai la loro attenzione, «prendetevi cura di lui.»

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