76. Little mouse & little Rose - Parte II.

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Ingoiai la saliva con estrema fatica. Avvertivo un nodo alla gola. Premetti le labbra fra di loro, scrutando il circondario inondato di sangue.

«Perché Max avrebbe dovuto acconsentire? Non lo avrebbe mai fatto.»

Quella mia domanda non lo scompose per nulla, anzi, aspettò che gli ultimi uomini sotto il suo comando attraversassero il portale che congiungeva i due mondi. Dallo squarcio di antimateria una ragazzina dai lunghi capelli corvini venne portata di peso al cospetto del re delle tecnologie. Gli infilò una mano fino a ricalcarne lo scalpo con le dita ossute. Tirò indietro le ciocche mostrandoci il volto tumefatto ed emaciato della piccola che chiedeva pietà.

«Rosalinde!» urlò Lake. Colton fece in tempo a coprirle le spalle gettando un ribelle direttamente tra le acque. Non gli davano tregua. Mike alzò il suo sguardo pur mantenendo salda la presa contro il petto di Max. Iniziava a respirare affannosamente, stava raggiungendo il suo limite.

«È bastato catturare questa piccolina. QQQuando è arrivato il fratellone a cercarla, non ci abbiamo messo nulla a convincerlo di tenere la bocca chiusa. Caso contrario, l'avremmo eviscerata. Non avevo mai condotto esperimenti sui minori prima!»

Il suo pollice passò sulle labbra smorte e secche della bambina, la quale tremava e piangeva silente. Le sue iridi erano spente, chissà quali orrori aveva subito e che pene le erano state inflitte. Gli abiti erano rovinati e la pelle sporca. Con i polpastrelli passò i capelli della ragazza sotto il suo naso, inebriandosi del profumo della giovinezza. Era un orribile vigliacco, oltre che un mostro.

Il mio corpo fremeva dal fargliela pagare e ricambiarlo con la stessa moneta.

Theon richiuse il portale artificiale con un gesto sul palmare.

Le urla di Max si acquetarono e il suo corpo finalmente arrestò i movimenti convulsi cui era stato costretto. Conscio che i suoi segreti erano stati resi noti, sbatté le palpebre, balbettando in un sussurro due semplici parole.

«M-mi dis-piace.» allungò le dita indebolite e cianotiche in direzione della sua unica sorella. Nonostante la profonda disperazione che vigeva nel suo cuore, la visione di lei incolume sembrava avergli donato la pace.

Mallek respinse i suoi più reconditi timori, infondendo coraggio all'amico di una vita, mentre avvertiva il flusso della sua esistenza scivolare via a una velocità repentina. La situazione stava precipitando.

«Bene, preparate l'apertura del portale dimensionale per il signor Kors. Chissà che ne ha fatto dei nostri prigionieri.» Theon sembrava non aver più cura di noi, consapevole di aver assestato un colpo perfetto. La mezza dozzina di uomini che erano intorno a lui si approntarono a fare come ordinato.

Il colpo di grazia sarebbe presto giunto.

Le forze nemiche erano ancora numerose e in quel combattimento né Lake, né Colton sarebbero stati capaci di aprire un varco sicuro per raggiungere Theon e fermarlo.

Erano necessari entrambi per garantire l'incolumità di James e dei tre giovani.

A loro non era permesso abbandonare la postazione, ma io... io non avevo alcuna utilità nelle retrovie.

Iniziai a correre credendo a tutto ciò che avevamo fatto fino a quell'istante, rifiutando di perire quando avevamo ancora una possibilità.

Mi fidavo dei miei compagni e avrei affidato loro la mia stessa vita così come era già accaduto più volte. Finché fosse stato in mio potere, avrei fatto il possibile per proteggerli. Lo avremmo fatto tutti.

E quella volta toccava a loro riporre fiducia in me.

Non nutrivo più alcun dubbio o paura. Sapevo esattamente cosa dovessi fare.

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